Evviva i traditori!

Dal 17 gennaio in tutte le sale italiane “L’agenzia dei bugiardi”, con Giampaolo Morelli, Massimo Ghini, Alessandra Mastronardi e il toscanaccio Paolo Ruffini

Elena
Elena Novelli
15 gennaio 2019 23:55

ROMA - È meglio una bella bugia o una brutta verità? Su questo interrogativo morale si snoda la trama della commedia italiana “L’agenzia dei bugiardi”, remake del film francese campione d’incassi “Alibi.com”.

Quello d’oltralpe è più scollato, più giovanilista” ha spiegato ieri alla presentazione, al cinema Adriano a Roma, il regista Volfango de Biasi, che ha firmato la sceneggiatura di successi come “Colpi di fulmine” e “Colpi di fortuna”, e la regia di ‘christmas movie’ come “Un Natale stupefacente”, “Natale col boss” e “Natale a Londra”. “Rispetto alla pellicola francese noi abbiamo cercato di dare più peso, più struttura alla storia d’amore - ha rivelato - abbiamo spinto sul romantico e addolcito un po’ di cose: nei dialoghi e nel finale - ha rivelato - il film è cambiato al 70%”.

La trama è quella classica della commedia degli equivoci dove il seducente Fred,

interpretato dall’istrionico Giampaolo Morelli, il nerd Diego che ha il volto stralunato di Herbert Ballerina attore feticcio di Maccio Capatonda, e l'apprendista Paolo - un esilarante Paolo Ruffini - sono i componenti di una diabolica agenzia che fornisce alibi ai clienti fedifraghi. Il capo è Morelli, bellissimo attore adorato dalle fan, interprete di numerosissime fiction per cinema e tv: una tra tutte “L’ispettore Coliandro”, con cui ormai viene identificato, anche se lui cerca di smarcarsi dal personaggio.

“Per me non c’è nessun riferimento a Coliandro - protesta - il personaggio è completamente diverso: Fred su una ferita emotiva (il padre ha tradito la madre e i genitori si sono lasciati per sempre) costruisce il suo lavoro, un business a fin di bene quindi, il cui scopo è far restare le famiglie unite”. “E’ più vero rispetto a Coliandro - precisa - che mente continuamente anche a se stesso!”.

Tutto fila liscio soltanto finché Fred non si innamora di Clio, una deliziosa Alessandra Mastronardi - che per la sua freschezza ed eleganza ricorda la giovane Audry Hepburn di Vacanze romane o di Sabrina - paladina della sincerità a tutti i costi. La situazione si complica quando Fred scopre che il padre di lei, Alberto - un rodato Massimo Ghini, ormai veterano della commedia comico-sentimentale - è un suo cliente!

“Nell’ipocrisia siamo maestri - ha dichiarato Ghini - e quella della bugia è l’arte italica per eccellenza”. “La commedia francese o inglese però, di solito è più politicamente scorretta di quella italiana - ha aggiunto - questa volta invece siamo stati più cinici, finalmente più crudeli”. E se il barboncino protagonista di sadiche gag potesse parlare, ci confermerebbe sicuramente la svolta anti buonista del film. Ghini è Giancarlo, che si rivolge all’agenzia per nascondere un tradimento alla moglie Irene, una Carla Signoris che si conferma attrice a tutto tondo, un personaggio che si smarca dall’ingombrante marito - nel film, come nella vita -.

La giovane amante di Ghini, Cinzia, è Diana Del Bufalo, sempre scoppiettante, attrice travolgente - nel film, come nella vita. In un fiume di parole senza soluzione di continuità - e aveva la febbre, ha confessato durante la conferenza stampa - ha regalato ai giornalisti una confidenza: il suo amore con Paolo Ruffini dura da ben quattro anni, e non per fiction!

Di lui, poliedrico autore, conduttore e attore, contiamo almeno cinque interpretazioni di cinepanettoni, di cui uno come regista, interprete di due pellicole del conterraneo Virzì, e di un’altra ventina di commedie per il cinema e altrettante per il teatro, regista di almeno quattro film e autore di sei libri, più un’altra ventina di programmi per la tv, alcuni dei quali in conduzione con la compagna Del Bufalo. Insomma un vulcanico toscanaccio, che nella seconda parte della commedia viene letteralmente travolto dagli eventi, e che per mettersi in salvo reclama: “Oh...ma io son di Livorno...sono di Livornooo!”. Grida che, come ogni toscano sa, nella nostra regione non garantiscono l’incolumità, anzi...a meno che uno non si trovi sulla costa labronica - sempre che non ci siano Pisani nei paraggi.

Magnifico poi Antonello Fassari, che sotto le vesti di un monsignore compito nasconde un cuore giallorosso. Irresistibile Paolo Calabresi, l’amico di famiglia Maurizio, che nella sua lunga carriera non smette di stupire, passando con elegante indifferenza da Shakespeare allo zio Gianni. Sorprendente anche Raiz, voce degli Almamegretta, qui nei panni di un nomade fuori dai cliché. Ed infine un altro toscanaccio, Piero Pelù, che regala un cameo interpretando se stesso.

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