GKN: nazionalizzare l’azienda?

E' ancora occupata la sala del Consiglio comunale. La destra chiede la convocazione della Conferenza dei Capigruppo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2022 14:35
GKN: nazionalizzare l’azienda?

Gli operai della Gkn hanno passato la natte nel Salone De’ Dugento, nella sala che ospita il Consiglio Comunale fiorentino, sospeso su decisione del Presidente Milani per scongiurare le conseguenze nefaste di quella che altrimenti risulterebbe un’occupazione non autorizzata di un edificio pubblico.

Dopo quasi 24 ore dall'apertura della seduta di ieri, il Consiglio comunale non ha ancora potuto chiudersi. Stamani il Sindaco in Palazzo Vecchio ha incontrato il Collettivo di Fabbrica. Ha portato un apprezzabile impegno, ma al momento privo di riscontri concreti.

"Non ci sottraiamo alla richiesta di una conferenza dei capigruppo, ma lì torneremo a ribadire la corretta decisione del Presidente, sostenuto da tutto il Consiglio, escluso il solo voto contrario di Cocollini. E proveremo a ricordare quanto sia sbagliato ridurre a una questione di regolamento una vicenda politica che riguarda la vita delle persone, la loro dignità, il futuro lavorativo e quello dei nuclei familiari -dichiarano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune- Al Vicepresidente ricordiamo che le regole servono a garantire il funzionamento della democrazia e della società, non ad imporre atteggiamenti repressivi che tolgono spazio ai conflitti, che vanno riconosciuti , mai censurati, proprio per i valori di libertà a cui spesso si richiama.

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Il Salone de' Dugento continui ad essere la casa di Firenze e di questa vertenza, fino a che il Comune, la Regione e il Governo non sapranno dare un segnale vero al Collettivo".

“La situazione che si è venuta a creare ieri in Consiglio Comunale è lo specchio di questi tempi e di questa politica più interessata ad apparire che a compiere azioni concrete nei confronti di lavoratori che chiedono semplicemente il riconoscimento di un diritto, quello al lavoro, sancito dai nostri padri costituenti con l’articolo 4 della Costituzione” così i consiglieri De Blasi e Masi.

“Il governo Meloni poi, appena insediato, ha pensato bene di approvare come primo atto un decreto legge – quello sui rave party – che, come già il MoVimento 5 Stelle ha avuto modo di evidenziare in sede nazionale, è una norma da Stato di Polizia che va a punire con pene altissime persone che vogliono semplicemente manifestare il proprio pensiero”.

“Nel caso delle Gkn, apprezziamo la decisione del Presidente Milani di aver sospeso la seduta del Consiglio, così come la non opposizione alla stessa da parte di tutte le forze politiche che lo compongono. Questa presa di posizione, oltre a dimostrare la vicinanza ai 300 lavoratori di Gkn e alle loro famiglie, sottolinea anche che, nella realtà delle cose, occorre usare il buon senso piuttosto che la forza, come invece la destra di governo vuole fare” sottolineano i consiglieri.

“Stiamo facendo richiesta per la convocazione straordinaria dei capigruppo di tutte le forze politiche del Consiglio, così da decidere tutti insieme come procedere”.

“Auspichiamo inoltre che tutti i soggetti coinvolti nella difficile situazione della Gkn si siedano rapidamente intorno a un tavolo e aprano seriamente le trattative, al fine di dare risposta alle richieste dei lavoratori che da tanti mesi stanno aspettando e sperano in una soluzione positiva al problema”.

“Chiedo l’intervento del Governo per risolvere la questione della GKN. Non basta la solidarietà che stiamo dimostrando tutti a seguito dell’occupazione del Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio. Visto che adesso abbiamo un Governo di centrodestra – sottolinea il capogruppo del gruppo misto Andrea Asciuti – che dovrebbe avere una sensibilità maggiore sulla nazionalizzazione delle aziende, invito il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a valutare la possibilità di nazionalizzare l’azienda. La GKN, fino al 1996, era all’interno della città di Firenze ed era proprietà della FIAT, è stato poi trasferito nella zona industriale per permettere un suo ampliamento. Lo stabilimento è nato italiano (precisamente tra il 1938 ed il 1939) e tale è rimasto per decine di anni, e allora perché non farlo tornare italiano? Mi auguro che si faccia chiarezza – conclude Andrea Asciuti – e si trovi una soluzione velocemente”.

"Sono assolutamente solidale con i lavoratori , ma ho espresso fin da ieri sera la mia totale contrarietà alla violazione del regolamento che ha di fatto permesso e legittimato l’occupazione del Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio. Un episodio gravissimo che lede le istituzioni e crea un precedente che difficilmente potrà essere sanato.Su richiesta della maggioranza dei capigruppo dell’opposizione ho appena richiesto al Presidente Milani la convocazione urgente delle Conferenza dei Capigruppo per capire quale sia la situazione e come si intenda andare avanti, anche perché non è stata comunicata dal Sindaco e dal Presidente Milani nessuna decisione che intendono assumere.

Ho annunciato, fin da subito, infine, che quando arriverà il mio turno alla presidenza della seduta mi atterrò scrupolosamente al regolamento verificando il numero legale ed in sua assenza dichiarando immediatamente chiusa la seduta" interviene Emanuele Cocollini (Gruppo Centro), vice presidente vicario del Consiglio comunale.

"È l'ora di terminare questo balletto sulla pelle dei lavoratori e tirare fuori un piano industriale degno di questo nome. Se Borgomeo non riesce a farlo deve intervenire il Ministero delle Imprese. Alcune nostre fonti ci riferiscono, inoltre, che il problema sembrerebbe nascere dal fatto che il Ministero del Lavoro manifesti alcune difficoltà nel concedere il pagamento della cassa integrazione. Se questa circostanza, già all’attenzione dei nostri parlamentari toscani, fosse verificata sarebbe grave: un’ulteriore prova che i Ministri del governo Meloni hanno difficoltà a parlarsi tra di loro, in un momento in cui l’unità è essenziale per procedere nella riqualificazione dello stabilimento” A dichiararlo è la Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Regione Toscana, Irene Galletti, in una nota inviata alla stampa in merito all’occupazione del Consiglio Comunale da parte di alcuni lavoratori dell’ex Gkn di Campi Bisenzio.

“Fin dai primi momenti di questa vicenda il Movimento 5 Stelle è sempre stato al fianco di questi lavoratori che rivendicano, non solo il mantenimento del proprio posto di lavoro, ma anche il dovuto rispetto. A questo punto, in base anche alle recenti dichiarazioni rilasciate da Borgomeo, è chiaro che serva un intervento della Regione e del Ministero per verificare soluzioni alternative. Per favorire questo passaggio - chiarisce la consigliera regionale - ho già presentato una mozione per esprimere, a questi lavoratori, la solidarietà del Consiglio Regionale e per impegnare il Presidente Eugenio Giani a sollecitare Adolfo Urso, ministro con delega alle Imprese nel nuovo Governo, ad attivarsi immediatamente, in sinergia con le altre istituzioni, a rimuovere ogni ostacolo che non permetta il salvataggio dello stabilimento e, se necessario, reperire nuovi investitori per superare lo stallo e garantire la sopravvivenza dell’azienda e dei posti di lavoro.” Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Regione Toscana.Sulla stessa linea si esprime Andrea Quartini, deputato del Movimento 5 Stelle eletto nel collegio fiorentino, che ha sottoscritto un'interrogazione parlamentare congiuntamente con Emiliano Fossi, per dare più forza alla lotta dei lavoratori e perché nella difesa della loro giusta causa non ci debbano essere steccati.

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