Dal Chianti al Sassicaia: le frodi smascherate

Corte di Giustizia dell’Unione dice no al marchio “Bolgaré” chiesto da cantina bulgara

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2022 23:55
Dal Chianti al Sassicaia: le frodi smascherate

I Carabinieri dei Reparti Tutela Agroalimentare, nelle scorse settimane, nell’espletamento dei controlli finalizzati alla sicurezza della filiera agroalimentare, hanno ispezionato 27 attività del comparto sull’intero territorio nazionale.

Emerse violazioni in materia di rintracciabilità, etichettatura, evocazione di DOP e IGP, nonché sulla normativa del vino, che hanno condotto al sequestro di oltre 3.300 tonnellate di prodotti alimentari (ortofrutta, salumi di vario tipo, prodotti dolciari e mosto muto) e 1.600 ettolitri di vino, per un valore complessivo di mercato di oltre 1 milione e 275 mila euro.

“Lo stop dell’Unione Europea al falso Bolgheri prodotto in Bulgaria rappresenta un precedente importante per la tutela delle denominazioni Made in Italy a partire dalla battaglia in corso per fermare il riconoscimento europeo del Prosek croato”. E’ quanto afferma Coldiretti Toscana in seguito all’annuncio del Presidente Nazionale, Ettore Prandini che a Bruxelles ha incontrato tra gli altri Paolo Gentiloni commissario per l'Economia e Janusz Wojciechowski Commissario all'Agricoltura.

Proprio alla vigilia del Vinitaly, l’ufficio marchi europeo (EUIPO) ha accolto le ragioni dell’Italia per la Tutela dei Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia DOC nel contenzioso contro una delle principali cantine bulgare, che nel 2017 aveva fatto domanda di registrare il marchio “Bolgaré” nella classe dei prodotti alcolici. In particolare – riferisce Coldiretti Toscana - l’EUIPO evidenzia la forte somiglianza dei due nomi e il rischio per il consumatore di associare erroneamente la denominazione italiana e il marchio bulgaro, ribadendo la massima tutela delle denominazioni contro ogni tipo di evocazione, come già emerso nel caso Champagne contro lo Champanillo esaminato dalla Corte di Giustizia dell’Unione che si era pronunciata di fatto contro l’utilizzo di termini storpiati o grafiche per richiamare tipicità protette dalle norme Ue.

Secondo la Corte, non è necessario che il prodotto protetto dalla denominazione e il prodotto o il servizio contestati siano identici o simili, poiché l’esistenza del nesso tra il falso e l’autentico può derivare anche dall’affinità fonetica e visiva.

Nel 2021, secondo il rapporto elaborato da Ismea e Regione Toscana presentato a PrimAnteprima, sono stati poco meno di 39 mila gli ettolitri imbottigliati di Doc Bolgheri e circa 3.100 ettolitri di Bolgheri Sassicaia. Il Bolgaré è solo uno dei tanti tentativi di imitare i grandi vini Toscani. Gli altri vini famosi, apprezzatissimi dai consumatori di tutto il mondo, che all’estero si tenta di spacciare per italiani sono il Chianti e il Montepulciano In questi anni Coldiretti ne ha smascherati molti di inganni e truffe tra cui il wine kit fai da te in vendita online fino ai casi di contraffazione internazionale di Sassicaia. Coldiretti stima in 100 miliardi il valore del falso Made in Italy nel mondo.

"Il giro d'affari del falso Made in Italy, gestito dalle mafie, vale 6 miliardi di euro a livello nazionale, di cui 2 miliardi nella sola Toscana. Un terzo dei prodotti a marchio contraffatto riguarda la nostra regione, è un dato estremamente preoccupante. La Regione Toscana ha il dovere di intervenire con urgenza, coordinando gli interventi in collaborazione con i Comuni e le forze dell'ordine, coinvolgendo quei comparti che sono maggiormente segnati dal fenomeno". Lo chiede il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella."Cosa sta facendo l'assessore regionale alla Sicurezza? Ad essere colpiti sono in particolare il settore della moda e agroalimentare, un danno economico - sottolinea Stella - inestimabile per la nostra regione, che si traduce in mancate vendite con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro e un minore gettito fiscale.

Occorre tolleranza zero per questo crimine odioso, che distrugge il sistema produttivo e l'occupazione. La Regione Toscana è assente, deve invece agire in fretta e coordinare i Comuni nelle azioni mirate ad estirpare il fenomeno, anche sensibilizzando i cittadini, che devono capire la gravità di questo reato".

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