Euroingro: troppi episodi di violenza a Chinatown

Shan Xiaoyun (CNA) richiama tutte le imprese al rispetto delle regole

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 Novembre 2025 23:25
Euroingro: troppi episodi di violenza a Chinatown

Da alcune giorni una parte del padronato pratese del Macrolotto 1 si sta organizzando attraverso Wechat per cercare di fermare le lotte sindacali e le rivendicazioni dei lavoratori. Ieri abbiamo avuto una dimostrazione di cosa si vuole mettere in campo contro gli scioperi. L'appartenenza etnica non c'entra nulla con quello che è accaduto ieri alla Euroingro. Parlare di “cinesi” non aiuta a capire quello che continua a succedere da tempo a Prato. Chi vuole rappresentare uno scontro etnico vuole solo soffiare sul fuoco del razzismo e non riconoscere la dignità e la centralità delle lotte sindacali, che non guardano a nazionalità o etnia.

Comunisti di merda. Ci veniva urlato questo ieri mentre venivamo attaccati. Il fatto che gli operai più sfruttati di questo distretto stiano rivendicando e conquistando i propri diritti, da adito alle peggiori pulsioni fasciste, violente e para-mafiose da parte di un settore di imprenditoria. Dobbiamo ricordarci che il fascismo nel nostro paese è nato così -dichiarano Sarah Caudiero e Luca Toscano di SUDD Cobas- Comunque li si voglia chiamare padroni, imprenditori, sfruttatori o datori di lavoro, chi ha attaccato ieri il picchetto non l'ho fatto a causa della sua nazionalità, ma per difendere il suo diritto a sfruttare. Siamo di fronte a messaggi deliranti in cui sfruttatori si rappresentano come vittime perchè non viene tutelato il loro presunto diritto a sfruttare.

Siamo di fronte ad una spinta reazionaria, in una fase nuova che ha visto non solo crescere il movimento dei lavoratori ma anche – solo negli ultimi mesi – almeno un centinaio di aziende del pronto moda raggiungere accordi 8x5 con il sindacato. Nei messaggi si legge l'invito agli imprenditori a non arrendersi di fronte agli scioperi. Cioè a non non fare contratti regolari e non rispettare turni di 8 ore. Siamo all'assurdo. Si parla addirittura di chiedere sostegno al consolato Cinese.

Ma vogliamo ricordare a questi impreditori che il Consolato si dovrebbe occupare di quei lavoratori cinesi che vengono sfruttati in modo disumano, loro sì che avrebbero diritto di chiedere aiuto e sostegno, e di vedersi riconosciuti i loro diritti. Questa alleanza è un tentativo disperato di frenare il profondo cambiamento che sta avvenendo nel distretto grazie al nuovo protagonismo dei più sfruttati. E' un tentativo destinato a fallire, ma che può produrre anche molti danni e violenze.

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Questa alleanza pensiamo debba preoccupare tutti ma non ci spaventa: anche ieri dopo l'aggressione il picchetto ha continuato a bloccare Euroingro fino alla chiusura, e oggi tre delle 5 aziende coinvolte dallo sciopero hanno accettato di regolarizzare i lavoratori”.

«Non esiste sviluppo sano senza regole, e sulla legalità non possiamo fare sconti». Con queste parole, la Presidente di CNA World China, Shan Xiaoyun, ha lanciato un appello chiaro e deciso per il rispetto delle regole, dei diritti e della sicurezza, che devono essere le fondamenta del futuro del distretto. L’intervento arriva all’indomani dei gravi episodi di ieri e che hanno visti coinvolti lavoratori, imprenditori e forze dell’ordine.

«Chi opera nell’illegalità danneggia tutti: le imprese oneste, i lavoratori, l’immagine della città e il futuro delle nuove generazioni», ha dichiarato Shan Xiaoyun, ribadendo l’impegno dell’associazione nel supportare le aziende verso percorsi di regolarità e sicurezza, attraverso formazione, consulenza e collaborazione con le istituzioni.

La Presidente ribadisce che il raggruppamento CNA World China è nato proprio per favorire l’integrazione e il dialogo dell’imprenditoria cinese ed esprime la propria condanna di quanto accaduto sottolineando che «la violenza non è mai una soluzione e mina il tessuto sociale ed economico che tutti insieme stiamo cercando di rafforzare».

CNA World China rinnova quindi il proprio impegno a essere un ponte tra culture e imprese, favorendo il dialogo e la collaborazione come strumenti per affrontare le sfide del distretto e costruire un futuro basato su legalità, sicurezza e rispetto reciproco e invita tutte le imprese – italiane, cinesi e di ogni altra provenienza – a rispettare le norme e i diritti dei lavoratori, perché solo così potremo assistere ad una sana crescita del distretto tessile e alla costruzione di una convivenza civile.

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