Ex Teatro comunale, Del Re in Commissione: 'Doveva restare pubblico'

Il consigliere comunale Casini: “Nessuna demonizzazione degli investimenti, ma Firenze merita qualità”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 Settembre 2025 23:50
Ex Teatro comunale, Del Re in Commissione: 'Doveva restare pubblico'

Firenze, 3 settembre 2025 – “Non ho mai portato delibere in giunta o firmato alcun atto relativo all’ex Teatro comunale quando ero assessora all’Urbanistica. Né sono stata mai avvisata dal sindaco o dagli uffici di cambiamenti o criticità circa i materiali o i colori indicati nel piano di recupero, che risale al 2018, prima cioè che ricevessi la Delega all’Urbanistica. Anche perché quei temi erano, sono e devono restare di competenza della Soprintendenza. Sull’ex Teatro sono stata coinvolta solo per decidere come destinare la monetizzazione di quell’operazione, e ho ottenuto di investirle su immobili pubblici, per destinarli a edilizia residenziale sociale in centro storico.

Così l’ex assessora comunale Cecilia Del Re, attualmente all’opposizione nelle fila di Firenze Democratica, comincia il suo intervento nel corso della Commissione straordinaria convocata per affrontare il dossier sulla trasformazione dell’ex Teatro Comunale.

“Con la proprietà dell’ex Teatro ho avuto un solo contatto – aggiunge Del Re - quando gli scrissi molto arrabbiata dopo aver appreso dalla stampa dell’accordo che avevano fatto per adibire gli appartamenti in questione ad uso turistico. Mi risposero che quanto comunicato era stato oggetto di preventiva condivisione con l’ufficio del Sindaco”.

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Quel complessospecifica la Consigliera di FD - doveva, a nostro avviso, restare ad uso residenziale puro, per avere ancora una comunità di abitanti in centro che aiutasse a mantenere le funzioni pubbliche presenti: scuole, ambulatori medici, esercizi di vicinato.

Anche per questo abbiamo i poi votato contro la decisione, presa lo scorso aprile, di escludere l’ex Teatro comunale dal blocco anti Airbnb. Esclusione confermata anche dal successivo regolamento sulle locazioni turistiche. Due pesi e due misure, insomma, anche nella valutazione delle osservazioni alla variante del 2025 tra il piccolo proprietario che aveva acquistato e iniziato i lavori prima del blocco, ed il grande fondo di investimento”.

Questo, il passato. Ma Del Re nel suo intervento in Commissione guarda anche al futuro, ricordando gli strumenti che la Città deve usare per allargare partecipazione e dibattito pubblico nei casi di grandi trasformazioni urbanistiche. Dai concorsi di idee e di progettazione, alla valutazione di impatto (Heritage impact assessment).

“Sbagliato e pericolososottolinea Del Re - chiedere maggiori poteri per i sindaci, perché non vi è certo da accentrare maggiormente l’iter decisionale, ma da condividere con enti competenti, e con il consiglio comunale e la città le trasformazioni in essere usando gli strumenti esistenti.

Con il nuovo Piano Operativo vi sono ulteriori strumenti di tutela come la valutazione di impatto Unesco, ma su alcune grandi aree di trasformazione privata, come l’area ex OGR nella scheda del Piano Operativo, manca una regia pubblica, ovvero un percorso di partecipazione e un concorso di progettazione che avevo chiesto di inserire, ma il sindaco non ascoltò la mia richiesta.

Palesai che non avrei desistito dal portare avanti questa richiesta, anche perché la notizia, appresa dai giornali, di 2 torri in quell’area mi colpì molto. Dopo pochi giorni mi furono tolte le deleghe. Come Firenze Democratica, presentammo allora un emendamento al POC per chiedere di inserire tale previsione nella scheda, ma la maggioranza lo respinse. Le divergenze nel merito e nel metodo di come intendere lo sviluppo della città erano molte col precedente Sindaco, non solo evidentemente sul tema del passaggio della tramvia dal Duomo, che è comunque significativo: un servizio per rendere accessibile il centro storico ai cittadini, e non uno spazio totalmente occupato dai turisti come lo è oggi”.

