Falde toscane più contaminate: il 31% è fuori soglia

Acque sotterranee, il rapporto triennale Arpat: il monitoraggio chimico ha interessato 65 corpi idrici e 435 stazioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2020 15:21
Falde toscane più contaminate: il 31% è fuori soglia

(DIRE) Firenze, 7 feb. - In Toscana la situazione delle acque sotterranee è peggiorata. Lo certifica il rapporto triennale, 2016-2018, condotto da Arpat: un monitoraggio chimico che ha interessato 65 corpi idrici e 435 stazioni. Dall'analisi, infatti, è emerso che rispetto al 2013-2015 "la percentuale assoluta dello stato scarso", in cui i livelli di contaminanti oltrepassano i massimi fissati dalla normativa, è passata "dal 18 al 31%". E sono aumentate anche le situazioni di "buono con scarso locale", ovvero quelle situazioni dove le criticità non superano il 20% dei punti controlli.

Di conseguenza, diminuiscono "i corpi idrici in stato buono dal 23% al 18%", mentre si assottigliano le cifre del "buono con fondo naturale", quelle cioè caratterizzate dalla presenza in natura di elementi chimici, che dal 25 si riducono all'11%. Non solo, confrontando i dati degli ultimi 14 anni, dal 2002 al 2018, e raffrontandoli "con l'indicatore della precipitazione media cumulata annua", si riscontra il peggioramento progressivo sul triennio 2016-2018, "con una evidente correlazione tra periodi con forti precipitazioni e incrementi dello stato scarso".

In pratica "la prevalenza nella ricarica del trasferimento di inquinanti dalla superficie rispetto alla diluizione, denuncia ancora un'evidente vulnerabilità".

Nel dettaglio, si spiega da Arpat, "si confermano tra gli stati scarsi a rischio varie situazioni riconducibili a contaminazioni di tipo urbano o industriale", come a Firenze o Prato. Si segnalano, poi, "contaminazioni agricole" sulla falda profonda della Chiana ed alterazioni del fondo naturale possibilmente originate da stress quantitativi (falda profonda Chiana, Santa Croce, Valdelsa, Piana del Cornia, Pianure Elbane). Tra gli stati scarsi emersi in corpi idrici non a rischio, infine, "si riscontrano soprattutto contaminazioni diffuse di origine agricola come fitofarmaci e nitrati e, più generalmente, alterazioni antropiche del fondo naturale possibilmente originate da uno stato di stress quantitativo".

In evidenza