Federalberghi Firenze: “Caro Tari, una mazzata per le imprese”

Contributi alle attività economiche a Pisa e Arezzo. € 252 milioni il passivo di Alia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 maggio 2022 22:41
Federalberghi Firenze: “Caro Tari, una mazzata per le imprese”

“Una mazzata che le imprese turistico-ricettive non possono sostenere. L'aumento della Tari arriva dopo quelli degli anni scorsi, che abbiamo dovuto subire malgrado le nostre strutture siano rimaste chiuse per la pandemia e quindi nessuno di noi abbia prodotto rifiuti. Aumento che nonostante le richieste non ci è stato concesso di scontare. Tutto questo a causa di una carenza storica degli impianti di smaltimento che la Regione non riesce a colmare e senza che i Comuni siano riusciti a fare adeguata pressione per costruire un sistema diverso che eviti la corsa al rialzo delle tariffe, che già sappiamo continuerà anche nei prossimi anni, dopo che negli ultimi 3 è arrivata al 17%”.

Così il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi, che prosegue: “Come si può pensare che il sistema delle imprese possa ripartire in queste condizioni e dopo che i due anni di stop hanno eroso in modo consistente la capitalizzazione. Davvero come nel film di Benigni e Troisi: non ci resta che piangere, e forse chiudere”.

“Le nostre imprese e le nostre famiglie non possono sopportare ulteriori aumenti tariffari dei servizi essenziali. Per questo, chiediamo a tutte le Amministrazioni Comunali, agli ATO e alla Regione Toscana un deciso cambio di rotta nella gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. E, nel frattempo, che attuino tutte le azioni ciascuno per la loro competenza per contenere la tariffa, anche stanziando apposite risorse, come ha già fatto qualche Comune”. Lo afferma il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinoni, a fronte delle numerose sollecitazioni che stanno arrivando in questo periodo nelle sedi dell’associazione di categoria.

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“Grazie anche ai fondi del PNRR, la Toscana ha ora l’occasione imperdibile di colmare un gap impiantistico che da troppo tempo grava sul territorio e sulle tasche dei contribuenti – spiega Marinoni - dobbiamo essere in grado di gestire i rifiuti in autonomia, senza dipendere da altre regioni, e di rendere il rifiuto una risorsa. Se perdiamo questa opportunità, gli aumenti dei costi nei prossimi anni peseranno sempre di più sulle bollette. E cittadini e imprese finiranno ancora una volta per pagare le inefficienze dei servizi pubblici”.

Prioritario, secondo Confcommercio, è il lavoro che la Regione sta promuovendo, oltre che per incrementare la raccolta differenziata, per migliorare la dotazione impiantistica recuperando un deficit che attualmente ‘affatica’ ambiente ed economia. “Investire in questa direzione ci consentirà di avere una raccolta più efficiente, città più pulite e tariffe più basse. Se invece restiamo fermi, rischiamo di essere travolti da continue emergenze”.

“Oggi sulla Tari gravano anche gli alti costi legati all’esportazione dei rifiuti che non possono essere altrimenti trattati in Toscana. A livello nazionale, ogni anno sono migliaia i camion carichi di rifiuti che partono per altre destinazioni, nazionali o estere. Secondo l’ultimo report di Utilitalia, i “viaggi dei rifiuti” ammontano a 22 milioni di km percorsi, con oltre 14 mila tonnellate di CO2 equivalente. Un danno per l’ambiente e per le nostre finanze, anche perché imprese e famiglie si trovano a pagare tariffe elevatissime, nonostante magari abbiano assicurato ottime performance nella raccolta differenziata”.

Ci chiediamo dove sia finita la massima del “chi più inquina più paga” che doveva ispirare la tariffazione sui rifiuti. In realtà, le quote della Tari variano in base alle superfici disponibili e non guardano affatto il comportamento più o meno virtuoso degli utenti, che siano privati o aziende. Così non si incentivano di certo le buone pratiche”, sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana.

“I dati – conclude Marinoni - dimostrano che nelle regioni più virtuose, quelle che gestiscono e smaltiscono nel proprio territorio i rifiuti prodotti, con impianti tecnologicamente all’avanguardia, il costo pro-capite è molto più basso rispetto a quelle dove la carenza impiantistica determina un export di rifiuti e la Toscana ne è un esempio lampante: ad alti tassi di raccolta differenziata corrispondono spesso piani finanziari più costosi rispetto alla media proprio a causa della voce “export rifiuti” da riciclare. Da notare poi che i territori dove si registrano le percentuali più alte di raccolta differenziata siano proprio quelli in cui è presente il maggior numero di impianti: economia circolare e impianti non sono dunque in contrasto, ma rappresentano le due facce della stessa medaglia”.

