Giani: "Vaccini, vaccini, vaccini... sono l'argine vero"

Piano vaccinale toscano: la comunicazione del presidente in Consiglio regionale. Il dettaglio del dibattito di ieri sera

Redazione Nove da Firenze
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24 febbraio 2021 08:50
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Firenze – “Vaccini, vaccini, vaccini. È questo il mio punto di riferimento in questa fase. Sui vaccini si gioca tutto: dobbiamo essere consapevoli che l’argine vero non sono le misure restrittive, ma possono esserlo soltanto i risultati della campagna di vaccinazione”.

Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani, in chiusura del dibattito sulla comunicazione dell’assessore Bezzini e sul piano vaccinale. La relazione di Bezzini “è importante e completa, dobbiamo ringraziare tutti quelli che stanno collaborando in questo grande sforzo che stiamo producendo”. E i risultati, dice, parlano di una Toscana in prima fila. Pensa ai medici di famiglia, che “hanno aderito al 90 per cento e la nostra Regione sta diventando un esempio”. Pensa alla “macchina” messa in moto, che vede la Toscana “prima tra le grandi Regioni per numero di vaccinati rispetto alla popolazione, seconda solo a realtà più piccole, come la Val d’Aosta e la provincia di Bolzano.

In Toscana – dice con orgoglio il presidente rivolto all’Aula – i vaccini in frigorifero stanno poco”. Quanto alle polemiche sulle categorie e alle diverse fasi, “avessimo avuto le dosi promesse non ci sarebbero state certe discussioni. Somministreremo a tutti i vaccini, attenendoci con trasparenza alle linee nazionali, alle circolari e alle indicazioni del ministero, come abbiamo fatto finora. Ieri sono stato a Roma, per un colloquio con il ministro Speranza: sono stato autorizzato ad avviare la vaccinazione dei ‘fragili’ contestualmente agli over 80”.“Forse sono stati sottovalutati gli accordi assunti a livello internazionale”, aggiunge Giani.

Non si doveva “guardare a spese, il vecchio continente questa sfida l’ha persa. Ma dobbiamo rimediare. Contiamo molto nell’autorevolezza del presidente del Consiglio, Draghi, per recuperare il gap”. L’idea della produzione di vaccini in Toscana non guarda solo all’immediato: “Bisogna pensare che l’andamento della pandemia ci porterà ad aver bisogno di vaccini nei prossimi tre anni”.L’obiettivo stringente, ripete Giani, è “raggiungere l’immunità di gregge entro la prima settimana di ottobre, in estate la campagna vaccinale dovrà essere fortissima”.

La sfida vede tutti in gioco, avverte il presidente della Toscana, rivolto alle opposizioni: “La capacità che dobbiamo creare in questo Consiglio è di attivarci a livello nazionale in modo forte. Superiamo un po’ la logica delle coalizioni che si sono fronteggiate nelle elezioni di settembre: lo dico a Marco Stella, dal quale mi aspetto un grande stimolo al ministro Gelmini, a Marco Landi per il ministro Giorgetti, alla conigliera Silvia Noferi per il ministro Di Maio. Siamo tutti forza di governo, dobbiamo essere molto costruttivi per attivare una macchina capace di portare l’Italia al livello internazionale più alto e, a livello interno, a produrre vaccini.

Siamo parte integrante dello sforzo che ha visto la Toscana dimostrarsi così capace a livello operativo”. E si rivolge anche a Fratelli d’Italia: “hanno ragione quando dicono che dobbiamo impegnarci con grinta e determinazione perché i vaccini possano arrivare in Italia”.L’ultima considerazione, “rispetto alle misure da prendere: siamo in zona arancione e i dati fanno propendere verso un moderato ottimismo perché si possa rimanerci”, sapendo che si potrà pensare “a isolare focolai che possono portare a un incremento del contagio.

