Elezioni regionali: Enrico Rossi annuncia in Consiglio la decisione di ricandidarsi

Il governatore replica alla provocazione di Donzelli (FdI) In aula maratona con 8.700 emendamenti, previste 500 ore di lavori. Ingresso con protesta: i consiglieri “regalano” maschere di Verdini e Renzi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 settembre 2014 22:13
Elezioni regionali: Enrico Rossi annuncia in Consiglio la decisione di ricandidarsi

Firenze, 10 settembre 2014- Fanno notizia le dichiarazioni del governatore Enrico Rossi, che oggi – sollecitato proprio dal capogruppo Fdi in Consiglio regionale Donzelli in aula e dai giornalisti a margine dell’assemblea – ha ribadito che intenderà ricandidarsi anche se verrà rinviato a giudizio. “Ci aspettavamo un atteggiamento in linea con il collega dell’Emilia Romagna –ribatte Giovanni Donzelli – invece Rossi ha mostrato il suo vero volto e l’attaccamento alla poltrona, dimenticando quanto sbandierato in altre occasioni”.

I tre consiglieri si sono presentati in aula regalando ai colleghi di Forza Italia e Pd maschere con impressi due volti piuttosto noti: il coordinatore azzurro Denis Verdini e il premier Matteo Renzi. E' così che è andata in scena l'ironica "denuncia sull'inciucio elettorale" pensata dal gruppo di opposizione. I consiglieri Giovanni Donzelli, Paolo Marcheschi e Marina Staccioli hanno aperto la seduta con un gesto dimostrativo che va oltre il simbolico. "La proposta di legge - spiegano - andrà a favorire i nominati e, così come pensata secondo la logica delle larghe intese da Renzi e Verdini, penalizzerà i singoli candidati degli altri partiti. Anche chi avrà molte preferenze, infatti, con l’inciucio non potrà essere eletto". I consiglieri hanno monopolizzato l'intera assemblea snocciolando una lunghissima lista di emendamenti sulla proposta di legge 248/14: 8.700 atti, tutti a tre firme, portati in aula con tanto di scatoloni. Emendamenti per i quali, è stato stimato, potrebbero servire ben 500 ore di Consiglio. Lavori ai quali intanto la Giunta non ha partecipato, uscita dall’aula durante la discussione: “Una scelta – conclude Donzelli – grave e antidemocratica”.Il dibattito si è avviato alla conclusione con l’intervento di Ivan Ferrucci, capogruppo Pd, secondo cui “questa legge centra gli obiettivi che ci eravamo dati all’inizio della legislatura” ovvero “la reintroduzione delle preferenze, la previsione del ballottaggio, un sistema del voto semplificato e di genere, la rappresentanza territoriale”. Il punto qualificante, secondo Ferrucci, è il ritorno delle preferenze.

“Si tratta di un importante passo a tutela della libertà di scelta del cittadino”, ha detto Ferrucci. Che ha aggiunto: “Questo aspetto, come il fatto che la Toscana sarà l’unica regione italiana in cui si potrà eventualmente andare al ballottaggio, è un aspetto di grande civiltà”. E ancora: “La proposta di legge si pone l’obiettivo di tutelare la differenza di genere e valorizzare la presenza delle donne in Consiglio regionale”. Il disegno di legge in discussione, ha inoltre sottolineato Ferrucci, è comunque “il punto di arrivo di un percorso comune e come tale presenta anche dei logici compromessi”. Sul listino, che prevede la possibilità di candidare tre nominativi a livello regionale, Ferrucci ha ribadito che “il Pd, nella prossima tornata elettorale, non lo utilizzerà”, ma ha aggiunto che “comunque anch’esso è il frutto di un accordo politico fatto alla luce del sole”. Ferrucci ha concluso definendo “utile” il lavoro svolto e si è augurato che il confronto sugli emendamenti “adesso non si svilisca la discussione avvenuta su questa legge elettorale”.Il presidente della Giunta regionale, Enrico Rossi, dopo aver evidenziato la ricchezza del dibattito ed apprezzato alcuni interventi “anche se non sempre la penso come loro, ad esempio quelli di Magnolfi e Ciucchi”, ha affermato che “l’aspetto positivo è che, con questa legge, vengono rentrodotte le preferenze”.