Oggi, dai banchi dell’opposizione, Del Re torna a chiedere discontinuità, per l’area delle ex Officine, ma anche per altri casi simbolici come l’ex ospedale San Giovanni di Dio, che deve restare pubblico, o per il Sant’Agnese che recentemente il presidente di Montedomini (Frittelli, nominato da Funaro) in commissione controllo ha dichiarato di voler alienare. Così come ritiene urgente che la città si doti di un Urban centre, che doveva nascere nell’Ex centrale termica a Novoli, dove Funaro ha dichiarato però un anno fa di voler fare un centro di arte contemporanea sul modello dell’Havana di Cuba.

“Un sindaco oggiconclude dunque Del Re - dovrebbe rassicurare la città non dicendo che di estetica non si occupa, ma dicendo che è finita la stagione della vendita dei beni pubblici anche perché rispetto ai primi anni duemila sono mutate le condizioni dei bilanci comunali, e che si può e si deve aprire quella dei concorsi di progettazione per le grandi trasformazioni, dell’Urban centre e di una visione che metta al centro il cittadino e una regia pubblica anche nelle trasformazioni private.

Tutte questioni che ebbi a porre durante la presentazione del POC, nel marzo 20123, dove chiesi quella discontinuità che è stata ritenuta lesa maestà, e che non ha poi potuto trovare spazio neppure per un confronto all’interno del partito dal quale poi sono uscita con un nutrito gruppo di iscritti e consiglieri. Dal lato della minoranza, abbiamo continuato a portare avanti le nostre idee, cercando con il nostro impegno civico di continuare a dare una mano alla città per una sua crescita sostenibile, trasparente e inclusiva”.

"Credo che il lavoro della Commissione Urbanistica sull’ex Teatro Comunale sia importante e vada proseguito, anche coinvolgendo i soprintendenti competenti. Nel mio intervento ho voluto porre l’attenzione su un passaggio cruciale: il parere favorevole della Commissione Paesaggio del 12 febbraio 2020 era condizionato alla verifica in corso d’opera dei materiali, degli infissi e delle finiture esterne, da valutare congiuntamente in cantiere. Ho chiesto se questa valutazione sia stata effettivamente fatta. La risposta è stata che la Commissione Paesaggio ha esaminato le campionature di materiali, colori e finiture e non ha sollevato eccezioni". E' quanto dichiara il capogruppo di Iv a Palazzo Vecchio Francesco Casini, al termine della Commissione Urbanistica.

"Tengo a sottolineare che non c’è nessuna contrarietà pregiudiziale agli investimenti privati: non li demonizziamo e, anzi, riconosciamo che questa operazione nasce da un’alienazione avvenuta in un momento complesso il Paese alle prese con un debito pubblico crescente e con il patto di stabilità che finanziariamente strangolava i comuni, un’ alienazione che ha portato alla realizzazione di un’opera straordinaria come il nuovo Teatro del Maggio - aggiunge Casini -. Tuttavia, quando si fa, occorre fare bene: la qualità deve sempre essere all’altezza di Firenze".

"Resta dunque un interrogativo politico e culturale - si chiede il capogruppo di Iv -. Come è stato possibile che un intervento così impattante sullo skyline di Firenze sia passato senza contestazioni nella fase decisiva delle scelte estetiche? È giusto continuare a fare chiarezza, con competenza e pragmatismo, e al tempo stesso lavorare per trovare soluzioni che possano migliorare la situazione. Resta aperta, inoltre, la possibilità di richiedere interventi correttivi per lenire l’impatto, anche attraverso scelte cromatiche e progettuali diverse.Perché la bellezza non è un dettaglio secondario, ma il cuore dell’identità della nostra città".

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