Su questo mi sto muovendo per provvedimenti che siano frutto di una sorta di concertazione con i sindaci”.L’assessore Simone Bezzini ribadisce “il massimo impegno per tenere la Toscana al livello che ha già raggiunto: 10,5 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale di vaccinazioni”. Per il resto, ribatte, “il mio motto non è ‘strepitare’, ma ‘lavorare’”. Le risposte alle domande del portavoce dell’opposizione: “I dati attuali sulla vaccinazione degli over 80 sono in aggiornamento.

Se ne prevedono 10mila in questi giorni, altri 30mila la prossima settimana. E sugli under 65, apriremo le prenotazioni non appena avremo le nuove forniture da AstraZeneca”.

AUMENTARE LE PRODUZIONI. Approvata a maggioranza, con il voto favorevole dei gruppi Pd e Italia Viva e la non partecipazione al voto dei gruppi dell’opposizione, la proposta di risoluzione del Pd, primo firmatario il capogruppo Vincenzo Ceccarelli. Ritenendo centrale il tema della produzione dei vaccini, l’atto di indirizzo impegna la Giunta ad attivarsi, in ogni sede utile, “affinché all’interno di una strategia comune di livello europeo, coordinata dai diversi governi nazionali, si creino le condizioni per aumentare le produzioni”, valutando soluzioni che coinvolgano anche il livello regionale e considerando di poter utilizzare i fondi europeo a questo scopo.

L’atto di indirizzo chiede anche un impegno “a proseguire, con velocità ed efficacia”, la campagna di vaccinazione in corso, per garantire la massima copertura della popolazione della Toscana, prestando particolare attenzione al successo di quella che riguarda gli ultraottantenni e prevedendo, per questa categoria di cittadini, azioni mirate, come ad esempio il coinvolgimento dei medici in pensione per la somministrazione delle dosi, per poi proseguire con le altre categorie di cittadini da vaccinare. Alla Giunta si chiede anche un impegno “a procedere, quanto prima, con la vaccinazione delle persone estremamente vulnerabili, indipendentemente dall’età, e contestualmente dei loro cargiver e dei loro familiari”.

Il documento del Pd, inoltre, chiede alla Giunta di “valutare, alla luce dell’ultima circolare del ministero della Salute, la possibilità di utilizzare il vaccino AstraZeneca anche sui soggetti che presentano condizioni di salute con criticità più lievi e comunque non ricompresi nella categoria degli estremamente vulnerabili”. Infine, si chiede un impegno “per rafforzare forme di comunicazione e informazione” ai cittadini dove “personale adeguatamente formato possa prendere in carico i dubbi e le domande legittime” delle persone.

Prima della votazione, si è sviluppato un articolato dibattito, durante il quale sono i capigruppo della Lega, Elisa Montemagni, di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli, del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti, e di Forza Italia, Marco Stella hanno lamentato il mancato coinvolgimento nella costruzione di un atto di indirizzo che potesse raccogliere le istanze che i vari gruppi hanno sottoposto all’aula con atti distinti e tutti respinti in fase di votazione. La richiesta è emersa dopo aver appreso che un emendamento a firma Enrico Sostegni (Pd) e Stefano Scaramelli (Italia Viva), presentato e accolto nel corso di una precedente mozione approvata all’unanimità, aveva ricompreso tutte le categorie di cittadini da vaccinare in via prioritaria.

SOMMINISTRAZIONE A CHI SI OCCUPA DI SERVIZI ESSENZIALI. “Sollecitare il ministero della Salute e gli organi competenti affinché ogni Regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti e assistiti, indipendentemente dalla regione in cui prestano servizio”. Lo chiede il primo punto del dispositivo finale della mozione presentata da Stefano Scaramelli (Italia Viva), ed emendata da Enrico Sostegni (Pd) e dallo stesso Scaramelli, che è stata votata all’unanimità dal Consiglio regionale.

