Fiorentina stecca la prima, la Conference parte in salita

Pareggio pieno di ombre contro la Puskas Akademia. Primo tempo horror, quanti dubbi sulle scelte di Palladino

Paolo
Paolo Pellegrini
22 agosto 2024 22:49
Fiorentina stecca la prima, la Conference parte in salita
Fotografie di Fabio Vanzi

E’ la squadra di Orban, e si vede dall’arroganza con cui Golla, autore del terzo gol, e compagni vanno a esultare con fare provocatorio e irrisorio sotto la curva dei tifosi viola (loro ne avevano portati sì e no una quarantina) senza peraltro che il modesto arbitro francese Delajod - modesto ma sul rigore dell 0-1 nulla da eccepire - si prenda la briga di sanzionare un atteggiamento così antisportivo. E’ la squadra di Orban, anche se porta il nome di una delle più autentiche e pure leggende della storia del calcio mondiale. E’ in testa a punteggio pieno dopo quattro giornate in un campionato, quello ungherese, che sarà anche di modesto spessore. E però plana sul Franchi – il povero Franchi ferito da lavori che ad oggi sembrano infiniti – con una concretezza spicciola e precisa che la fa sembrare il Real Madrid.

Complice, certo, una Fiorentina da incubo. Che in una mezz’ora si ritrova sotto due a zero, con un enorme spavento per un patatrac che poteva costare anche il terzo, e un centrale ammonito. Un film horror, per i 12.091 (meno i 40-50 magiari, certo) accorsi pensando a una partenza tutta in discesa, speranzosi in una bella passerella viola ricca di gioco e di gol. E invece. Il solito film: centrocampo che non filtra e non fa viaggiare palla; difesa ballerina nell’uno contro uno e dai vuoti, di memoria e di presenza (Kayode, ahimé, un’altra dimostrazione che è tanto ma tanto acerbo), addirittura incredibili con passaggi sballati, disagi e sofferenze di posizione; un portiere con l’esperienza e la storia di David De Gea che lascia non pochi dubbi su almeno un gol (e sull’altro velenoso patatrac).

E in attacco, pochino. Ma pochino davvero. Prendi Colpani. Belino, certo. Ma leggero, impalpabile, svolazzante ma poco concludente, come a Parma va bello in percussione poi gli scappa un sinistruccio lemme lemme appoggiato al portiere. Prendi Ikoné. Si danna e si dà da fare, ma da qui a concludere, e a vedere anche il compagno ben pizzato per il passaggio ce ne corre.

Tutto quanto sintetizzato nell’urlo di dolore di Palladino a fine partita: “Non abbiamo identità, siamo fragili, abbiamo fatto errori gravi, errori che non vedo nemmeno in allenamento”. Per poi aggiungere: “Chiedo ai ragazzi di mettere qualcosa in più, e alla società di darmi una mano in questo momento, la società sa che in certi ruoli, in difesa, in mezzo al campo, sugli esterni manca qualcosa”. Perché se pretendi di mettere il centrocampo in mano a un onesto operaio come Mandragora o al pur bravo Alessandro Bianco, che ancora la statura del leader non ce l’ha (bello però il suo gran destro da fuori stampato sul legno alto), è chiaro che qualcosa non va.

Ma voglio aggiungere: non mi si dica che l’acquisto giusto per risolvere i problemi del centrocampo viola sarebbe Addormentasuocere Arthur, perché allora non ci siamo capiti. E magari con l’aggiunta di Kostic, doppione o forse triplone di quanto c’è già da quelle parti. No, ci vogliono guizzi di fantasia, scelte oculate, soldi spesi bene, non a caccia del Benalouane di turno perché “alla fine non c’era tempo”, il tempo c’era eccome, e non c’è soltanto se si crede di fare bene il mercato nelle ultime cinquanta ore.

Ah, e oserei aggiungere: mister, manca qualcosa, manca parecchio anche in mezzo all’attacco, perché Moise Kean è uno, fra l’altro un tantino legnoso, fra l’altro un tantino snobbato da qualcuno dei compagni, è parso di vedere stasera, e comunque se si becca un raffreddore o una somma di cartellini sono cavoli, Beltran il Vikingo è un bravo guaglione pieno di volontà e determinazione e anche velocità e scaltrezza, ma la prima punta non è il suo mestiere.

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Fotografie di Fabio Vanzi

Così finisce 3-3 questo debutto nella terza Conference consecutiva, e l’idea di passare il turno pare un sogno, perché anche se arrivassero i rinforzi (Gudmunsson c’è, ma a quanto pare non c’è) chiesti da Palladino e non solo pare difficilino riuscire a buttarli in mischia già avvezzati da qui a sette giorni. Pare un sogno però la Viola a questi sogni ci ha abituati, e hai visto mai. E comunque, mister: mettiamo in campo i “titolari”, non facciamoci prendere dal déjà vu delle frenesie da turnover, è vero che prima della sosta ci sarebbe da mettere in saccoccia sei punti sei con Venezia e Monza, il primo tempo da horror contro i superlativamente modesti del Chievo magiaro un po’ sta anche nelle scelte sullo schieramento iniziale.

O no? E poi certo, c’è da lavorare sugli errori individuali, sulla fragilità nei contrasti uno contro uno, sull’arrivare sempre secondi sul pallone, sulla palla che non gira veloce, non sarà mica il tappeto, no perché ci giocano anche gli altri e dall’altra parte funziona. Ha funzionato il carattere, certo, perché dallo 0-2 si è passati al 3-2 salvo poi farsi raggiungere nel finale. Su palla inattiva, altra croce: due calci d’angolo degli ungheresi, contro i 15 (quindici!) della Viola, sul prosieguo del primo De Gea fa il paratone, sul secondo becca il gol, è vero che Pesticcio Kouamé si perde Golla ma è anche vero che il portierone – che qualcuno giudica colpevole anche sul secondo gol – poteva provare l’uscita. Chi si salva alla fine è Riccardo Sottil, perché il suo gol nel recupero di prima frazione riaccende gli animi, e perché gli strappi e la verve qualche danno lo portano.

Insomma, c’è tanto da riflettere. Per Palladino. E per la società, che il tempo di riflettere l’ha avuto, e ora bisognerà che agisca. Presto e bene.

Fiorentina (3-4-2-1): De Gea; Quarta, Pongracic, Ranieri; Kayode (46’ Dodò), Mandragora, Bianco (66’ Amrabat), Parisi; Colpani (56’ Ikoné), Sottil (77’ Kouamé); Beltran (46’ Kean). All. Palladino Puskas Akademia (4-3-3): Pécsi; Maceiras, Golla, Stronati, Ormonde-Ottewil (46’ Komaromi); Nissila, Farovov (82’ Colley), Plsek; Soisalo (74’ Levi), Puljic (82’ Solnoki), Nagy. All. Hornyak Arbitro: Willy Delajod (Francia)

Marcatori: 9’ rig. Nagy, 12’ Soisalo, 45’+3 Sottil, 67’ Martinez Quarta, 75’ Kean, 89’ Golla Note: ammoniti: 16’ Martinez Quarta, 85’ Pongracic; angoli 15-2 Fiorentina. Spettatori 12.091

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