Gran Caffè San Marco: due furti in dieci giorni

Stella e Pieraccioni (FI): "Sicurezza inesistente. E come mai il servizio del vigile di Quartiere è stato smantellato dall'Amministrazione comunale?". Nardella: "Non ho dato alcun input per interrompere quella modalità di servizio"

Redazione Nove da Firenze
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22 gennaio 2020 18:48
Gran Caffè San Marco: due furti in dieci giorni
foto Agenzia Dire

Firenze, 22 gennaio 2020 - "Due furti in dieci giorni nello stesso locale, lo storico Gran Caffé San Marco. E per fortuna che questa volta nessuno è stato aggredito, c'è stata solo (si fa per dire) una 'spaccata' nella notte, che ha fruttato due Ipad e poco altro. Dal centro alla periferia, la sicurezza urbana di Firenze è ormai fuori controllo. E come mai il servizio del vigile di Quartiere è stato smantellato dall'Amministrazione comunale?". Lo dichiarano il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia) e la consigliera di F.I. al Quartiere 1, Roberta Pieraccioni.

"Al titolare del locale, Gualserio Zamperini, va tutta la nostra solidarietà - proseguono -. Dieci giorni fa il locale era stato razziato e lui aggredito successivamente sotto casa in zona San Jacopino. Adesso un nuovo furto. Questo dimostra in maniera choccante lo stato dell'insicurezza a Firenze. Nardella passi dalle parole ai fatti organizzando corsi di autodifesa, aumentando l’illuminazione stradale e implementando la rete di impianti di videosorveglianza. Invece di fare spot e annunci, ripristini la figura del vigile di quartiere".

A questo riguardo, come riporta l'Agenzia Dire, il sindaco Dario Nardella afferma: "Andremo avanti con i vigili di quartiere. Non ho dato alcun input per interrompere quella modalità di servizio. Per noi i vigili di quartiere sono un servizio fondamentale che va assolutamente garantito. Abbiamo un nuovo comandante, Tinella, e tra le consegne che gli ho affidato" c'è anche "il rilancio dei vigili di prossimita'".Ormai, infatti, "quasi tutti i nuovi vigili assunti hanno terminato il periodo di formazione, quindi sono pronti a tornare sul territorio". Detto questo, "ogni comandante sceglie il suo metodo: io dico che ci vogliono, poi spetterà al comandante decidere con quale modalità, strumenti e tecnologie".

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