Forteto: dopo la condanna, nuova commissione di inchiesta

 Mugnai (FI) «I giudici parlano chiaro: “Totale commistione” cooperativa/comunità. Serve un punto zero per dipanare la matassa che ha nascosto gli abusi»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 settembre 2015 16:00
Forteto: dopo la condanna, nuova commissione di inchiesta

«Ora che le motivazioni della sentenza hanno cristallizzato “la totale commistione fra la cooperativa, la comunità e i soggetti che le componevano”, individuando tra le componenti dell’appetito di ragazzi in affido, a parte le derive abusanti, l’accesso a forza lavoro, anche minorile, a buon mercato, ripensiamo con forza alla necessità di commissariare la cooperativa Il Forteto»: a rilanciare l’iniziativa è il Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai, già presidente della prima commissione regionale d’inchiesta sugli affidi alForteto. Mugnai è uno storico sostenitore dell’indispensabilità di stabilire, attraverso commissariamento dell’azienda, un punto zero che concorra a dipanare la matassa che nel corso di un trentennio ha fatto da bozzolo protettivo alle attività criminose oggi definite con sentenza del tribunale.

«In buona sostanza – ricorda Mugnai – oggi la cooperativa è ancora guidata dagli osservanti integralisti della ‘Regola’. Questa catena va spezzata. Ci abbiamo provato anche in parlamento, grazie all’azione dell’onorevole Deborah Bergamini, ma malgrado tutte le evidenze sia storiche che giudiziarie dai banchi della maggioranza, e segnatamente del Pd, qualcuno si è alzato per affermare ancora la distinzione tra cooperativa, fondazione e comunità, secondo la visione di un Forteto uno e trino che, i giudici lo esprimono con chiarezza, non risponde alla realtà dei fatti purtroppo terribili».

Mugnai non nasconde la propria soddisfazione per l’esito dell’attività giudiziaria: «I contenuti delle motivazioni della sentenza di condanna – spiega – consolidano quelli del duro lavoro fatto nella prima commissione regionale d’inchiesta che ho presieduto e confortano le vittime che con coraggio hanno levato la loro voce squarciando il velo su quegli orrori. Quei mesi sono stati tempo di solitudine e isolamento, ma oggi sappiamo che quello fu un lavoro giusto eticamente e oggettivo nel merito. Se oggi il tribunale di Firenze ha scritto una bella pagina di giustizia quella commissione di inchiesta scrisse allora una bella pagina di politica».

«L’impegno collettivo – prosegue Mugnai – ora deve essere a replicare l’autorevolezza di quel risultato anche con la nuova commissione d’inchiesta insediatasi ieri e di cui il Pd, rivendicando la presidenza a colpi di numeri, ha già minato la credibilità. Ora mettiamo alla prova il neopresidente: perché non iniziamo a chiamare in commissione un po’ di testimoni dei passaggi-passerella e degli aiuti da parte dei politici e delle istituzioni? Basta attingere dall’elenco presente nella relazione della prima commissione d’inchiesta e nelle motivazioni della sentenza del tribunale di Firenze. Data la consistenza dell’elenco non ci sarà che l’imbarazzo della scelta».

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