Home sharing: gli effetti della cedolare del 21% sugli affitti di breve durata dei fiorentini

Home restaurant: scoppia a Firenze la polemica tra associazioni di categoria e intermediari on line

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 maggio 2017 00:08
Home sharing: gli effetti della cedolare del 21% sugli affitti di breve durata dei fiorentini

Con la possibile introduzione della cedolare del 21% sugli affitti di breve durata, torna di grande attualità il tema dell’home sharing. A tal proposito si dice spesso che nessun posto è come casa, ma quando ci si deve allontanare per periodi più o meno lunghi, la scelta migliore è trovare un alloggio che faccia sentire il meno possibile la sua mancanza.

Da una ricerca condotta dal Monitor Allianz Global Assistance in collaborazione con l’istituto di ricerca Nexplora emerge che che questa soluzione è rappresentata proprio dal servizio di “home sharing”,il fenomeno dell’affitto per brevi periodi di case o camere di privati cittadini: il 48% dei fiorentini dichiara infatti di aver già utilizzato o di voler utilizzare in futuro questo servizio.

Per il 28% di loro questa soluzione è addirittura preferibile rispetto alle tradizionali strutture ricettive come alberghi o pensioni; negli ultimi tempi, grazie a siti specializzati in questo tipo di offerte, il servizio ha acquisito una fama notevole: alla domanda “Conosci il servizio di home sharing?”, solo il 13% degli intervistati ha risposto in modo negativo. Tra gli aspetti più apprezzati di questo tipo di alloggio vi è sicuramente il fattore economico, indicato dall’ 85% degli intervistati, che considera gli alloggi con la formula home sharing più economici rispetto alle tradizionali strutture ricettive.

Molti di essi optano però per la doppia preferenza, scegliendo anche la sensazione di familiarità casalinga (38%) e la posizione tendenzialmente comoda offerta da questo tipo di sistemazione (23%). Per quanto riguarda la destinazione, dalla ricerca è emerso che il 55% dei fiorentini sceglierebbe questo tipo di sistemazione per una meta europea, contro il 32% che opterebbe per un viaggio in Italia e il 14% per viaggiare fuori dall’Europa. Nonostante la notorietà del servizio, solo il 34% degli intervistati si è detto consapevole dell’assenza di copertura assicurativa nel servizio di home sharing, ma il 54%, dovendo alloggiare presso questo tipo di struttura, acquisterebbe un’assicurazione viaggio, attraverso il canale online (24%), dell’agenzia assicurativa (24%) e dell’agenzia di viaggi (7%).

Intanto, dopo le dichiarazioni delle associazioni di categoria del commercio fiorentino contro le attività on line di Home restaurant, Gaetano Campolo, amministratore della GC Restaurant & Management Srl, scrive a Nove da Firenze:

In qualità di founder e CEO di Home restaurant Hotel, che presto diventerà APP con suite disponibili in ogni angolo del nostro Bel Paese, mi sento in dovere di smentire tutto: gli Albergatori, i ristoratori, i taxi, etc, già utilizzano delle App e quindi mi sembra contraddittorio e sciocco accusare nuove APP e nuovi modi di fare turismo. In pi§ da “consumatore” e amante dell’economia posso solo affermare che più opportunità si creano più si alza la qualità del servizio, l’importante però è pagare le tasse.

Da startupper e giovane imprenditore “italiano ed europeo” posso solo affermare che è giusto e doveroso mettere in regola i locali rispettando tutte le varie norme e tutto quello che serve per poter permettere a un “disoccupato” di guadagnare da casa ospitando persone a pranzo e cena, magari, se hanno una stanza in più, anche farli dormire e quindi poter passare da disoccupato a occupato con 0 euro di investimento. Oggi con l’evoluzione tecnologica e con le varie applicazioni che si possono creare per offrire servizi, si aprono nuove frontiere lavorative e nuove opportunità e per questo l’Unione Europea crede che andrebbero incentivate tutte le forme di sharing economy.

Ma il nostro è l’unico parlamento in Europa a vietare l’incrocio con i B&B, inventando scuse senza senso a favore di varie lobby e contro lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Mi auguro ora che il Governo e soprattutto il Senatore Aldo Di Biagio, vice presidente della X commissione industria, vice relatore della provvedemento, proponga una norma da noi suggerita, che risponde ai requisiti indicati dall'Unione Europea e al parere che emesso dall'Antitrst per favorire la crescita economica e per combattere la disoccupazione.

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