Il secondo punto del dispositivo finale, oggetto dell’emendamento, nella sua nuova formulazione impegna la Giunta regionale “a intervenire nei confronti del ministero della Salute affinché sia considerata prioritaria la vaccinazione di tutte le categorie professionali riconducibili ai servizi essenziali, così come definiti dalla normativa nazionale sviluppata durante il primo lockdown”.

L’emendamento è poi stato sottoscritto da tutti gli altri capigruppo, dopo che si era sviluppata un’articolata discussione riguardo alla necessità di un atto unitario, che ricomprendesse tutte le richieste contenute negli atti di indirizzo dei vari gruppi, durante la discussione sulla successiva proposta di risoluzione presentata dal Pd.

SOMMINISTRAZIONE AI SOGGETTI FRAGILI. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una proposta di risoluzione, presentata da Stefano Scaramelli (Italia Viva), con la quale si impegna la Giunta “ad anticipare la somministrazione del vaccino a tutte quelle persone che presentano un quadro di fragilità, indipendentemente dall’età, tale per cui necessitino di essere tutelati e salvaguardati, ovvero tutti i disabili e i loro familiari, così come per i malati con patologie croniche o pregresse e i relativi familiari, compresi i malati oncologici o coloro che hanno situazioni critiche dimostrabili”.

RISOLUZIONI RESPINTE. Nel corso della votazione degli atti di indirizzo in merito alla comunicazione della Giunta regionale sul ‘Piano vaccini’ l’aula ha respinto sei proposte di risoluzione, presentate dal gruppo della Lega, da quello di Forza Italia e da quello di Fratelli d’Italia.

Tra gli atti di indirizzo presentati dalla Lega, ne figuravano due a firma del consigliere Andrea Ulmi. Il primo chiedeva alla giunta di impegnarsi, di concerto con gli uffici, “riguardo alla vaccinazione della popolazione ultraottantenne da parte dei medici generici, a valutare una soluzione che sani i problemi apertisi con la chiusura della piattaforma di prenotazione, che ha di fatto impedito a molti medici di vedere iscritti i loro pazienti nella lista di chi ha diritto alla vaccinazione”.

Alla Giunta si chiedeva anche di “valutare una strategia comunicativa più capillare e funzionale al fine di facilitare l’opera di tutte le parti impegnate a combattere la pandemia”. Nel secondo atto di indirizzo, invece, alla Giunta si chiede di impegnarsi “a facilitare e sostenere il contributo al contrasto al Covid-19” da parte di chi, avendone le necessarie e dovute professionalità, “intenda mettersi volontariamente a disposizione del Servizio sanitario regionale per svolgere vaccinazioni o altre mansioni”.

A questo fine l’atto chiedeva l’istituzione di uno sportello dove potessero essere raccolte le autocandidature per poi avviare percorsi veloci di analisi delle richieste la loro veloce attivazione.

Due, invece, le proposte di risoluzione sottoscritte da Elisa Montemagni ed Elena Meini della Lega e da Marco Stella (Forza Italia). Il primo impegnava la Giunta “affinché in Toscana, nella prossima fase di vaccinazione, gli autisti del Tpl, delle vetture a noleggio e dei tassisti” venissero vaccinati “subito dopo le categorie più fragili”. Il secondo alla Giunta chiedevo di impegnarsi “a far sì che gli assistenti bagnanti, in particolari quelli che operano presso strutture in fase di riapertura”, fossero vaccinati” prima dell’inizio della stagione estiva”.

Infine, l’aula ha respinto due proposte di risoluzione del gruppo Fratelli d’Italia. La prima, sottoscritta da Diego Petrucci, Vittorio Fantozzi e Francesco Torselli, chiedeva alla Giunta di impegnarsi per “mettere in atto quanto prima e in ogni modo possibile” la possibilità di utilizzare, per le vaccinazioni, oltre i centri e le modalità già attivate, “le caserme, le strutture fieristiche, i centri congressi, le case della salute, le farmacie, le sedi pubbliche e del volontariato sociale, gli hotel, stadi, palazzetti dello sport e palestre, ambulatori autorizzati, strutture sanitarie private accreditate, fabbriche e insediamenti industriali”.

