Empolese Valdelsa sconvolto dall’operazione della DdA

Dopo l'inchiesta Keu contro la 'Ndrangheta, i sindaci dell’Unione: «Pronti a difendere il nostro territorio»

Nicola
Nicola Novelli
21 aprile 2021 22:05
Empolese Valdelsa sconvolto dall’operazione della DdA

Firenze, 21 aprile 2021- Gli undici sindaci dell’Unione dei Comuni Empolese Valdelsa si schierano tutti insieme contro la malavita organizzata e le infiltrazioni che possono colpire il loro territorio. Lo fanno dopo qualche giorno dall’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze contro la 'Ndrangheta.

Va chiarito se sul territorio ci possano essere terreni che siano stati oggetto di sversamenti illeciti di natura solida o liquida. Gli inquirenti stanno indagando sulle società che hanno operato nell'ambito dello smaltimento rifiuti speciali e su chi ha rivestito ruolo in società e aziende del settore, sui i terreni di proprietà (proprietari ed eventuali parenti) per censire tutte le società che hanno partecipato ad attività che comportassero la possibilità di sversare in terreni rifiuti tossici. Naturalmente stanno anche acquisendo da Arpat tutte le analisi e i rapporti di controllo redatti.

I sindaci dell’Unione si schierano tutti insieme. dopo qualche giorno dall’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze contro la 'Ndrangheta: «Quanto emerso ha consigliato a tutti noi grande cautela nell'esprimerci nelle ore immediatamente successive alla notizia. Abbiamo volutamente ponderato queste parole. Gli sviluppi dell’indagine impongono un impegno ancora maggiore verso la consapevolezza che questi fenomeni sono ormai una realtà anche in queste aree e verso qualsiasi tipo di azione amministrativa che vada verso il contrasto preventivo alle infiltrazioni della malavita organizzata nel tessuto economico dei nostri Comuni.

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Il quadro che è emerso e sta emergendo dalle indagini desta grande preoccupazione sia per la gravità dei reati ipotizzati, sia perché questi vanno a colpire, non solo nell’immagine, attività di grande importanza per l’economia regionale. Vediamo colpita, secondo gli inquirenti, la nostra SR 429, una strada tanto attesa che simbolicamente rappresenta tutti noi. Un’infrastruttura voluta fortemente da tutto l’Empolese Valdelsa perché volano per il mondo delle imprese e per la creazioni di lavoro.

Come sindaci vogliamo dire ai nostri cittadini e a tutte le associazioni di categoria che non possiamo minimizzare quanto gli inquirenti hanno posto alla nostra attenzione.

Ci sentiamo pronti a difendere in tutti i modi questo territorio dalla delinquenza, dalla illegalità, consapevoli che ogni nostra azione quotidiana ha il solo obiettivo di migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini e di difendere i loro diritti. Allo stesso tempo attendiamo l’evolversi delle indagini sapendo che sarà il processo il mezzo mediante il quale alla presunzione d'innocenza si potrebbe sostituire, eventualmente, quella di colpevolezza.

Esprimiamo, come fatto fin da subito, massima fiducia negli organi inquirenti e nella magistratura. Auspicando massima celerità nella giustizia, ma anche nelle verifiche tecniche da parte degli organi preposti alla tutela della salute pubblica e ambientale.

Le ombre che questa inchiesta ha allungato sono troppo inquietanti perché si possa far finta di nulla. Il nostro grido deve essere forte: Siamo contro le mafie, contro la malavita organizzata, contro qualsiasi attività criminale. Siamo dalla parte della legalità e dello Stato».

Intanto stamani i giornali davano conto di un interrogatorio in cui Ledo Gori, rifiutando le accuse che gli sono state mosse dalla Magistratura, finirebbe per puntare il dito contro quegli amministratori toscani, che -a differenza sua- avrebbero ricevuto effettivo vantaggio economico dai favori concessi agli indagati.

