Firenze– “Porterò in Consiglio regionale una deliberazione formale di sollecitazione al governo italiano affinché riconosca lo Stato di Palestina come libero, sovrano e autonomo”. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Eugenio Giani.
“Il riconoscimento formale dello Stato di Palestina, anche agli effetti del diritto internazionale, può infatti svolgere una funzione di deterrenza maggiore nei confronti delle continue e ingiustificate incursioni e bombardamenti da parte delle forze del governo israeliano nel territorio della Striscia di Gaza” spiega Giani.
“Chiederò, inoltre, che il governo italiano riconosca nei comportamenti di Netanyahu e del suo governo una continua violazione dei diritti umani - aggiunge il presidente -, diritti inviolabili e appartenenti ad ogni individuo, così come affermato dalle Nazione Unite nella Dichiarazione Universale. E che affermi l’intollerabilità dell’azione del governo israeliano, il quale sta perpetrando crimini di guerra ai danni del popolo palestinese, in particolare bambini, donne e anziani”.
Il presidente Eugenio Giani, inoltre, annuncia che “da domani, lunedì 2 giugno, la bandiera dello Stato di Palestina sarà esposta davanti a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della giunta regionale”.
La soluzione dei due Stati “è l’unico orizzonte per fermare la spirale di violenza, l’unica strada per costruire un futuro senza guerra, senza odio, senza vendette. Condivido l’appello del governatore Eugenio Giani perché l’Italia faccia la sua parte e riconosca lo Stato di Palestina come libero e autonomo. Farò in modo che la sollecitazione sia discussa e votata il prima possibile dal Consiglio regionale. Non è solo una delibera simbolica, ha un significato politico che va nella direzione indicata dall’Europa e già compiuta da altri Paesi dell’Unione”. Così il presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mazzeo, condivide l’intenzione avanzata dal governatore della Toscana di portare in Aula una “deliberazione formale al Governo italiano affinché riconosca lo Stato di Palestina come libero, sovrano e autonomo”.
“Il riconoscimento dello Stato palestinese non è un gesto contro qualcuno, ma a favore della pace, della giustizia, della convivenza tra i popoli. Solo attraverso il riconoscimento reciproco e il dialogo si può fermare la spirale della violenza. Lo dobbiamo ai civili innocenti, alle famiglie spezzate, ai bambini che oggi crescono sotto le bombe o nel terrore” continua Mazzeo.
“È inaccettabile – afferma il presidente del Consiglio regionale - che il Governo guidato da Netanyahu continui a rifiutare ogni prospettiva di soluzione politica e alimenti un’escalation che colpisce duramente la popolazione civile. Chi governa ha il dovere di proteggere vite umane, non di perpetuare occupazioni, rappresaglie e distruzioni. Se vogliamo davvero costruire la pace, serve coraggio. E il riconoscimento dello Stato di Palestina è un passo necessario e non più rinviabile” conclude.
Un intreccio di storie per un futuro senza guerre. Un immenso patrimonio cucito a mano, con pezzi di stoffa pervenuti a Sant’Anna di Stazzema da tutti i Comuni d’Italia. Oggi il Tappeto del mondo porta il suo messaggio di pace non solo nel Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema, dove ha preso vita questa iniziativa grazie all’associazione I Colori della Pace, ma in modo diffuso nei borghi di Stazzema e nei luoghi simboli di ogni comunità sventola un messaggio di speranza.
Al Santuario del Piastraio a Stazzema, in piazza dei Tigli sempre a Stazzema paese, a Casa Colleoni un alpeggio sopra Cardoso alle Pendici del Monte Forato, all’Opera Pia Mazzucchi a Pruno, a Palazzo della Cultura a Cardoso, al Municipio di Stazzema e al Museo Storico della Resistenza di Sant'Anna. Ma anche in altri luoghi, come al Palazzo Ducale di Genova.
«Ringrazio l’assessore Anna Guidi per questa iniziativa che ha dato la possibilità, dopo aver raccolto decine e decine di metri di stoffa poi cucita dalle donne del Tappeto del Mondo, di far uscire alla luce in tanti luoghi di Stazzema e non solo di questo progetto pieno di speranza e contenuti. Per la Festa della Repubblica il Tappeto sarà visibile in tanti luoghi che via via si aggiungono. Questa è una delle tante attività che svolgiamo, anche e soprattutto nel Parco nazionale della Pace di Sant’Anna, per impegnarci a diffondere valori di pace, di libertà e di uguaglianza.
Un lavoro costante, perché sono decine ancora le guerre in tutto il mondo. Da giorni però stiamo preparando una conferenza ad hoc sulla Pace perché si racconti cosa accade nella Striscia di Gaza. Sarà con noi anche un medico in missione umanitaria in quella zona in cui si sta compiendo un massacro di donne e bambini». Intanto domani, 2 giugno, a Sant’Anna sarà ospite l’eurodeputato noto per le sue posizioni pacifiste Marco Tarquinio, giornalista ed ex direttore dell’Avvenire, a cui è affidata l’orazione ufficiale per l’anniversario della Festa della Repubblica.
«Il Tappeto del mondo è un invito alla pace con riferimento alle vittime di Sant’Anna. Ha i colori della vita, è un arcobaleno come appunto le bandiere della pace - spiega l’assessore alla cultura Anna Guidi -. Da 5 mesi è in vita il progetto di adozione che ha coinvolto numerose associazioni del territorio. Esporre il tappeto è invitare alla pace e condannare la guerra, in questo momento tutte le guerre, compreso lo sterminio di civili a Gaza che non è neanche una guerra, ma un massacro di vittime inermi compreso donne, vecchi e bambini.
Esattamente come il 12 agosto ‘44 a sant’Anna. Il tappeto, già esposto in varie occasioni istituzionali, mentre le celebra invita contemporaneamente a costruire la pace». L’assessora Anna Guidi ha poi sottolineato che «il vero lavoro, quello che conta è l’opera educativa che di svolge a Sant’Anna presso il Museo storico della Resistenza dove si accolgono migliaia di scolaresche ogni anno e si racconta ciò che è accaduto e più non dovrebbe ripetersi. Bene la disponibilità dei superstiti a farsi, con dolorosa fatica, testimoni di pace .
Bene la rete di contatti, anche con la Germania che ha consente la rielaborazione del lutto facendone strumento di speranza».