“Oggi sulla Tari gravano anche gli alti costi legati all’esportazione dei rifiuti che non possono essere altrimenti trattati in toscana. A livello nazionale, ogni anno sono migliaia i camion carichi di rifiuti che partono per altre destinazioni, nazionali o estere. Secondo l’ultimo report di Utilitalia, i “viaggi” dei rifiuti ammontano a 22 milioni di km percorsi, con oltre 14 mila tonnellate di CO2 equivalente. Un danno per l’ambiente e per le nostre finanze, anche perché imprese e famiglie si trovano a pagare tariffe elevatissime, nonostante magari abbiano assicurato ottime performance nella raccolta differenziata”.

Ci chiediamo dove sia finita la massima del “chi più inquina più paga” che doveva ispirare la tariffazione sui rifiuti. In realtà, le quote della Tari variano in base alle superfici disponibili e non guardano affatto il comportamento più o meno virtuoso degli utenti, che siano privati o aziende. Così non si incentivano di certo le buone pratiche”, sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana.

“I dati – conclude Marinoni - dimostrano che nelle regioni più virtuose, quelle che gestiscono e smaltiscono nel proprio territorio i rifiuti prodotti, con impianti tecnologicamente all’avanguardia, il costo pro-capite è molto più basso rispetto a quelle dove la carenza impiantistica determina un export di rifiuti e la Toscana ne è un esempio lampante: ad alti tassi di raccolta differenziata corrispondono spesso piani finanziari più costosi rispetto alla media proprio a causa della voce “export rifiuti” da riciclare. Da notare poi che i territori dove si registrano le percentuali più alte di raccolta differenziata siano proprio quelli in cui è presente il maggior numero di impianti: economia circolare e impianti non sono dunque in contrasto, ma rappresentano le due facce della stessa medaglia”. 

“Martedì prossimo il consiglio comunale di Campi Bisenzio sarà chiamato a votare un aumento medio della Tari del 6,8%, una stangata senza precedenti davvero inaccettabile. La sinistra a Campi sa fare solo una cosa: aumentare le tasse per tutti e per tutto, un vero e proprio scandalo”.

Così si esprime Paolo Gandola, consigliere metropolitano e capogruppo di Forza Italia a Campi che spiega: “nel luglio scorso avevamo informato i cittadini che nei prossimi anni gli aumenti della Tari sarebbero stati consistenti, visto che l’amministrazione comunale aveva firmato un assegno in bianco, approvando il piano economico finanziario del servizio di gestione dei rifiuti, praticamente senza battere ciglio. E così è stato: per il 2022 il costo complessivo del servizio di gestione dei rifiuti previsto è pari ad 12.832.384 euro con un aumento senza precedenti dei costi del 6,80%, un aumento che rientra nel limite di crescita tariffaria annua fissata da Arera dell’8,6% ma che per i cittadini rappresenta una vera e propria stangata.

I numeri danno subito l’idea della gravità dell’aumento. La tariffa variabile della Tari per gli hotel senza ristorante passerà da 4,23 a 5,24, per le mense, hamburgherie e birrerie da 9,48 a 11,75 per i bar, caffè e pasticcerie da 8,69 a 10,77, per i banchi del mercato con generi alimentari da 23,32 a 28,89, per i ristoranti, addirittura, da 11,54 a 14,29.

Per non parlare, poi, delle utenze domestiche, continua il capogruppo, la tariffa variabile passerà, per i nuclei composti da 2 persone, da 94,30 a 123,10, per i nuclei composti da 3 persone, da 120,49 a 157,30 e per i nuclei composto da 4 persone, da 157,17 a 205,17.

Se oggi ci troviamo in questa condizione, la responsabilità è tutta ascrivibile alla sinistra che amministra tutti i livelli di governo e da anni non sa come fare a organizzare lo smaltimento dei rifiuti. Si tratta di un problema che viene da lontano visto che dopo i referendum contro l’incenerirore di Case Passserini, le amministrazioni sono andate avanti per 14 anni continuando a proporre quell’impianto per poi andare a sbattere contro le sentenze amministrative. Oggi ci siamo ritrovati senza impianti di smaltimento alternativi agli inceneritori e questo è il conto che i cittadini devono pagare per l’incapacità programmatoria della sinistra.

