Forteto: avviso pubblico per la coprogettazione a sostegno delle vittime

Audizione dell’Associazione mercoledì in consiglio regionale. Interrogazione di Donzelli, Fdi, a Di Maio: "Verificare i nomi degli esclusi, cosa aspetta il governo a commissariare?"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2018 19:00
Forteto: avviso pubblico per la coprogettazione a sostegno delle vittime

E' pubblicato sul sito della SdS Mugello un "Avviso di interesse finalizzato all'individuazione di soggetti del Terzo Settore e del privato sociale disponibili alla co-progettazione e gestione in partnership di interventi e servizi per lo sviluppo di un sistema territoriale per la cura ed il sostegno alle vittime de 'Il Forteto'". Per partecipare all'avviso di manifestazione di interesse occorre inviare domanda alla SdS Mugello, esclusivamente con pec a sdsmugello@legalmail.it entro le ore 17 di lunedì 17 dicembre 2018 con le modalità previste dall'art. 7 dell'Avviso stesso.

La vicenda de “Il Forteto” continua a scavare voragini di sofferenza nella vita di chi è stato ”soldato” e “vittima” della Comunità.  L’Associazione delle vittime ha aperto un altro fronte in commissione regionale Pari Opportunità, l’organismo guidato da Rosanna Pugnalini dovemercoledì 28 novembre, vita e regole della comunità sono state osservate dal punto di vista del trattamento riservato alle componenti di sesso femminile. Pugnalini ha aperto i lavori riconducendo i fatti al contesto istituzionale del lavoro di questi anni del Consiglio regionale, che ha contribuito in modo determinante, con due commissioni di inchiesta, a rendere nota la vicenda che dagli anni Settanta si è andata dipanando nel cuore della Toscana, sotto gli occhi di istituzioni, servizi territoriali, magistratura, politica.

“Molti non hanno visto, non sapevano; altri si sono fermati ai loro ruoli burocratici, non hanno colto i segnali che invece provenivano da certe situazioni”, ha affermato la presidente. Una ricostruzione confermata dalla vicepresidente della Commissione, Caterina Coralli, che con l’associazione vittime ha un rapporto maturato negli anni: “Si sono rivolti a me, che appartengo a quel territorio, perché non trovavano ascolto dagli altri - ha spiegato Coralli-; oggi sono degli amici”. Nelle dichiarazioni rilasciate in Commissione, accanto al riferimento a offese e umiliazioni riservate solo alle donne in quanto tali, c’è stata anche la drammaticità di testimonianze legate a singole vicende individuali.

Storie di maternità negata, di giovani, giovanissime donne private dei legami più naturali, familiari, condizionate a intrattenere relazioni affettive forzate. Racconti e considerazioni personali, incisi pieni di dolore, cronache a tratti raggelanti. Sergio Pietracino, presidente dell’Associazione, ha incitato a più riprese le commissarie ad “andare a leggere le sentenze”. Ma le richieste di giustizia vanno oltre i tribunali e toccano alcuni degli adempimenti che la Toscana – intesa come Giunta e Consiglio regionale – si era vincolata ad osservare il 27 luglio del 2016, votando una risoluzione all’unanimità all’indomani della seconda commissione di inchiesta. Pugnalini ha tirato le conclusioni: “Saremo presidio di tutela per le vittime pretendendo il rispetto dell’atto votato”.

La Commissione, ha spiegato, intende mobilitarsi su due obiettivi in particolare. Uno è per la Giunta, impegnata a potenziare le azioni per il sostegno delle vittime “anche mediante progetti finalizzati al recupero e al reinserimento al lavoro e nella società, strutturando un servizio stabile destinato a fornire supporto alle persone vittime di violenza in Toscana”. L’altro è per il presidente del Consiglio regionale. Deve “garantire un’adeguata richiesta di risarcimento del danno derivante dal riconoscimento della Regione quale parte lesa”, e garantire che questo risarcimento sia rivolto anche “alla costituzione di uno specifico osservatorio, composto da esperti, sul fenomeno delle sette”. Nelle conclusioni di Pugnalini anche l’intenzione della Commissione di prendere contatto con i livelli istituzionali parlamentari impegnati, già dalla prossima settimana, a discutere della legge per la costituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta. 

"Il Ministro dello Sviluppo Economico e Vicepremier Luigi Di Maio, attraverso i poteri di controllo di cui dispone, verifichi chi siano i 34 soci esclusi da Il Forteto per aver danneggiato l'immagine della cooperativa. Sarebbe gravissimo se fra questi ci fossero alcune delle persone che hanno denunciato e che hanno consentito l'accertamento della verità e fatto emergere i fatti dopo decenni di abusi, silenzi, connivenze". E' quanto afferma il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, che per fare chiarezza sul caso ha presentato un'interrogazione urgente al governo. "Da tempo attendiamo che il governo effettui un'ispezione che finora non c'è stata e che siamo certi porterebbe quantomeno al commissariamento della struttura - sottolinea Donzelli - la cooperativa Il Forteto nei giorni scorsi, in una nota, ha messo nero su bianco di aver proceduto a 'l'esclusione dei soci condannati dalla Corte di Cassazione nel processo penale o che hanno disatteso lo statuto sociale (34 soci esclusi)'.

Una comunicazione che ha del grottesco, visto il condannato dalla Cassazione è uno solo: Rodolfo Fiesoli. Non rendere noti i nomi rende ancora una volta questa vicenda oscura: molte delle persone finite a processo, alcune delle quali non hanno subito condanna solo grazie alle prescrizioni, lavorano ancora all'interno della struttura, fianco a fianco con le vittime che hanno denunciato. Nell'interrogazione Fratelli d'Italia chiede inoltre se fra gli esclusi figurino anche i due presidenti predecessori di Palanti, Pezzati e Morozzi, appartenenti a quella che viene definita la 'vecchia gestione' del Forteto - conclude Donzelli - chi può aver danneggiato la cooperativa se non coloro che in quel momento la rappresentavano?".

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