Per Rossi questo è “l’aspetto qualificante della proposta”, perché “il cittadino deve avere il diritto di segnare sulla scheda il nome che ritiene giusto ed opportuno per rappresentarlo”. Dopo aver affermato che le primarie “non hanno funzionato”, Rossi ha espresso un giudizio anche sul listino regionale, facoltativo per le forze politiche partecipanti alla competizione elettorale: “Fermo restando che il mio partito ha deciso che non ricorrerà alle candidature bloccate, credo che comunque tutto dipenda dall’uso che si intende fare di questo listino, nel senso che se lo si vuole utilizzare per garantire il ceto politico non sono d’accordo, ma se si vuole utilizzarlo per offrire una possibilità ad esponenti della società civile o del mondo della cultura o delle professioni che altrimenti non avrebbero una loro base elettorale, allora dico che può andar bene”. Rossi, che nel complesso ha definito la proposta “una buona legge”, ha concluso il suo intervento sottolineando che “l’importante era rendere ai cittadini la possibilità della scelta e questo è stato fatto”.

L’auspicio, secondo lui, è che “ora si renda questa possibilità a tutti i cittadini italiani, ovvero anche per il rinnovo del Parlamento nazionale, perché il voto di preferenza è essenziale per la democrazia”.Marta Gazzarri (capogruppo Toscana civica regionale) ha ricordato come l’attuale legge elettorale toscana sia stata sotto la lente d’ingrandimento in quanto ispiratrice della legge nazionale e come l’attuale Consiglio abbia subìto le ricadute negative dell’ingovernabilità registrata a livello nazionale.

Da qui l’esigenza di cambiare e la presentazione dell’attuale proposta di legge che “cerca di limitare gli effetti negativi introducendo un voto di preferenza agevolato e 13 circoscrizioni, in modo da favorire il rapporto tra consiglieri e territorio”. “Inoltre – ha proseguito la consigliera – la nostra proposta punta a garantire la certezza della governabilità, a favorire l’aggregazione e introduce la parità di genere”. “Certo – ha concluso – nessuna legge elettorale è perfetta.

I cittadini devono sapere scegliere chi li può rappresentare al meglio”.

Paolo Enrico Ammirati (Forza Italia) ha ripercorso in aula alcuni passaggi tecnici al fine, ha precisato, “di evitare fraintendimenti”. “Questa legge, nonostante io conservi alcuni dubbi, è frutto di un accordo che spero abbia tenuto conto delle esigenze dei toscani”, ha affermato il consigliere, il quale ha poi dichiarato di conservare alcune perplessità di fondo: “Non sono convinto – ha elencato – della bontà del sistema delle preferenze, perché anche in Toscana in passato questo ha generato sfasci. Sono invece a favore dei listini, i partiti devono migliorare ed esprimere i bisogni del territorio”. Ancora, “nutro dubbi sul fatto di non aver previsto incompatibilità tra ruolo di assessore e consigliare, perché si rischia di consegnare tutto il governo a un unico partito”. Nonostante ciò, Ammirati ha annunciato voto favorevole nell’auspicio che “la funzione assembleare possa essere più consona ed efficiente”.

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Secondo Alberto Magnolfi (capogruppo Nuovo centrodestra), la spinta a fare una nuova legge elettorale viene da lontano e il gruppo di lavoro coordinato da Daniela Lastri ha lavorato bene, perseguendo alcuni obiettivi: garantire la rappresentanza, rafforzare la stabilità e l’autorevolezza del governo, tentare di “rinsaldare un po’ il rapporto con gli elettori, archiviando la categoria dei nominati”. “Il gruppo stava ottenendo buoni risultati, che sono ancora alla portata del Consiglio”, ha precisato il consigliere; questo fino a un’operazione politica che “ha cambiato non solo i contenuti del testo di legge ma soprattutto il senso complessivo dell’intera proposta.