Nella seconda proposta di risoluzione, primo firmatario il capogruppo Torselli, si chiedeva alla Giunta di “ntervenire nelle sedi opportune perché sia revocato l’incarico al Commissario straordinario Arcuri, così da recuperare, con un segnale di discontinuità, fiducia e credibilità nei confronti dei cittadini”.

PRIORITA' A DIVERSAMENTE ABILI.  Le persone diversamente abili dovrebbero avere accesso prioritario alla somministrazione di vaccini. È quanto chiede il capogruppo di Forza Italia, Marco Stella, nella mozione discussa e approvata a maggioranza dal Consiglio regionale.

Nell’impegnativa Stella chiede alla Giunta e al presidente de Regione, Eugenio Giani, di “riconoscere la particolare fragilità” di queste categorie così come il loro “diritto a ricevere un’attenzione prioritaria per in incorrere in situazioni drammatiche”. “Anche sintomi leggeri – si legge nel testo – possono infatti determinare complicazioni e pregiudicare le condizioni di salute generali”.

Da qui l’appello a “predisporre tutti gli atti necessari alla vaccinazione delle persone con disabilità, sia per evitare le conseguenze del contagio di una persona fragile o non collaborante, sia per scongiurare effetti su familiari o caregiver che provvedono all’assistenza in ambito domestico”.

MOZIONI RESPINTE. Il Consiglio regionale ha respinto una serie di mozioni, collegate alla comunicazione della Giunta sul ‘Piano vaccini’, presentate dai gruppi di opposizione. Tra queste, la mozione firmata dal consigliere Marco Stella (Forza Italia) che chiedeva di “dare priorità, nella distribuzione del vaccino, ai pazienti affetti da patologie oncologiche, cardiache ed ematologiche”. Bocciata anche l’atto di indirizzo, presentato da Marco Landi (Lega), in merito all’acquisto da parte della Regione Toscana di dosi vaccinali contro il Sars-Cov-2.

Tra le mozioni respinte, quelle del Movimento 5 Stelle. La prima, a firma Irene Galletti e Silvia Noferi, chiedeva un impegno della Regione nei confronti del Governo per “utilizzare il brevetto Pfizer-BioNTech, “in licenza obbligatoria o analoga forma, anche senza negoziazione”, per consentire “la produzione del vaccino presso laboratori nazionali”, e quella a firma Noferi circa l’inserimento della categoria “autisti addetti al servizio scuolabus” nella macrocategoria del “personale scolastico docente e non docente” all’interno del programma vaccinale.

Due anche le mozioni respinte che erano state presentate da Fratelli d’Italia. La prima, a firma di Gabriele Veneri, intendeva verificare se il personale di aziende che operano fuori dai confini nazionali e delle aziende di export possano rientrare tra le categorie con priorità di accesso alla vaccinazione. La seconda, primo firmatario Diego Petrucci, chiedeva che la Giunta si impegnasse ina battaglia per l’espropriazione dei brevetti alle aziende produttrici di vaccini, per ottenere un’indipendenza vaccinale.

Sono infine state ritirate due mozioni. Una di Marco Stella, sulla necessità di inserire con priorità nella campagna vaccinale i medici liberi professionisti. L’altra di Stefano Scaramelli (Italia Viva), che chiedeva priorità di accesso al vaccino, secondo tre diverse fasi, per gli operatori del 118, gli insegnanti e il personale scolastico di ogni ordine e grado e gli operatori ecologici.

DIBATTITO. “Siamo molto contenti che la prima fase della vaccinazione, quella del personale sanitario, sia andata bene – ha affermato Silvia Noferi (M5S) - Sorgono però alcuni dubbi, ad esempio sul reclutamento del personale”. Nella relazione, ha ricordato, si legge che dovrebbero arrivare fino a novecento professionisti, grazie al bando del commissario Arcuri, di cui 155 già in forza. “Dove sono? – ha chiesto - Ed il reclutamento degli specializzandi come è andato? Quanti si sono offerti? Quando si pensa di finire la campagna? E’ stata fatta una previsione?”. A suo parere l'unica questione seria da porsi è quella relativa alla produzione di vaccini in Italia ed ha sottolineato la necessità di dare un’informazione chiara ai cittadini.

