Firenze: un calcio al razzismo nel nome di Mandela

Oggi l'iniziativa della Lega Pro con il Comune e le società sportive. Ghirelli: "La C è il calcio dei valori"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2020 18:26
Firenze: un calcio al razzismo nel nome di Mandela

“Lo sport ha il potere di unire le persone come poco altro può”: una frase di Nelson Mandela diventata un simbolo e che decine di atleti hanno fatta propria, stamani al Mandela Forum di Firenze, nel 30° anniversario della liberazione del Premio Nobel per la pace.

Davanti alla riproduzione della cella di Robben Island in cui Nelson Mandela trascorse gran parte della prigionia sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, la vicesindaca Giachi, l'assessore allo sport Cosimo Guccione, oltre al capitano viola German Pezzella, giocatori e dirigenti della Pino Dragons (basket), dei Medicei Firenze (rugby), di Rari Nantes Florentia (pallanuoto), dell’Accademia Schermistica Fiorentina, della squadra Primavera ACF Fiorentina Calcio e giocatrici delle giovanili Fiorentina Women’s Fc.E grande è stata la partecipazione delle squadre toscane di Lega Pro: presenti i capitani Francesco Gagliardi (Pianese) e Francesco Valiani (Pistoiese), i vicecapitani Alessio Luciani (Arezzo), Giacomo Risaliti (Pontedera) e Fabio Gerli (Robur Siena), dirigenti di Carrarese e tanti rappresentati di altre squadre.Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli ha premiato Domenico, il giovane raccattapalle di Bisceglie, protagonista di un gesto di fair-play nei confronti di Mady Abonckelet, giocatore della squadra locale sconfitto dopo una partita.

Un gesto immortalato dal fotografo Emmanuele Mastrodonato e diventato virale.Èstata anche l’occasione per presentare la campagna “DiCiamo 60 volte no al razzismo” di Lega Pro che, il prossimo turno, coinvolgerà tutte le squadre di serie C: la frase di Mandela “Lo sport ha il potere di unire le persone come poco altro può” sarà ricordata prima di ogni partita.Al ricordo di Mandela hanno partecipato anche il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi, il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni, consigliere delegato alo sport della Città Metropolitana Nicola Armentano, il prefetto di Firenze Laura Lega, il delegato arcivescovile per l’apostolato dei laici Monsignor Vasco Giuliani e il dirigente della Fondazione Cr Firenze Ugo Bargagli.Questi - ha sottolineato la vicesindaca Giachi - sono temi intorno ai quali Firenze c’è, è attenta, ha gli occhi aperti e legge tutti i segnali che arrivano dalla società civile.

E lo voglio dire oggi, qui al Mandela Forum, ricordando i 30 anni dalla liberazione dalla prigionia di Madiba. Lo sport ha un potere comunicativo straordinario e in questo momento abbiamo bisogno di fare appello a tutte le nostre forze: purtroppo ci sono molti che, ancora, stanno imparando ad odiare anziché ad amare. Tutti insieme noi possiamo fare la differenza”.“Un tema centrale è che i giovani possano conoscere e apprezzare il messaggio di Mandela – ha dichiarato l'assessore allo sport e alle politiche giovanili Cosimo Guccione – lo sport è un veicolo fantastico di formazione per i nostri ragazzi, soprattutto nella lotta al razzismo.

Nessuno nasce razzista. Seguendo l'esempio di Mandela si può imparare a vincere ogni xenofobia e razzismo: la sua vita è l’esempio di come ogni ostacolo può essere superato”."La C è il calcio dei valori – ha spiegato Francesco Ghirelli, presidente Lega Pro - ed oggi ribadiamo il no al razzismo e ad ogni forma di discriminazione in una data che segna la storia, come il 30esimo anniversario dalla liberazione di Mandela. È una responsabilità e un impegno che la C e le sue squadre si assumono: quello di concepire il calcio come ambasciatore di messaggi sportivi e di inclusione.

Un grazie a Domenico, il piccolo ‘grande’ raccattapalle di Bisceglie, che con il suo gesto semplice, ma straordinario rende il senso del nostro calcio e un grazie a Mady. Insieme siete i messaggeri di un mondo migliore“.La chiusura resta scolpita nelle frasi del piccolo Domenico, protagonista di un gesto di fair play contro il razzismo: “Non ho fatto niente di speciale, ma una cosa normale. Il calcio è questo”.

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