Si dice che così si sono finalmente riconquistate le preferenze, quando sappiamo bene che in questo modo le preferenze sono solo un fatto virtuale, uno specchietto per le allodole che scaverà un fossato ancora più profondo tra la politica e i cittadini”. “Quando si fa un’operazione politica ci sono dei costi e dei benefici – ha concluso Magnolfi –. Se si pensa di poter ricostruire un grande centrodestra prendendo qualcuno a pedate nel sedere, questo è autolesionismo. E anche al Pd dico, a chi giova? Vedo una lacerazione profonda nel vostro gruppo.

Senza contare che, lo affermano fior di professori, la legge così messa avrà grossi problemi davanti alla Corte Costituzionale”.

Marco Manneschi (Tcr) ha ricordato che “una volta realizzato che non era possibile stabilire dei collegi uninomali, certo soluzione ideale ma non realisticamente applicabile, si è deciso di ricorrere a collegi piccoli, liste ristrette, competizione non esasperata e di reintrodurre, in qualche modo, le preferenze”. “Questo – ha proseguito Manneschi – non è la panacea di tutti i mali, ma rappresenta un buon punto di equilibrio. Perché adesso dobbiamo buttare tutto a mare?”.

Con questo meccanismo, secondo il consigliere, i cittadini possono scegliere, e adottare una soglia di maggioranza è un criterio di buon senso. Inoltre, il listino bloccato è facoltativo, chi vuole lo può adottare e se ne assume la responsabilità davanti all’elettorato. Si è poi cercato di premiare e incentivare le alleanze e le coalizioni. In definitiva, “una proposta perfettibile, ma che gode di sufficienza piena”, e in cui magari sarebbe da correggere un meccanismo che premia Firenze rispetto ai territori meno popolati.“Abbiamo fatto un bilanciamento, con coraggio abbiamo scelto una legge che cerca di compensare per rispondere alle necessità della nostra Regione.

Pd e Fi - ha detto la portavoce dell’opposizione Stefania Fuscagni (Fi) – hanno condiviso la strategia della coalizione e la politica di bilanciamento. Non capisco le reazioni dei piccoli partiti, ora è il momento in cui bisogna schierarsi”. “Questa legge regionale non è ambigua – ha proseguito Fuscagni – rappresenta una scelta di compensazione anche riguardo al listino regionale facoltativo nelle circoscrizioni”.

Fuscagni ha ribadito che per spiegare la scelta regionale bisogna considerare anche il panorama nazionale. “Siamo – ha detto - in un momento di conflittualità che impedisce le riforme istituzionali e per questo ci vuole una legge che consenta di governare”.

Il capogruppo Udc Giuseppe Del Carlo afferma: “La legge elettorale regionale è nata da un’intesa di compromesso fatto a due”. “Non si capisce – ha detto Del Carlo perché la Toscana voglia andare oltre, fare da guida. Abbiamo una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il premio di maggioranza troppo alto e le liste bloccate”. Il consigliere regionale ha evidenziato la necessità di correggere questi punti per liberalizzare il consenso, rendere “la legge più democratica, più partecipata dall’elettorato” e “garantire alla Toscana la governabilità”.“Puntiamo – ha detto la consigliera regionale dell’Ufficio di presidenza Daniela Lastri(Pd) - sul voto di preferenza e su liste plurinominali in circoscrizioni piccole e su scelte come il premio di governabilità e il doppio turno per l’elezione del presidente della Giunta regionale, l’attuazione del principio di parità di genere e il voto di preferenza facilitato grazie ai nomi dei candidati stampati sulla scheda”.

Secondo Lastri queste scelte rispettano i principi di uguaglianza del voto e delle forze politiche in campo e danno garanzia di governabilità. Il problema, invece, secondo Lastri, c’è quando si toccano “la riproposizione di una lista bloccata abbinata ad un’altra con preferenza e le soglie di sbarramento alte, differenziate ed escludenti. Qui i principi entrano in crisi”.

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