“Siamo in una situazione molto complicata. Non c’è nulla di cui essere soddisfatti. C’è tutto per essere preoccupati – ha rilevato Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) - In Toscana siamo tre milioni e settecentomila persone. Non penso si possa annunciare oggi in maniera trionfalistica che ne abbiamo vaccinati 250mila. E’ un fallimento della politica”. A suo parere è necessario giungere alla sospensione dei brevetti dei vaccini e farli produrre anche dal tessuto produttivo toscano e nazionale.

“Come si chiede ai ristoratori di chiudere i ristoranti – ha affermato – dobbiamo sospendere i brevetti e produrre i vaccini necessari”. Nella campagna vaccinale, al netto della prima fascia, non ci devono essere differenziazioni per categoria professionale e sociale. Inoltre si possono utilizzare gli studenti di medicina degli ultimi due anni, in cambio di crediti formativi. “Non c’è una parola nella relazione sull’utilizzo delle 1218 farmacie – ha aggiunto – Questo consiglio ha approvato una mozione all’unanimità.

A fine anno rischiamo di non aver vaccinato neppure la metà della popolazione” ha rilevato.“Non c’è trionfalismo. Ci sono dati e vengono confrontati con quelli di altre Regioni – ha replicato Enrico Sostegni (Pd), presidente della commissione Sanità – Abbiamo attivato i canali che possono permettere di raggiungere tutta la popolazione, appena i vaccini arriveranno. A questo affianchiamo la rete dei medici di medicina generale, che si è messa a disposizione degli ultraottantenni, che hanno più problemi ad accedere alla struttura”.

A suo parere non è opportuno che le Regioni facciano saltare il tavolo di coordinamento europeo, che può portare vantaggi anche alla nostra comunità, ma è possibile avviare una produzione propria, ben sapendo che non è un problema di brevetti, ma soprattutto di organizzazione e di tempo.“E’ l’unica Regione che ha avuto il coraggio di aprire le scuole, fare didattica in presenza e vaccinare tutti gli insegnanti. Non era né dovuto, né scontato - ha sottolineato Stefano Scaramelli (Italia Viva) – Vogliamo che ci sia la massima attenzione per le persone fragili, con disabilità, con malattie croniche o oncologiche, per le quali va organizzato anche l’approvvigionamento.

Ci sono criticità, come per gli insegnanti che lavorano in altre Regioni, che devono essere affrontate”. Scaramelli ha chiesto inoltre di sostenere la ricerca sugli anticorpi monoclonali.“Leggendo il piano, sembra quasi che aspettiamo la manna dal cielo, un qualcosa che non dipende da noi – ha osservato Andrea Ulmi (Lega), vicepresidente della commissione Sanità – I vaccini andiamo a cercarli , o comunque troviamo chi può aiutarci a metterli dentro le fialette. Diamo ai toscani il massimo possibile”.“Se andiamo avanti di questo passo, ci vorranno tre anni per avere una immunità di gregge - ha affermato Marco Stella (Forza Italia) – In uno stato di emergenza, dove si chiudono ristoranti, attività commerciali, stabilimenti balneari, se le case farmaceutiche non ce la fanno, i loro brevetti devono diventare patrimonio comune”.

A suo giudizio occorre fare scelte coerenti: “fra un avvocato ed un autista del trasporto pubblico, è quest’ultimo ad avere la precedenza.

