Giallo in collina a San Gaggio, M5S accuse a Comune e Soprintendenza

C'erano tutti i permessi per poter realizzare l'opera. Allora chi ha sbagliato?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2016 16:05
Giallo in collina a San Gaggio, M5S accuse a Comune e Soprintendenza

“I furbetti in Italia sanno sempre trovare il modo di cavarsela. È il caso della speculazione edilizia sulla collina di San Gaggio; un caso – spiega la consigliera del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi – finito più volte sui giornali e ormai al suo epilogo. Nel novembre 2009 il cantiere per la costruzione di 12 appartamenti in via Benedetto Castelli provocò ad inizio lavori una frana con conseguente cedimento del piano stradale, crepe nelle case vicine e tanta paura sommata allo sgomento.

Lo sgomento nasceva dall’incredulità di vedere trasformata una delle più belle colline di Firenze in un agglomerato di cemento a ridosso delle villette di inizio Novecento mentre nasceva spontanea la domanda: “Come può avere il Comune permesso questo scempio?” La Sovrintendenza aveva dato parere positivo al progetto e la commissione comunale per il paesaggio ritenne “l’intervento compatibile rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo stesso”, ma dopo il crollo, la magistratura aprì un’inchiesta con 6 indagati e tutto fu bloccato.

Nel 2014 come se nulla fosse accaduto, contando probabilmente sulla poca memoria dei funzionari comunali, la Edilborg presentò una nuova SCIA e ricominciò i lavori di costruzione. Il Dirigente del Comune dott. Palladino emise un’ordinanza di sospensione immediata dei lavori e in effetti il cantiere fu fermato per la seconda volta. Imperterrita, alla metà del 2015, la ditta Edilborg riprese i lavori, ancora prima che il Tribunale di primo grado si pronunciasse. Sul finire del 2015 il Giudice Maria Teresa Scinicarello ha condannato tre persone per abuso edilizio (anche se il reato nel frattempo era caduto in prescrizione) mentre per la strada franata ha ordinato “il ripristino dei luoghi a spese degli imputati entro due mesi dal passaggio in giudicato della sentenza”; ne è seguita il 25/02/2016 la richiesta della dirigente comunale Arch.

Fancelli alla proprietaria Galli, all’architetto Ortona e alla Fouredil Group srl, di provvedere al ripristino dei luoghi. Una storia di carte bollate, indagini, scie, permessi, autorizzazioni, ordinanze perfino sentenze di Tribunale, ma nel frattempo i tre stanno completando indisturbati la loro opera. Come? Facendo ricorso in appello al solo scopo di perdere tempo e sfruttare il consolidato escamotage della prescrizione. Si sa che l’Italia è il paese dei furbetti, di chi si muove con destrezza fra le tavole dei progetti e i codici legislativi per ottenere quel che vuole e farla franca, ma viene il sospetto che dietro questa speculazione edilizia ci sia una regia di persone molto competenti e senza scrupoli, che sono riuscite ad approfittare della lentezza della macchina amministrativa.

Molti chiedono una legge che interrompa il decorrere della prescrizione per i reati una volta che siano iniziati i processi ma nessuno sembra prendere seriamente il problema e tutto rimane così com’è. I gabbati – conclude la consigliera del Movimento 5 Stele Silvia Noferi – per ora sono gli abitanti della collina di San Gaggio e tutti i fiorentini che avranno un pezzo in meno di collina dalle parti di Poggio Imperiale, come potrete constatare con i vostri occhi passando da quelle parti.

I responsabili non saranno puniti e chi doveva proteggere il nostro territorio: Comune e Sovrintendenza, ha fallito” conclude l'agguerrita rappresentante pentastellata.

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