Grande attesa per la prima toscana del divino Ronaldo

Già a ruba nel primo giorno di prevendita i tagliandi per la sfida con la Juventus, che scende al Castellani di Empoli sabato 27 ottobre

17 ottobre 2018 16:05
Grande attesa per la prima toscana del divino Ronaldo
Foto di Alessandro Zani

Cristiano Ronaldo è la perfetta rappresentazione dell'atleta contemporaneo, basta vedere l'effetto che produce, dovunque passi. A  Empoli già ieri lunghe code nel primo giorno di prevendita dei biglietti per la partita casalinga contro la Juventus. Tutti in snervante attesa. E in poche ore i biglietti in esaurimento, in ogni ordine, o quasi.

Perché tutta questa aspettativa? La Juventus scende al Castellani da un quarto di secolo. Ma chi è l'atleta che anima tutto questo insolito clamore? Naturalmente Ronaldo, che esprime la manifestazione fisica perfetta di un uomo che ha superato l’uomo e che quindi sfiora il divino.

E' davvero questo il destino del campione portoghese? Nasciamo e viviamo nel presente. Ecco cosa ci insegna brevemente il passato. Lo sport nacque per accrescere la padronanza motoria di sé e non inteso comes pettacolo o intrattenimento. Soltanto partendo dalla fondazione delle prime relazioni sociali prese la via della competizione.In ogni caso aveva improntato non la bellezza del corpo come estetica muscolare, cioè tonicità e perfezione dei muscoli, ma la bellezza estetico-corporea inerente il movimento, creato dall’atleta stesso, nel raggiungere lo scopo dell’esercizio.

Il migliore tra tutti era colui che ne esaltasse meglio la perfezione dinamica.Dopo l'avvento della scienza, delle moderne ideologie e della popolazione che rimpiazza il popolo vi è una normalizzazione statistica, nella quale viene ripresa l’alterazione ambientale umana (esempio: città) e le caratteristiche umane legate ad essa attraverso cui formare un limite umano ed esaltarne l’anomalia. Così da inglobare qualcosa di anormale in qualcosa di normale, abituando all’anormalità tale che possa pensarsi una “meraviglia”.

Messi e Ronaldo rappresentano proprio questo meccanismo.Quindi non esiste più un’esaltazione soggettiva e l’oggetto finale diventa il limite non l'atleta. Inoltre, l’innalzamento demografico e le idee di vastità hanno rimpicciolito distanze e mondo. Conseguenza: la scienza, che già stava perdendo essenzialità, ha dovuto plasmarsi infine in “util-ienza” dove risulta rilevante solo costruire mezzi presunti indispensabili al desiderio insinuato dentro la popolazione. Infatti sono state le tecnologie a permettere lo sviluppo sociale che oggi conosciamo.

Le stesse tecnologie per cui adesso sport e atleta, anticamente vicini, rimangono lontani.Insomma, tanto accumulo “semplicemente soffocante” da far perdere i sensi.Oramai l'atleta è la bilancia del fervore popolare: influenza e influenzato dalle volizioni delle masse. Così ha perduto la sua essenza.Una società abituata alla ripetizione rapida dei fatti, senza comprenderne causalità naturale, potrebbe facilmente confondere sogno con realtà . Perciò l'atleta è fattore di un moltiplicarsi economico deleterio e che, per economia, oscilla utili e bisogni.Più qualcosa rimpicciolisce, meno ha conosciuto.

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