Firenze: aggressione a Marina Abramović nel cortile di Palazzo Strozzi

Il racconto dell'artista sull'accaduto. La dichiarazione di Arturo Galansino, Direttore della Fondazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 settembre 2018 21:14
Firenze: aggressione a Marina Abramović nel cortile di Palazzo Strozzi

Firenze è scossa dall'aggressione che ha avuto per oggetto stamani Marina Abramović protagonista dell'esposizione a Palazzo Strozzi. L'aggressione ha avuto luogo nel cortile alle ore 12,30 al termine della firma del suo nuovo libro di interviste “Marina Abramović Interviews 1976-2018”. Dopo essere stata colpita con un quadro, l'artista si è rivolta allo sconosciuto aggressore e gli ha chiesto: “Perché l’hai fatto? Qual è il motivo? Perché questa violenza?”. Lui ha detto: “L’ho dovuto fare per la mia arte”. Questa è stata la sua risposta.

"Il fatto è successo dopo l’ultimo appuntamento in programma nell’ambito della mostra di Palazzo Strozzi ed ero molto felice per come era andato. Sono uscita dalla sala dove abbiamo svolto il booksigning e c’erano tante persone ad aspettarmi per una foto o per un autografo. In particolare c’erano tanti giovani che mi stavano dimostrando tanto affetto, che ho sentito tanto qui a Firenze in questi giorni -racconta la stessa Marina Abramović in merito all'accaduto- Tra la folla c’era un uomo sulla quarantina che portava con sé un dipinto raffigurante il mio volto in modo distorto.

Si è avvicinato guardandomi dritto negli occhi e io gli ho sorriso, pensando che fosse un regalo per me. In una frazione di secondo ho visto la sua espressione cambiare e diventare violenta, venendo verso di me molto velocemente e con grande forza. Sapete, i pericoli arrivano sempre molto rapidamente, come la morte stessa. E bisogna essere molto vigili per cogliere la sfida. Io non l’ho visto subito. Tutto ad un tratto mi ha sbattuto in testa violentemente il quadro, intrappolandomi dentro la cornice.

Tutto è successo molto rapidamente. Poi le guardie lo hanno isolato e fermato e il direttore Arturo mi ha portato nel retro del bar nel cortile di Palazzo Strozzi per tranquillizzarmi. Ero sotto shock. Ma la prima cosa che ho chiesto è stata: voglio parlare con lui, voglio sapere perché l’ha fatto. Perché questo odio contro di me? Tutti sono rimasti molto sorpresi che volessi parlare a questa persona. Ma io sono così. Non fuggo mai dai problemi. Li affronto.  Non gli avevo fatto niente.

Non l’avevo mai incontrato prima. Per me è difficile capire ed elaborare la violenza. E’ la prima volta che mi succede una cosa del genere. E ancora non riesco a capire. Con la violenza sugli altri non si fa arte. Anche io sono stata una giovane artista non famosa ma non ho mai fatto del male a nessuno. Nel mio lavoro io metto in scena diverse situazioni e metto a rischio la mia vita. Ma questa è una mia decisione e stabilisco io le condizioni. Dopo tutto quello che è successo sono tornata in albergo.

Ho fatto una doccia, mi sono cambiata la camicia e sono uscita di nuovo. In passato mi sarei arrabbiata per un fatto del genere, oggi invece provo compassione. La cosa più difficile è perdonare ma bisogna riuscire a farlo come dice il Dalai Lama".

"Come direttore della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra Marina Abramović. The Cleaner, in corso a Palazzo Strozzi a Firenze (fino al 20 gennaio 2019), esprimo il mio sentito dispiacere per l’aggressione subita dall’artista nel cortile di Palazzo Strozzi in data odierna -interviene Arturo Galansino- L’episodio si è verificato subito dopo la conclusione di un altro appuntamento di grande successo di pubblico per la firma del suo nuovo libro di interviste “Marina Abramović Interviews 1976-2018”, evento che ha concluso una trionfale settimana di eventi con l’artista a Firenze, culminata nella conferenza pubblica al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino a cui hanno partecipato oltre 1.500 persone. Marina Abramović sta bene e non ha subito alcun danno fisico.

Dopo le verifiche con le forze dell’ordine ha lasciato Palazzo Strozzi con serenità. Subito dopo l’accaduto ha voluto incontrare l’aggressore per un confronto diretto sulle ragioni di questa azione".

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