“Se Ledo Gori è al corrente di episodi che vedrebbero dei politici implicati in vicende non limpide e se vuole essere credibile, faccia nomi e cognomi”. Così Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano.

“Gori è accusato di corruzione nell’ambito di una delle inchieste più sconvolgenti della nostra Regione, ma, al momento, pare sia ancora in servizio, se non addirittura premiato con 10 giorni di ferie. Lo stesso Gori dice di non essere mai stato sospeso, smentendo di fatto il presidente Giani che invece aveva parlato di 'sospensione'. Del resto, Giani ha peccato di scarsa trasparenza fin dall'inizio di questa vicenda: perché non ha revocato subito l’incarico di Capo di Gabinetto a Gori? Aspettiamo che il governatore risponda a questa domanda e, visto che ci siamo, ci dica anche se ha ricevuto pressioni affinché al braccio destro di Enrico Rossi fosse confermato l’incarico nello scorso ottobre”.

"Noi siamo garantisti da sempre, fino al terzo grado di giudizio. Giustamente la magistratura fa le sue indagini, noi chiediamo che queste siano veloci in modo da appurare tutte le responsabilità, se ve ne sono. Allo stesso tempo chiediamo che l'inchiesta 'Keu' della Procura di Firenze e della Dda non danneggi un settore come quello del conciario toscano, che rappresenta un bastione economico e occupazionale per la nostra regione, oltre che uno dei fiori all'occhiello della produzione di qualità nel settore moda e arredamento italiani". Lo affermano il sen. Massimo Mallegni, coordinatore regionale di Forza Italia Toscana, e il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella. Le indagini hanno portato a 23 arresti tra Toscana e Calabria e altri 19 indagati, accusati a vario titolo di inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione e illecita concorrenza.

"Nel distretto conciario toscano - sottolineano Mallegni e Stella - si realizza circa il 35% della produzione nazionale di pelli ed il 98% della produzione nazionale di cuoio da suola. Nel distretto sono presenti circa 600 aziende tra concerie e lavorazioni conto terzi, con 8.000 addetti, e la produzione rappresenta il 15% dell'intero PIL toscano, con 2.8 miliardi di euro. Il settore conciario è un ambito che, già in passato, è stato oggetto di indagini che però non hanno poi portato allo svolgimento di procedimenti. Per questo bisogna prestare la massima attenzione ed evitare che un'inchiesta, ancora lontana dall'essere arrivata in giudizio, danneggi un comprensorio tra i più fiorenti d'Italia".

Invece il Movimento 5 Stelle ha convocato una conferenza stampa stamani sulla maxi inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti che ha travolto il sistema di convenienze economiche e politiche descritte dai pm della Dda fiorentina come l’anello di congiunzione con la criminalità organizzata. La Capogruppo Irene Galletti e la Consigliera regionale Silvia Noferi hanno affrontato varie questioni, dalle denunce pubbliche fatte negli anni sulle questioni ambientali, alle iniziative intraprese in Consiglio Regionale per porre rimedio, fino alla Richiesta di Comunicazione da parte del Presidente Eugenio Giani in merito all’inchiesta Keu sullo smaltimento illecito dei rifiuti dell’industria conciaria.

In contemporanea alla conferenza stampa è stata protocollata una lettera ufficiale indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, per sollecitarlo a calendarizzare gli atti del Movimento 5 Stelle collegati a questioni ambientali urgenti e che da tempo attendo di essere discussi nelle sedi opportune.

La prima ad intervenire è la Capogruppo Irene Galletti: “Di primo impulso abbiamo depositato una richiesta di comunicazione urgente su alcuni degli aspetti più inquietanti della vicenda – spiega Galletti - nell’immediato dell’uscita delle notizie sulla maxi inchiesta che coinvolge drammaticamente esponenti della ‘ndrangheta. Riteniamo sia un atto dovuto da parte del presidente Giani, che deve pretendere lui medesimo trasparenza sull’accaduto da parte delle strutture regionali investite da questa inchiesta.”

