La centralità di Firenze nell’espansione del fascismo è da attribuirsi al fatto d’essere sede direzionale della grande industria presente in Toscana, oltre che della proprietà fondiaria. Tuttavia, la reazione del capitale industriale e agrario non è sufficiente a spiegare il seguito che ottenne il movimento fascista a Firenze.
Come evidenziato nei contributi raccolti nel volume, i fasci di combattimento rappresentarono per la piccola borghesia frustrata e per il ceto medio rurale, umiliati nel dopoguerra, la camera di compensazione per uscire dallo stato d’impotenza in cui si trovavano. Divennero così un movimento dirompente di coagulo, perché la chiara matrice antisocialista permise la saldatura dell’avversione sociale ed economica con quella politica e istituzionale.