Enel assume, come passare dallo studio al lavoro

Colmare il baratro tra studio e lavoro, ridando dignità agli istituti professionali e tecnici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 settembre 2014 16:36
Enel assume, come passare dallo studio al lavoro

Grande apprezzamento ha riscosso il programma di formazione scuola-lavoro che porterà all’assunzione come apprendisti da parte di Enel di 24 studenti dell’Itc Meucci di Firenze, e di altri 121 in 7 regioni italiane.Professionali e professionisti.In Italia gli Istituti Tecnici sono nati per insegnare ai giovani le basi pratiche che li avrebbero condotti presto sul posto di lavoro.Le officine erano il cuore dell'insegnamento prima dei banchi.

Il compagno era quello che teneva ordinato il cassetto degli attrezzi. Quello bravo sapeva fare i conti, sapeva saldare, limare, riconoscere i materiali e realizzare i progetti rendendoli funzionali con il minor ingombro ed il minor spreco di risorse fisiche ed energetiche.L'Italia delle botteghe artistiche ed artigiane dove i ragazzi si formavano fin da bambini e poi entravano nel mondo delle professioni, ci aveva pensato prima di tutti, poi si è persa. “Occorre colmare il baratro che divide la scuola dal lavoro” lo ha detto il segretario generale regionale Riccardo Cerza.“Se davvero si hanno a cuore i giovani –dice Cerza- questa è la vera riforma del lavoro da varare, piuttosto che perdersi in diatribe sterili sull’articolo 18 o in altre misure cervellotiche.

Il problema del nostro mondo del lavoro non è l’uscita è l’entrata. Per i giovani il buco nero del nostro sistema rispetto agli altri paesi europei è la difficoltà a passare dallo studio al lavoro. E’ questo che rende i dati della disoccupazione giovanile così drammatici.”“Ridando dignità agli istituti professionali e tecnici e facilitando l’inserimento con periodi di alternanza studio/lavoro –continua il segretario Cisl- si aiutano da un lato i giovani, in modo concreto e non solo a parole, e dall’altro le aziende, a trovare le giuste professionalità che in tanti settori sono insufficienti.

La formazione professionale era un fiore all’occhiello dell’Italia, che gli altri paesi europei hanno preso a modello. Oggi in Germania si fa quello che si faceva da noi negli anni ’60 e ‘70, mentre noi ci siamo persi per strada.”“Mi auguro –conclude Cerza- che questo progetto non rimanga una sperimentazione isolata e fine a sé stessa, perché una rondine non fa primavera. Da parte nostra ci impegneremo, come abbiamo fatto in Enel, a creare le condizioni necessarie a sviluppare questo tipo di progetti.”

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