“Nei giorni successivi poi abbiamo letto maggiori dettagli, e rivisto alcuni dei molti atti dedicati alle questioni ambientali presentati in Consiglio Regionale già nella scorsa legislatura: la cosa più sconcertante – evidenzia la Capogruppo M5S - è che quasi tutti gli atti che richiedevano interventi a maggior tutela dell’ambiente o sollevavano domande su alcuni accadimenti molto sospetti sono stati bocciati. Ripenso all’interrogazione del 2019 sulla più vasta morìa di pesci nell’Usciana, alle accuse di procurato allarme che ricevemmo quando per primi denunciammo ciò che sarebbe diventata l’inchiesta “Blu Mais”, e ancora la bocciatura, per due volte in pochi mesi, di un atto in cui chiedevamo di potenziare Arpat, gravemente sotto organico da anni, fino all’atto in cui chiedevamo alla Toscana di fare pressioni al governo perché fermasse lo smantellamento del Corpo Forestale dello Stato.

Tutte iniziative accomunate dal fil rouge di una richiesta di attenzione alla questione ambientale, tutte respinte.”

“Scoprire oggi che gli eventi oggetto dell’inchiesta non sono circostanze singole e scollegate, ma originate da quello che appare agli inquirenti come un sistema collaudato di condotte personali per rilasciare e farsi rilasciare atti autorizzativi in deroga, anche mediante emissioni di atti ritenuti in contrasto con le normative, e per concludere accordi e protocolli per continuare ad assicurare la gestione illecita dei rifiuti – incalza Galletti - getta ombre pesanti sulla Giunta Regionale riguardo la conduzione della macchina amministrativa e la sua permeabilità in qualche forma da parte della criminalità organizzata.

Ombre che deve essere spazzata via al più presto con indagini interne che devono procedere in parallelo a quelle degli inquirenti, per individuare chi sono i soggetti responsabili di questa rete e soprattutto tutelare chi ha sempre servito le istituzioni pubbliche con disciplina e onore. Questi ultimi – evidenzia la cinque stelle - sembrano aver avuto spesso vita difficile in Arpat, che dovrà essere oggetto di verifiche riguardo gli spostamenti del personale. Lo chiederemo con un apposito atto.”

“Sulla vicenda sarà importante audire esperti di anticorruzione e organizzazioni come la Fondazione Caponnetto, ma anche la Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza della Giunta Regionale, che dal mese di ottobre 2020 lo è anche del Consiglio. E poi – rileva Galletti - dovremo intraprendere lo stesso percorso per il porto di Livorno: perché se per lo smaltimento di rifiuti si parla di decine, forse centinaia di milioni di euro, nel porto con il narcotraffico si raggiungono miliardi.”

E conclude: “Ancora ci sarebbe da parlare dei commissari speciali alle opere pubbliche, dei loro poteri e del loro operato in simili circostanze. Questo sarà un impegno che dovrà caratterizzare la Regione Toscana per i mesi, se non gli anni, a venire.”

Gli atti della Capogruppo M5S Irene Galletti in attesa di discussione:

1. In merito al programma della Regione Toscana per la gestione degli scarti di lavorazione e i c.d. gessi rossi (mozione 275 del 20 marzo 2021).

2. In merito alla nuova gestione della discarica della Grillaia di Chiana (PI) (interrogazione orale 152 del 6 aprile 2021).

3. Istituzione di una Commissione speciale finalizzata alla verifica ed identificazione degli sversamenti ed utilizzi impropri di sostanze tossiche operati dalle aziende della filiera conciaria, e coordinamento dell’attuazione delle misure più appropriate, celeri ed efficaci di intervento per al tutela della salute e delle matrici ambientali, e per il monitoraggio delle stesse (mozione in attesa del numero di protocollo).

4. Azioni da intraprendere a tutela della salute e dell’ambiente a seguito delle vicende relative agli sversamenti (mozione in attesa del numero di protocollo).

