Hotel La Vedetta di Firenze: va in fumo il passaggio al nuovo gestore

​Dopo sei incontri in Città Metropolitana le Istituzioni denunciano: "Di fronte all'opportunità concreta di risolvere la vertenza, salvando i posti di lavoro e una realtà preziosa per il settore turistico fiorentino, la proprietà dell'immobile ha fatto saltare il tavolo, rifiutando l'offerta pendente di gestione e non proponendo alternative". La rabbia di Filcams Cgil Firenze: “Svanisce un’opportunità forse irripetibile, un triste epilogo per i 15 lavoratori. Ultima chiamata per istituzioni e politica per combattere la rendita”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 dicembre 2020 23:40
Hotel La Vedetta di Firenze: va in fumo il passaggio al nuovo gestore

Sembrava fatta, ma è saltato tutto. Questo quanto emerso oggi sulle sorti dell'Hotel Villa La Vedetta (Firenze) e dei suoi 15 lavoratori. La proprietà (Selva Srl) ha infatti comunicato la sua indisponibilità a proseguire la sua partecipazione al tavolo di crisi della Città Metropolitana di Firenze che domani avrebbe dovuto riunirsi per la settima volta.

Non sono stati sufficienti sei incontri tra Palazzo Medici Riccardi e Videoconferenze per risolvere la vertenza del noto hotel a 5 stelle. Nonostante l'impegno delle Istituzioni e la presenza di un'azienda fortemente interessata alla gestione dell'albergo (So.Ges S.r.l.), la proprietà (Selva S.r.l.) abbandona il tavolo prima della riunione prevista per il 23 dicembre; così sfuma drammaticamente il mantenimento dei 15 dipendenti. Sicuramente ha pesato il contenzioso giudiziario pendente tra la stessa Selva S.r.l. e il gestore (Soc. Immofin S.p.A.), ma resta il fatto che lo sforzo richiesto dalle Istituzioni per realizzare l'interesse pubblico di tutela del lavoro e del tessuto imprenditoriale del territorio è stato largamente disatteso.

Il Consigliere delegato al Lavoro della Città Metropolitana, Lorenzo Zambini, e l'Assessore al Lavoro del Comune di Firenze, Benedetta Albanese, commentano: "Siamo sconcertati e fortemente contrariati per come è finita la vicenda con 15 famiglie senza lavoro, l'uscita dal mercato di un hotel di pregio, un'occasione irripetibile gettata al vento: una perdita per tutta la comunità fiorentina e per il settore turistico che dalla conclusione positiva di questa vertenza poteva trarre linfa vitale. Non cogliere una opportunità così importante è un fatto che comporta una grave responsabilità da cui nessuno può sottrarsi."

"Tutto è andato in fumo per la mancanza di capacità e di volontà da parte della stessa proprietà (e del precedente gestore, Immofin) di uscire dal proprio particulare. Certo, in ballo ci sono pretese reciproche importanti (centinaia di migliaia, se non milioni di euro) a cui - evidentemente - non si è inteso rinunciare -denuncia Maurizio Magi (Filcams Cgil Firenze)Ma su quella che in questi mesi ė assurta alla cronaca come una vera e propria vertenza simbolo del turismo in città, ci si attendeva qualcosa di più, che insomma si volasse un po’ più in alto.

Sarà così il giudice, magari fra qualche anno, vista la lentezza della magistratura civile, a stabilire chi tra i due litiganti ha fondata ragione giuridica. Nel frattempo però ciò che è parsa un'opportunità forse irripetibile di questi tempi, quella cioè costituita da Soges, pronta a rilevare l'attività di gestione e a mantenere i livelli occupazionali garantendo importanti condizioni sia ad Immofin che a Selva, è svanita nel nulla. Se questo è il triste epilogo, noi comunque non ci rassegniamo ed intendiamo farlo nel nome dei 15 lavoratori e dell'interesse generale, ripartendo da una considerazione che ė anche una sfida.

In questi mesi di impegno al tavolo di crisi ci siamo trovati di fronte ad un sistema in cui la rendita ha alla fine mostrato il suo vero volto, estrattivo e parassitario, pressoché indifferente al tessuto economico e sociale in cui insiste e che peraltro contribuisce in modo determinante ad attribuirne il valore. Se tutto ciò suona per noi come una amara conferma di quello che in questi anni abbiamo continuamente denunciato sul tema, per le istituzioni e per la politica tutta deve suonare, crediamo, come una sorta di ultima chiamata. La crisi che stiamo tutti noi attraversando, la più grave dal dopoguerra ad oggi, pretende infatti qualcosa di più del governo dell'esistente.

Qui si tratta di avere una visione, di elaborare idee, anche radicalmente nuove, di metterle urgentemente in atto con le risorse che saranno disponibili in vista di uno sviluppo finalmente sostenibile. Se questa è la sfida, è senz'altro il lavoro in un'ottica non corporativa ma generale il tema su cui da tempo siamo pronti a dare un nostro piccolo ma crediamo significativo contributo. Lavoro per lo più povero, sottopagato, precario, in appalto, a cottimo; lavoro su cui in queste ore si sta abbattendo la crisi e che pretende invece rispetto e dignità".

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