Con il Fidelio la terza inaugurazione della sala Mehta

La prima opera in programma nel nuovo auditorium del Maggio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 dicembre 2021 23:49
Con il Fidelio la terza inaugurazione della sala Mehta

Firenze, 22 dicembre 2021 – Il direttore emerito del Maggio Zubin Mehta sul podio del nuovo Auditorium a lui intitolato giovedì 23 dicembre alle ore 20, per l’attesa prima recita di Fidelio di Ludwig van Beethoven che darà avvio alla programmazione operistica nella nuova sala musicale del Teatro del Maggio. Dopo il solenne concerto inaugurale del 21 dicembre eseguito alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della replica del concerto alla Città di Firenze del 22 dicembre, la prima di Fidelio può essere considerata la terza serata d’inaugurazione della nuova Sala.

Sul palco un cast di assoluto rilevo, Lise Davidsen nel ruolo di Leonore, Klaus Florian Vogt come Florestan, Tomasz Konieczny come Don Pizarro, Birger Radde come Don Fernando e Franz-Josef Selig comeRocco.

La regia è di Matthias Hartmann (alla sua prima produzione al Teatro del Maggio). Le scene di Volker Hintermeier, mentre costumi e luci sono curati rispettivamente da Sophie Leypold e Valerio Tiberi. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Il Maggio informa che non essendo stato possibile ultimare la buca dell'Orchestra, il maestro Zubin Mehta, i professori d'Orchestra e gli artisti del Coro verranno posizionati in assetto da concerto: alle spalle dei cantanti. La produzione sarà comunque in versione scenica con costumi e luci. Il Teatro ringrazia il maestro Zubin Mehta, il regista Matthias Hartmann e il cast per la loro disponibilità.

Quattro le recite: il 23, 28 e 30 dicembre 2021 alle ore 20 e il 2 gennaio 2022 alle ore 15:30.

Unicum della sua produzione, Fidelio costò a Ludwig van Beethoven non poche fatiche: ben undici anni di lavori e ripensamenti sfociati in tre versioni dell’opera. Il soggetto tratto dal dramma di Jean-Nicolas Bouilly, Leonora, o l’amor coniugale. In questo nuovo allestimento è Lise Davidsen nel ruolo di Leonore, la protagonista dell’opera: il soprano norvegese, al suo debutto assoluto sulle scene del Teatro del Maggio, è ormai da anni una presenza stabile nei cartelloni dei più importanti teatri e festival al mondo; recenti sono le sue esibizioni al Metropolitan Opera di New York, alla Royal Opera House e al Teatro alla Scala, oltre alle collaborazioni con la Bayerische Staatsoper, la Wiener Staatsoper e i festival di Aix-en-Provence, Bayreuth and Glyndebourne.

Esaminando le caratteristiche del personaggio, che nel corso della sua carriera ha affrontato numerose volte, Lise Davidsen ha sottolineato la straordinaria forza che pervade lo spirito della protagonista: “Leonore, alla ricerca del suo Florestan, si travestirà da Fidelio per cercarlo. Egli è stato catturato e messo in prigione e lei è determinata a ritrovarlo. Credo sia il personaggio più forte che abbia mai interpretato, anche considerando l’epoca in cui l’opera è stata scritta: vestirsi e prendere i panni di un uomo in un periodo come quello, entrare in una prigione con il solo scopo di ritrovare il suo amato richiede un enorme coraggio.

Oggi la si può paragonare ad alcune donne che riescono ad imporsi nei confronti delle classi dirigenti o per quanto riguarda i nostri diritti, delle donne, che sono certamente più grandi del semplice diritto di voto o del poter girare tranquillamente per la strada: è davvero una donna incredibilmente coraggiosa e forte.” Nel corso della sua analisi il soprano si è inoltre voluto soffermare sulle emozioni provate nel poter lavorare con il maestro Mehta: “Per me questa nuova produzione sarà davvero speciale perché lavorerò con il maestro Mehta: ci incontrammo per la prima volta nel 2019 e mi sento onorata di lavorare con una leggenda e di poter apprendere da un direttore del suo calibro.”

Il ruolo di Florestan, marito di Leonore, è invece interpretrato da Klaus Florian Vogt: così come Lise Davidsen anche il tenore tedesco - distintosi nel corso degli anni come uno dei più apprezzati e capaci interpreti wagneriani degli ultimi anni - ha affrontato il Fidelio numerose volte nel corso della sua carriera. Oltre ai ruoli che lo legano a Richard Wagner e più in generale al romanticismo ottocentesco Vogt si è inoltre messo in luce come un importante interprete della musica contemporanea, affrontando spesso il ruolo di Paul in Die tote Stadt di Erich Wolfgang Korngold o quello di Bacchus in Ariadne auf Naxos di Richard Strauss.

Anche per Vogt sarà un debutto assoluto sulle scene del Maggio Musicale Fiorentino. Don Pizarro, lo spietato governatore della prigione in cui è incarcerato Florestan, è intepretrato da Tomasz Konieczny: il bass-baritono - anch’egli al suo debutto assoluto sul palco del Maggio - è uno dei nomi più rilevanti per la musica romantica tedesca e non solo; il suo repertorio si estende da Wagner a Verdi, da Puccini a Hindemith. Numerose sono le sue collaborazioni con i più importanti teatri al mondo: la Wiener Staatsoper, l’ Opéra National de Paris, il Teatro alla Scala, il Metropolitan Opera e la Bayerische Staatsoper.