5. Necessità di ripristinare e potenziare la dotazione organica, strumentale e finanziaria Arpat alla luce degli ultimi eventi (mozione in attesa del numero di protocollo).

6. Tutela delle risorse naturali, artistiche, paesaggistiche, agricole, artigianali, dell’ecosistema e della salute umana nella definizione delle aree non idonee allo sviluppo delle risorse geotermiche in Toscana (mozione in attesa del numero di protocollo).

Particolarmente duro anche l’intervento della Consigliera Regionale del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi, che dichiara: “Quanto sta emergendo in questi giorni dalla cronache è allarmante perché evidenzia delle connivenze fra malavita e politica per il traffico dei rifiuti che, se venissero confermate, cambierebbero drasticamente la fiducia dei toscani nelle istituzioni regionali e soprattutto nel Partito Democratico che da sempre governa la Regione.”

“Ovviamente aspettiamo di sapere come andrà a finire – chiarisce la consigliera regionale - non possiamo accusare nessuno prima dei tribunali, ci auguriamo però che questa volta l’iter della giustizia non si perda nei rivoli dei rimandi e delle lungaggini, come è successo per il processo delle terre di scavo del TAV, i cui principali capi di accusa sono caduti in prescrizione.“

“Nell’attesa della giustizia, la politica non può e non deve perdere l’occasione per fare autocritica – osserva Noferi -, soprattutto in campo ambientale dove spesso si è permesso di allentare i controlli o non si è dimostrato quello zelo che dovrebbe essere di default per gli enti regolatori.”

“Mi riferisco alle molteplici criticità riscontrate ovunque in Toscana su siti inquinati, impianti industriali, discariche, opere infrastrutturali impattanti che sono state autorizzate in deroga o aumentando i parametri di legge, addirittura inventando una valutazione di impatto ambientale a posteriori. L’amministrazione regionale – spiega la pentastellata - deve dimostrare ai toscani di essere la garanzia che la tutela del territorio e di conseguenza della salute della popolazione viene prima di tutto il resto.”

E annuncia: “Per questo oggi abbiamo protocollato e inviato al Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione una lettera in cui si chiede un cronoprogramma per la discussione degli atti depositati nelle scorse settimane dal Movimento 5 Stelle relativamente ai temi ambientali e che non sappiamo ancora quando verranno discussi. Temiamo che ci sia la tentazione di lasciarli decadere per superamento dei termini previsti dal regolamento.”

“Quello che è sconvolgente - incalza Noferi - è il silenzio che è calato sulla vicenda, silenzio che speriamo sia rotto nel prossimo consiglio regionale nel quale abbiamo chiesto che il Presidente Giani venga a riferire.

Quello che sta venendo fuori è una zona grigia in cui la politica che governa sembra più un comitato d’affari che un partito. È di oggi la notizia (Corriere Fiorentino 21 aprile 2020) «Alessandro Franchi, sindaco di Rosignano, proprietario della discarica di Scapigliato della società Rea». Nei giorni scorsi era emerso che il sindaco di Santa Croce si era adoperato per fare delle varianti al regolamento urbanistico per far ampliare il depuratore dietro ordine dei conciatori; un consigliere PD di concerto con un dirigente ha brigato per fare un emendamento ad una legge. Finora ne ha fatto le spese solo Ledo Gori, mi chiedo come sia possibile che queste persone potessero operare senza una copertura dei vertici, se non ci fosse stato un clima di pensiero che giustificasse questi favori.”

“L’esistenza di questa zona grigia – dice Silvia Noferi - è peraltro testimoniata dalle dichiarazioni del presidente Giani nella seduta del 30 novembre scorso in consiglio comunale a Lastra a Signa dove afferma che spezzetterà i lotti di un’opera infrastrutturale per non farla rientrare nelle opere soggette a VIA. È tutto registrato, potete controllare (dal minuto 2:16)”

“A questo si aggiunge l’inerzia dell’Assessore all’Ambiente Monni che nonostante abbia ricevuto un paio di dossier da parte di Arpat Arezzo sulle contaminazione della falda da parte della discarica di Podere Rota a Terranova Bracciolini, contaminazione da sostanze pericolosissime come i tetracloruri, nicchia e non ferma l’ampliamento. Come mai? Cosa sta aspettando?”

