Emergenza ungulati: situazione fuori controllo

Oggi 25 cinghiali catturati nell'ex area Cnr di Scandicci. CIA: "Urgente task force per tamponare sovrannumero di cinghiali che stanno distruggendo agricoltura toscana"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 dicembre 2020 18:35

La Polizia provinciale della Città Metropolitana di Firenze ha messo in sicurezza questa mattina il parco dell'area ex Cnr, a Scandicci, dove solo stamani sono stati presi in carico 10 cinghiali, che vanno ad aggiungersi ad altri 15 esemplari fermati da settembre in poi.

"Questo intervento è avvenuto nel rispetto delle norme regionali e dell'ambiente" ha detto l'assessore alla Sicurezza del Comune di Scandicci Andrea Anichini e "si è reso necessario in quanto la popolazione degli ungulati è particolarmente numerosa e ha invaso anche le aree limitrofe al centro cittadini, creando pericolo anche alla viabilità stradale. Per l'operazione svolta ringraziamo i nostri operai che in questi mesi si sono impegnati nel controllo mattutino della trappola, la Polizia provinciale che con grande professionalità è intervenuta prontamente, e a volontari delle guardie venatorie, che hanno collaborato alla buona riuscita del contenimento degli ungulati".

Come è già stato evidenziato anche in altri casi, sempre un maggior numero di animali selvatici trovano rifugio nei pressi dei centri abitati. In tali aree infatti essi trovano condizioni di relativa tranquillità connessa al divieto di caccia. Altri fattori che favoriscono l''inurbamento' dei selvatici sono l'offerta alimentare rappresentata dai giardini e dalle aree frequentate dall'uomo, e soprattutto la disponibilità di acqua, risorsa divenuta essenziale in questi ultimi anni di aridità estiva a seguito dei cambiamenti climatici. Le limitazioni alle attività umane imposte dalle strategia anti-Covid hanno ulteriormente incrementato la presenza dei selvatici ed in particolare degli ungulati nelle aree urbane.

Il fenomeno è particolarmente evidente nell'area metropolitana di Firenze, dove ogni anno vengono effettuate centinaia di segnalazioni da parte dei cittadini e richiesti interventi di allontanamento di animali divenuti troppo confidenti.Nel 2019, la Regione Toscana ha approvato la legge n. 70, con la quale sono state introdotte per la prima volta in Italia specifiche procedure per regolare l'intervento di allontanamento degli ungulati dalle zone urbane. Sulla base di tale legge, il Sindaco, quale autorità di pubblica sicurezza può chiedere alla Regione di emanare i provvedimenti di intervento.

Questi sono gestiti dalle polizie provinciali attraverso il loro personale idonei mezzi di cattura e trasporto degli animali in luoghi esterni alla zona urbanizzata.

«Solo con una decisa ed organizzata politica venatoria sarà possibile tamponare l’emergenza ungulati per recuperare il tempo perso dopo le chiusure per Covid. Ma è necessario procedere con urgenza con l’attività di contenimento che deve essere messa in atto, attraverso la ripresa delle attività di controllo, coordinate dalla polizia provinciale e guardie venatorie, e prevedere anche gli abbattimenti programmati e la caccia di selezione. Arrivati a questo punto, con i numeri attuali, non vanno trovare scorciatoie. Serve una task force, la situazione appare fuori controllo». E’ quanto sottolinea la Cia Agricoltori Italiani della Toscana sull’emergenza ungulati, dopo che, come anticipato nei giorni scorsi, con la zona Arancione sarebbe stato possibile riaprire la stagione venatoria.

La Regione Toscana deve adottare delle linee guida regionali da applicare su tutto il territorio – spiega Cia Toscana - per il risarcimento dei danni da parte degli Atc e degli altri soggetti titolati al rimborso (parchi, aree protette, ecc.)

Occorre inoltre intervenire con tempestività appena l’agricoltore segnala il danno o il potenziale danno alle colture. Dalla segnalazione all’intervento di controllo devono passare poche ore: è necessario – secondo la Cia Toscana - tracciare tutti gli interventi.

I cinghiali in Toscana sono arrivati ad un numero che ormai supera i 400 mila capi, ma in questo 2020 la caccia non è praticamente stata mai aperta e non si è di fatto sparato: quindi calcolando la naturale proliferazione è facile prevedere una crescita ulteriore ed esponenziale, che provocherebbe una situazione non più gestibile. Considerando anche che è un problema con cui gli agricoltori toscani sono costretti, a loro spese, a fare i conti da decenni.

Danni irreparabili alle colture agricole: per riportare in equilibrio il numero degli ungulati in Toscana è necessario un piano programmato e che possa prevedere l’allungamento di almeno un mese la stagione venatoria, sottolinea la Cia Toscana. La possibilità di cacciare sulla loro proprietà da parte degli stessi agricoltori, come già avviene da tempo, resta una soluzione provvisoria e che non può risolvere un problema ampio e ormai dilagante e con i numeri attuali. Adesso c’è bisogno che ognuno faccia la propria parte, ad iniziare dalle istituzioni.

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