Molte anche le sue collaborazioni con alcuni fra i più importanti festival come il Salzburger Festspiele e il Bayreuther Festspiele. Birger Radde è Don Fernando. Il baritono, diplomatosi ai conservatori di Lipsia e Dresda, è al suo debutto al Teatro del Maggio: dotato di un ampio repertorio che spazia dal barocco fino ad arrivare alle opere più moderne, ha ricevuto il plauso unanime della critica per le sue recenti interpretrazioni di Don Giovanni nell’omonima opera di Wolfgang Amadeus Mozart, del Conte di Almaviva in Le nozze di Figaro, sempre di Mozart, e di Renato in Un Ballo in maschera di Giuseppe Verdi.

Franz-Josef Selig è Rocco: il basso tedesco, che nel corso della sua trentennale carriera ha interpretrato più volte il ruolo di Rocco, lega il suo nome a Firenze e al Teatro del Maggio sin dal maggio del 1999 quando, sempre sotto la direzione del maestro Zubin Mehta, fu tra gli interpreti del Tristan und Isolde di Richard Wagner andato in scena con la regia di Klaus Michael Grüber. Selig, che sarà sulle scene del Maggio, in questo caso nella sala Grande del Teatro, per il Concerto di fine anno del 31 dicembre 2021 , è una presenza stabile da anni sui palcoscenici dei più importanti teatri del mondo, ha inoltre collaborato con alcuni fra i più importanti direttori d’orchestra degli ultimi decenni come Riccardo Muti, lo stesso Zubin Mehta, Antonio Pappano e Claudio Abbado.

Al loro fianco sul palcoscenico dell’Auditorium Francesca Aspromonte (Marzelline), di ritorno al Maggio dopo il Rinaldo andato in scena nel settembre 2020 con la direzione del maestro Federico Maria Sardelli per la regia di Pier Luigi Pizzi; Luca Bernard (Jaquino) artista dell’Accademia del Maggio anche lui di ritorno al Maggio dopo i recenti spettacoli de La Traviata, andata in scena a settembre 2021 con la direzione di Zubin Mehta per la regia di Davide Livermore e Rigoletto, in cartellone nel mese di ottobre, sempre con la regia di Livermore e la direzione di Riccardo Frizza; Leonardo Melani e Luca Tamani (Primo prigioniero); Nicolò Ayroldi e Lisandro Guinis (Secondo prigioniero), Artisti del Coro del Maggio in questi importanti ruoli solistici.

Matthias Hartmann, che firma la regia di quest’allestimento, ha evidenziato come, nonostante lo spettacolo sia in forma semi-scenica e con l’orchestra e il coro alle spalle dei cantanti, sia assolutamente interessante lavorare a questa produzione: “Ho già diretto un Fidelio, in Ginevra. Fu uno spettacolo davvero interessante: alla fine, quando Florestan viene liberato, al fermarsi della musica egli si rivela essere Don Pizarro in persona. Fu dunque un finale negativo: in questo modo ho la sensazione di aver intepretrato quest’opera in tutti i modi possibili, senza andare ad intaccarne il cuore.

La ‘sfida’ che affronto con questa produzione è invece completamente diversa; abbiamo dovuto portare questo spettacolo su un nuovo palcoscenico che è piccolo e non ci offre stavolta la possibilià di muoverci molto. Inoltre lavoriamo con una scenografia scarna ma bellissima e quello che sto sperimentando adesso è letteralmente il confine che c’è fra l’opera, intesa come rappresentazione scenica, e un concerto: è una sottile linea ambivalente. Così, lavorando su questa produzione, mi sono reso conto che in realtà per creare uno spettacolo non serve molto: spesso le messe in scena hanno enormi scenografie con enormi dipinti scenici e spesso si è impressionati da come questi allestimenti riescano ad essere in armonia con la musica.

In questo nuovo per il Maggio, ho lavorato su quanto mi è necessario fare, anche in piccola parte, per poter raccontare la storia. La produzione si baserà moltissimo sui singoli personaggi, ogni singolo movimento è prezioso e ognuno si muove sapendo esattamente perché lo fa, altrimenti non sarebbe possibile lavorare in spazi ristretti. Tutto si basa sull’ambivalenza fra opera e concerto.” Hartmann, che è alla sua prima produzione al Teatro del Maggio, ha anche espresso la sua felicità nel lavorare al fianco del maestro Zubin Mehta: “Lavorare con Zubin Mehta è davvero un’esperienza unica: è la prima volta che lo incontro; ovviamente avevo sentito parlare moltissimo di lui ma incontrarlo è tutta un’altra storia.

Non solo è una leggenda, ma ha anche un grande senso dell’umorismo e della qualità. È sempre presente alle prove, aspetto che apprezzo oltremodo. Di solito quando un artista del suo calibro partecipa alle ‘tue’ prove di solito si pensa “Sarà contento di ciò che faccio o magari dovrei aver paura di eventuali critiche…?”. È invece una persona umile, curiosa e spesso e volentieri sorride e ride quando apprezza qualcosa e sprona sempre tutti ad essere coraggiosi”.

Prezzi:

Settore D: 40€ - Settore C: 70€ - Settore B: 170€ - Settore A: 200€

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