“Questa Giunta in soli 6 mesi di governo ha dato di se un’immagine pessima – rileva la cinque stelle - prima con la gestione della pandemia e dei vaccini, ora con la gestione dei rifiuti. Crediamo sia arrivato il momento di dimostrare con i fatti, abbandonando la protervia e l’arroganza di chi è da troppi anni al potere, per mettersi a disposizione dei cittadini e dei Sindaci che segnalano criticità, problemi annosi, inquinamenti di terre e falde che non possono essere sottovalutati.”

E conclude: “Devono essere riviste tutte le autorizzazioni concesse in deroga quando ci sono palesi dimostrazioni dei superamenti dei limiti di Legge, come nel caso eclatante di questi giorni, della discarica di Podere Rota a Terranova Bracciolini.

Gli esempi potrebbero essere tantissimi, noi abbiamo presentato tante proposte, anche se siamo consapevoli che sono solo una minima parte, perché la Toscana a livello ambientale è stata massacrata:

  1. Annullamento ufficiale del Gassificatore di Livorno e bonifiche dei siti SIN/SIR di Livorno e Collesalvetti (Mozione n.16 presentata il 16 novembre 2020).
  2. Invito all’emanazione di una legge regionale che regolamenti l’emissione di sostanze odorigene. La Toscana è una delle poche regioni che non ha ancora una legge specifica (mozione n.59 presentata il 2 dicembre 2020).
  3. Richiesta di una revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la discarica di Cava Fornace a Montignoso (mozione n.245 del 17 marzo 2021) richiesta anche dal sindaco di Pietrasanta e per ora negata con semplice lettera dall’assessore Monni.
  4. Richiesta di sospensione dell’Autorizzazione Unica Ambientale rilasciata a favore della Distilleria Data a Barberino Tavarnelle con la quale è stato concesso di lavorare in continuo per 300 giorni l’anno, realizzando un camino alto 60 per poter meglio spargere i fumi della combustione (di fatto è un inceneritore di vinacce) nella vallata (mozione n.246 del 17 marzo 2021).
  5. Riconversione dello stabilimento Solvay di Rosignano che da oltre un secolo sparge veleni direttamente in mare senza nessuna depurazione che comprenda la realizzazione di un dissalatore, sistemi di depurazione, bonifiche e ripristino dei luoghi a spese dell’azienda (mozione n.221 del 3 marzo 2021).
  6. Interrogazione per sapere quando la Regione provvederà ad aggiornare il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e delle Bonifiche, scaduto nel 2020 (IRS n.220 del 22 febbraio 2021).
  7. Interrogazione per sapere quali sono i piani relativi alla chiusura dell’inceneritore di Montale entro il 2023 e quelli di tutti gli altri inceneritori regionali (IRS n.247 del 16 marzo 2021).
  8. Interrogazione su come è possibile che lo stabilimento Solvay di Rosignano continui a produrre il Tetracloruro di carbonio, sostanza che la Legge 549/93 vieta di produrre e commercializzare e quali sono le autorizzazioni che glielo permettono (IRS n.60 del 26 marzo 2021).
  9. Interrogazione per sapere come mai l’assessore Monni non ritenga il dossier di 48 pagine rilasciato da ARPAT Arezzo una documentazione sufficiente a chiudere immediatamente la discarica di Podere Rota a Terranova Bracciolini anziché firmarne l’ampliamento per la contaminazione della falda superficiale e sotterranea di sostanze cancerogene come i Tetracloruri (IRS n.291 del 19 aprile 2021).

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