Firenze 1938-2018: a Palazzo Vecchio ad 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali

Funaro: “L’indifferenza è peggio della violenza. Dalla violenza ci si può difendere, dall’indifferenza no”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2018 13:58
Firenze 1938-2018: a Palazzo Vecchio ad 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali

“L’indifferenza è peggio della violenza. Dalla violenza ci si può difendere, dall’indifferenza no” ha detto l’assessore alle Pari Opportunità Sara Funaro intervenendo al convegno dal titolo ‘1938-2018, ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali. La difesa della razza e la costruzione del nemico’, organizzato dalla Fratellanza militare, dal Sindacato degli avvocati di Firenze e dall’Associazione avvocati matrimonialisti italiani con il patrocinio del Comune e della Regione Toscana.

“Oggi è fondamentale ricordare quanto è accaduto ottanta anni fa a milioni di persone con la promulgazione delle leggi razziali - ha dichiarato l’assessore Funaro -. A Palazzo Vecchio lo facciamo con le preziose testimonianze di persone fortemente impegnate sul tema dei diritti come la senatrice a vita Segre e il presidente emerito della Corte costituzionale, il professor Onida. Il loro è un contributo fondamentale per ricordare quello che è accaduto in passato e per cercare di riflettere sul presente.

E lo dobbiamo fate tutti insieme: Istituzioni, professionisti, docenti, professori e i giovani”. “Tutti insieme dobbiamo ricordare quello che è successo in passato affinché non ci sia più l’indifferenza - ha continuato -, che come ha detto in varie occasioni Liliana Segre fa ancora paura e continua ad uccidere. Anche oggi purtroppo ci sono tante situazioni nel mondo che devono essere ricordate e attenzionate, sulle quali bisogna accendere i riflettori, perché le persecuzioni e le discriminazioni si eliminano solo unendosi”.

Nel corso del suo intervento l’assessore Funaro ha letto due testimonianze drammatiche, una del passato e una del presente: quella di Alberto Sed alla Shoah e quella riportata al tribunale dell’Aia nel 2009 di un bambino soldato del Congo costretto ad imparare a uccidere, saccheggiare e violentare sia i nemici che gli abitanti delle zone circostanti.

“Due testimonianze drammatiche e importanti da ricordare sempre, ma soprattutto oggi che si celebra la Giornata mondiale del bambino - ha spiegato Funaro -, nella quale bisogna ricordare i diritti dell’infanzia che purtroppo spesso vengono negati”. “Ho messo insieme la storia di un bambino che ha subito le leggi razziali, le persecuzioni e l’internamento ad Auschwitz e la storia di un bambino soldato congolese - ha spiegato Funaro - perché troppo spesso c’è stata indifferenza nel passato e troppo spesso c’è indifferenza oggi su quello che accade nel mondo ai bambini.

Troppo spesso si dimentica e si tende a considerare un problema non nostro quello che non accade all’interno della nostra famiglia o nella cerchia stretta dei nostri amici”. “L’indifferenza è peggio della violenza - ha proseguito -, dalla violenza ci si può difendere, dall’indifferenza no. Nel mondo, in passato, milioni di bambini sono morti durante le persecuzioni, mentre oggi abbiamo milioni di bambini che hanno un’infanzia rubata: si parla di 700milioni di bambini che non vivono la condizione dell’infanzia come non l’hanno vissuta durante le persecuzioni”.

L’assessore Funaro prima dell’inizio del convegno ha raccolto la firma della senatrice a vita Liliana Segre per far sì che l’educazione alla cittadinanza sia introdotta come materia con voto nelle scuole di ogni ordine e grado, come ha proposto il sindaco Dario Nardella con la sua proposta di legge di iniziativa popolare condivisa da Anci. “Pensiamo che l’introduzione dell’educazione alla cittadinanza sia un segnale importante per far crescere i nostri ragazzi come cittadini migliori - ha affermato l’assessore Funaro -.

Non giriamoci dall’altra parte anche di fronte a questo, di fronte al fatto che qualcun altro possa farlo al nostro posto. Firmare per un’iniziativa che serve per crescere in un Paese migliore ci aiuterà a fare in modo che ci siano meno indifferenza e rabbia. Dove non c’è indifferenza si riesce a tendere la mano e la politica dell’odio diventa più marginale rispetto a quello che sta accadendo in Italia e nel resto del mondo”. “Alle leggi razziali non si arrivò improvvisamente: si trattò un percorso durato anni, avallato in maniera scellerata dalla politica, da ampi settori della società, ed anche, purtroppo, da segmenti della cultura del nostro paese.

E' per questo che dobbiamo sempre ricordare. Perché solo capendo il passato possiamo ri-conoscere i pericoli che si annidano nell'oggi” lo afferma la deputata del PD Rosa Maria Di Giorgi, membro commissione cultura e istruzione della Camera, in occasione della giornata di studi “1938-2018, Ottant'anni dalle Leggi Razziali. La difesa della Razza e la Costruzione del Nemico” organizzata oggi a Firenze dal Sindacato Avvocati in collaborazione con AMI (associazione Matrimonialisti italiani) e la Fratellanza Militare di Firenze e il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana” che vedrà, tra gli altri, la partecipazione della senatrice Liliana Segre.

“Sono e sarò dunque sempre a fianco -dice Di Giorgi- di tutte le iniziative che servano a non dimenticare, a capire, a metterci di fronte alla nostre responsabilità come esseri umani, e dunque a fare i conti anche con un presente denso di insidie. Quando assistiamo infatti a comportamenti che ammiccano alla retorica dell'uomo forte', del primato di alcuni contro altri, quando ascoltiamo parole di odio e di disprezzo verso i diversi, anche da parte di esponenti di primo piano delle istituzioni, è segno che la misura comincia ad essere colma e che non va abbassata la guardia. Perché il peggio può sempre arrivare”

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