“Contro l’assessore Bezzini sono state pronunciate in quest’Aula parole non giuste, la Regione ha compiuto uno sforzo immane e in sanità fare delle scelte è sempre veramente molto difficile”. Così la consigliera Donatella Spadi (Pd) respinge gli attacchi alla comunicazione dell’assessore regionale alla sanità. I fatti, spiega la consigliera, dicono che “la Toscana è giunta quasi a completare la fase 1”, che tra i molti risultati raggiunti, “sono stati messi in campo i medici di medicina generale.

Creare un sistema software, ad esempio, è molto facile a dirsi e molto difficile da realizzare”. La consigliera ritiene “condivisibile l’idea di pensare alla produzione in Toscana, anche solo di fasi della preparazione di un vaccino”.L’operato dell’assessore è al centro dell’attenzione anche del capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli: “All’opposizione è stato chiesto un atteggiamento di responsabilità, ma questo vale anche per l’assessorato. Avrei voluto conoscere – attacca Torselli - i dati che l’assessore irresponsabilmente fornisce ogni giorno alla stampa, creando incertezza nei territori” e cita su tutti Pistoia.

“Avrei voluto sentire anche due parole su quello che è successo venerdì scorso, riguardo agli sms che sono circolati tra gli avvocati: dobbiamo pensare che una categoria può accedere prima di altre alla vaccinazione grazie ai buoni uffici di qualcuno in Regione?”.Il terreno sul quale si è scelto di contrastare “il lavoro poderoso rappresentato da Bezzini, così come dal presidente Giani e che oggi l’assessore ha illustrato all’Aula”, sostiene la consigliera Federica Fratoni (Pd) “è quello della propaganda”.

Chi vorrà, suggerisce, “potrà trovare in queste pagine informazioni assolutamente strategiche, anche per il lavoro che dobbiamo fare noi nei territori. Il mio invito è ad evitare strumentalizzazioni”.Anche il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli, evidenzia i risultati già raggiunti e le capacità dimostrate dalla Toscana: “Siamo entrati nella seconda e, speriamo, risolutiva fase, quella della vaccinazione, che la nostra Regione sta portando avanti con grande determinazione ed efficacia”.

Ora, dice il capogruppo, “occorrono nervi saldi, serve muoversi con cautela, all’interno delle strategie nazionali ed europee. Sarebbe rischioso cercare di uscirne e tentare altre strade per l’approvvigionamento dei vaccini. Bisogna fare di tutto per avere maggiore produzione, ma i risultati non si misurano in termini di veemenza” conclude.“Ci aspettavamo una comunicazione più attinente al momento che stiamo vivendo”, dichiara il portavoce dell’opposizione, Marco Landi (Lega). “Ad esempio, vorremmo sapere dall’assessore quando la Regione attiverà le prenotazioni per gli under 65, che ora sappiamo possono essere vaccinati con AstraZeneca.

Oppure spiegazioni riguardo a un dato che ci dice, secondo i report governativi, come la Toscana sia in ritardo nella vaccinazione degli over 80: solo lo 0,3 per cento, penultima dopo il Molise, a fronte del quasi 9 per cento del Veneto e del 10 per cento dell’Emilia-Romagna”. O, ancora, “perché la Regione ha deciso di anteporre certe categorie ad altre? Forse sono stati compiuti errori di valutazione, non si è tenuta nella dovuta considerazione le effettive fasce di rischio. Di questo passo, disabili, malati cronici e altre categorie saranno vaccinate in estate”.

E infine, il portavoce chiede “maggior credito e attenzione alle iniziative dell’opposizione, che meritano di essere tenute in considerazione e riconosciute”.La consigliera Elisa Tozzi (Lega) rileva che “la carenza di vaccini è il fallimento della politica dell’Unione europea e l’Italia sconta questa gestione dilettantistica”. Adesso, prosegue, “bisognerà battere i pugni a Bruxelles”. Dalla Giunta, dice ancora Tozzi “vorremmo ora una road map, senza allarmismo. E invece manca un po’ la sostanza, mentre la pandemia continua a correre e serve una mobilitazione senza precedenti, prevenzione nei territori, organizzazione logistica”.

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