La stangata arriverà in bolletta nei prossimi mesi, spiega Gandola, l'acconto (prima e seconda rata) già inviato è stato calcolato sulla base delle tariffe Tari approvate per l'anno 2021 mentre il saldo del 16 dicembre 2022 sarà calcolato a conguaglio tenendo conto delle tariffe TARI 2022 che la maggioranza andrà ad approvare, con il nostro voto contrario, martedì prossimo in Consiglio comunale.

Anche questo aumento folle della Tari rimarrà impresso chiaramente nella lunga esperienza di Emiliano Fossi alla guida del Comune, davvero un gran bel primato che danneggia cittadini, famiglie, imprenditori, artigiani e commercianti”.

“I consiglieri comunali di minoranza – replicano il capogruppo del Partito Democratico Nicola Armentano ed il presidente della Commissione ambiente, vivibilità urbana e mobilità Leonardo Calistri – continuano a fare confusione su ruoli e competenze relative alla questione della tariffa Tari.Le scelte che sta portando avanti questa Amministrazione – continuano Armentano e Calistri – sono sotto gli occhi di tutti. Stiamo lavorando molto con gli strumenti messi in atto negli ultimi mesi per lenire le difficoltà legate allo smaltimento dei rifiuti.

Sono stati reperiti sei milioni di risorse in un contesto di bilancio ben solido del nostro Comune e che verranno messi a disposizione dei fiorentini per continuare a garantire un servizio efficiente senza gravare ulteriormente sulle tasche dei nostri concittadini. Purtroppo – proseguono Armentano e Calistri – oggi, scelte pregresse ci stanno portando il conto ed è grazie al nostro bilancio che riusciamo a mitigarne le conseguenze”.

“Nessuna discrezionalità politica dunque nei calcoli della tariffa.. I dati sono stati spiegati con grande trasparenza anche stamani in Commissione dal direttore di ATO Toscana Centro Baldini che, chiamato in audizione insieme alla direzione Risorse finanziarie e alla direzione Ambiente, ha risposto a tutte le domande tecniche poste.

È già il secondo anno che ai consiglieri comunali vengono spiegati i motivi degli aumenti: un contratto nato squilibrato, con istanze di riequilibrio che non erano mai state esaminate (anni 2018 e 2019), e poi la mancata realizzazione degli impianti, oltre alla vetustà degli esistenti. Anche questo è stato di nuovo spiegato stamani dal direttore di ATO Toscana Centro in commissione: la rateizzazione effettuata lo scorso anno con un debito assunto da Alia era nota, e dunque gli aumenti erano attesi. Assurdo dunque fare un paragone tra dati pre riequilibrio e oggi.

A questa assemblea di ATO è spettato il compito di pagare ciò che chi li aveva preceduti aveva lasciato da affrontare. Per risolvere la questione dei rifiuti, occorre risolvere il tema degli impianti, altrimenti i costi continueranno ad aumentare. A nessuno piace pagare di più, ma ancor meno è giusto lasciare il conto da pagare alle prossime generazioni. Per questo, l’assemblea di ATO Toscana Centro è arrivata ad un documento importante predisposto e approvato dai comuni di Firenze, Prato, Empoli, Chianti e Mugello, che da soli fanno oltre i due terzi di tutti i cittadini di ATO: in quel documento chiedono che il gestore Alia razionalizzi i costi del servizio; che il gestore Alia coinvolga i comuni in anticipo per non ricevere più da ultimo segnalazioni rispetto al rispetto dell’equilibrio economico e finanziario; e poi che si approdi alla tariffa corrispettiva.

Massima fiducia sul lavoro che viene svolto – aggiungono Armentano e Calistri – con senso di responsabilità dando risposte al contratto di servizio.La Regione vada ora spedita avanti sul piano degli impianti con la strada già intrapresa dall’assessora Monni, e il Comune di Firenze prosegua nel piano Firenze circolare, che è anche questo il presupposto per l’applicazione anche a Firenze della tariffa corrispettiva.

Anche la realizzazione di questo piano su cui l’amministrazione sta andando avanti spedita (non fermandosi neppure durante il Covid), dimostra la concretezza e il cambio di passo anche sulla raccolta dei rifiuti che questa amministrazione ha dimostrato in questo mandato. Di economia circolare non basta parlarne, ma occorre metterla in pratica. Basti pensare che su Firenze in 6 mesi siamo passati dal 53.8% di differenziata al 79% dove è arrivato il piano; mentre tra il 2018 e il 2019 la differenziata era aumentata dello 0.8%.E il Comune di Firenze – concludono Armentano e Calistri – ha candidato tramite ATO Toscana centro il piano Firenze città circolare al bando PNRR per abbattere i costi del nuovo piano, insieme ai progetti degli altri Comuni: altro segno della determinazione, serietà e concretezza di questa amministrazione su questo fronte”.

“Sarà una vera e propria stangata per i fiorentini. L’annunciato aumento della TARI – spiega il capogruppo del gruppo misto – Italexit Andrea Asciuti – andava mitigato. Si è discusso per tanto tempo della realizzazione di un termovalorizzatore ma, ad oggi, non se ne parla più. Un problema che non interessa solo Firenze ma anche tante altre città d’Italia, eppure tutti sono consapevoli che un termovalorizzatore di nuova generazione, e quindi non più inquinante come lo erano quelli di un tempo, potrebbe aiutare per lo smaltimento dei rifiuti e per far pagare meno TARI.

Purtroppo si deve evidenziare anche la scarsità di aziende sul territorio nazionale che riciclano la raccolta differenziata. Anche su questo l’Amministrazione dovrebbe intervenire cercando di sensibilizzare maggiormente le aziende del territorio a questa buona pratica. Infine – conclude il capogruppo del gruppo misto – Italexit Andrea Asciuti occorre premiare i cittadini che effettuano la raccolta differenziata. Questo può essere un modo virtuoso per aumentare la consapevolezza sull’importanza del riciclo e per aumentare la raccolta differenziata”.

"L'aumento della tassa sui rifiuti è ingiustificata, e a scorrere i bilanci di Alia, viene il forte sospetto che serva a compensare i 252 milioni di passività della società". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella. L'altro giorno, l'assemblea dell'Ato Toscana Centro, che comprende 65 comuni tra i quali Firenze, Prato e Pistoia, ha votato per l'aumento della Tari; gli aumenti potranno arrivare all'8,6%, mentre per i Comuni capoluogo (Firenze, Prato e Pistoia) l'aumento oscillerà tra il 6 e il 7%. La decisione è arrivata con il via libera dell’assemblea dell'Ato al Piano Economico e Finanziario per il 2022, che riguarda i 58 comuni serviti da Alia servizi ambientali, tra cui Firenze, e i 7 comuni del Mugello serviti da Aer Spa.

"Il totale passività di Alia Servizi Ambientali, per il 2020 (ultimo dato disponibile), ammonta a 252 milioni di euro - sottolinea Stella - contro i 240 milioni dell'anno precedente. Un aumento (tra passività correnti e non correnti) di 12 milioni di euro. E' difficile non pensare che gli aumenti della Tari decisi l'altro giorno, non servano a compensare questa situazione finanziaria di Alia, e ci piacerebbe avere risposte in merito, visto che si tratta dei soldi delle famiglie e delle imprese dell'area centrale della Toscana. Occorre garantire lo smaltimento a costi sostenibili, servono impianti moderni, e la programmazione deve rimanere in mano alla Regione. Sono necessari piani di efficientamento del servizio e contenimento dei costi di gestione, non aumentare le tariffe".

Il Comune di Pisa ha riaperto i termini del bando per l’assegnazione di ulteriori contributi a parziale ristoro della Tari pagata dalle utenze non domestiche per l’annualità 2021, con priorità alle utenze che hanno subito la chiusura o la limitazione alle attività a seguito di disposizioni normative emanate a seguito del perdurare dell’emergenza epidemiologica COVID-19. Il Comune di Pisa ha ammesso a contributo le precedenti istanze, ampliando il ristoro fino al 25% dell’importo TARI dovuto e pagato per l’anno 2021.

Ultimi giorni per fruire, ad Arezzo, della detassazione della superficie ove si formano in via continuativa e prevalente rifiuti speciali non assimilati o pericolosi. Scadenza perentoria per presentare la modulistica: martedì 31 maggio. I titolari delle utenze interessate devono provvedere, come ogni anno, a dimostrare l’avvenuto trattamento di quanto prodotto nel 2021 in conformità alla normativa vigente. 

Lo stesso 31 maggio vale anche come termine di presentazione dell’istanza per la riduzione della parte variabile della tariffa da parte dei produttori di rifiuti urbani che dimostrino di aver avviato questi ultimi al riciclo, direttamente o tramite soggetti autorizzati. 

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