Firenze– È ormai chiaro che gli impegni per riaprire il prima possibile il commercio rimasto chiuso per la zona rossa, purtroppo, rimarranno disattesi. Questi i numeri del settore delle imprese interessate in Toscana. Abbigliamento (escluso bambini e neonato) 7.505, Calzature e articoli in pelle 1.886, Orologi e articoli di gioielleria 1.134, Commercio al dettaglio in altri esercizi non specializzati (non alimentari) 931, Altri articoli 2.146, 13.600 Negozi Toscani che perderanno gli incassi di un sabato di dicembre.
12.800 Ambulanti di tutti i settori presenti in questa Regione, 11.000 extralimentari che non sappiamo quanto e come lavoreranno in base alle interpretazioni dei Sindaci. 334.000 È il numero di Ristoranti e Bar del nostro paese con oltre 1,2 mln di occupati. 19.000 Tra ristoranti e pubblici esercizi in Toscana intanto chiusi con l'asporto che forse tra 7/10 giorni potranno riaprire fino alle 18. Sono circa 950 i Centri commerciali veri e propri in Italia, oltre 2.500 tra parchi, gallerie, zone commerciali ecc.
circa 70.000 in Italia. Circa 3.000 attività in Toscana che rimarranno chiuse il sabato e la domenica durante il mese dello shopping natalizio. Ci sono agenti di commercio, ingrossi alimentari e non, i servizi ecc. che operano indirettamente in questi mondi. 8/9.000 aziende in Toscana che non hanno mercato.
“I dati continuano a migliorare: oggi in totale abbiamo 47 persone in meno ricoverate nei vari ospedali della Toscana nei reparti non intensivi. L’aggressione del virus al nostro sistema sanitario sta calando d’intensità, ma questo non vuol dire che non ci sia più. L’attacco è ancora in corso e dipende dai nostri comportamenti renderlo, definitivamente, inoffensivo”. Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, commenta dati incoraggianti riguardo all’andamento della pandemia nella nostra regione e rinnova il richiamo alla responsabilità, collettiva e individuale in un videomessaggio diffuso anche sui canali social istituzionali del Consiglio regionale (Facebook, YouTube).
“Ribadisco il mio invito alla cautela e alla responsabilità – dice Mazzeo –: usate la mascherina sempre, mantenete le distanze, lavatevi le mani spesso, non frequentate luoghi affollati. Evitiamo di mettere in pericolo i nostri cari, soprattutto le persone più deboli e anziane. La mascherina usatela anche a casa, quando avrete la possibilità di rivedere i vostri familiari”. Il presidente interviene anche sulle ultime disposizioni nazionali per i giorni delle festività natalizie.
“Vedo che molti discutono di feste e cenoni a Natale e Capodanno – afferma -. Io ribadisco che serve attenzione e responsabilità verso se stessi e gli altri, ma voglio esprimere anche un pensiero, anche alla luce delle molte sollecitazioni che mi arrivano dai cittadini. Sul nuovo dpcm del Governo penso che ci siano da migliorare alcune prescrizioni: che senso ha vietare gli spostamenti su base del singolo comune? Non è possibile mettere sullo stesso piano un comune grande, come Roma, Milano, Firenze, con un comune piccolo come Buti o Fivizzano.
Occorre limitare gli spostamenti per aree geografiche uniformi e penso che queste specificazioni non le possano fare da lontano, da Roma, ma debbano essere fatte a livello regionale”. Di questo aspetto, ha aggiunto, “vogliamo farci carico nel confronto con Regioni e Governo. Porteremo la nostra proposta: ci venga data la possibilità di individuare aree omogenee nelle quali poterci muovere. Qua in Toscana conosciamo le caratteristiche di ogni nostro comune e borgo e possiamo disegnare ‘confini’ agli spostamenti in maniera più intelligente, nel rispetto delle regole, garantendo la sicurezza di tutti, e quindi in modo più convincente per chi deve rispettarle, cioè i cittadini.
Sarà così possibile vivere quei giorni con meno tensione e meno preoccupazione – chiude Mazzeo -. I cittadini della Toscana sono responsabili e sanno che tutti saremo più liberi se ognuno di noi farà la sua parte e saprà essere responsabile”.
“In questi giorni drammatici per il nostro Paese, il Governo nazionale ha a cuore due obiettivi: da una parte vietare alle famiglie di festeggiare insieme il Natale e dall'altra permettere a chiunque di poter entrare tranquillamente in casa nostra. Fa questo abolendo i cosiddetti decreti sicurezza voluti dall'allora Ministro Salvini. Così si torna indietro, all'epoca in cui anche se non si avevano i requisiti bastava far appello all'accoglienza umanitaria per entrare in Italia”. Così Francesco Torselli, Presidente del gruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, e Alessandro Draghi, capogruppo FdI in Palazzo Vecchio, di fronte alla stazione di Firenze Santa Maria Novella dove il partito di Giorgia Meloni ha organizzato un flash-mob.L'iniziativa fiorentina rientra nella mobilitazione nazionale voluta da FdI contro l'approvazione del nuovo decreto sicurezza. “Non è un caso se siamo sulle scalinate di Santa Maria Novella che ormai sono diventate le scalinate degli spacciatori - spiegano i consiglieri -.
Ormai, a Firenze, sono note per essere teatro di episodi criminali come vendita di droga e furti, episodi che vedono spesso protagonisti extracomunitari. Non è più accettabile che i clandestini siano liberi di arrivare nel nostro Paese e tanto meno che possano fare quello che vogliono nel periodo che intercorre tra la richiesta per essere accolti e la relativa sentenza”. “In città - concludono Torselli e Draghi - ci sono intere zone alla mercé della delinquenza ma l'amministrazione Nardella non fa niente per porvi rimedio”.
“L’aver apposto la fiducia alla Camera dei Deputati - fa sapere Fabrizio Rossi, coordinatore regionale FdI - è il chiaro segnale della debolezza dell’attuale maggioranza giallo-rossa, di un governo frutto di accordi di palazzo, il cui unico scopo è quello di mantenere lo scranno. Da tempo non rappresentano più il popolo italiano, ma loro stessi”. “La strategia è chiara: la modifica ai decreti sicurezza, assieme alla cosiddetta ‘sanatoria di massa’ introdotta dal ministro Bellanova nel decreto Rilancio, apre la strada ad un nuovo tentativo di introduzione dello Ius soli nel nostro Paese. Fratelli d’Italia - conclude Rossi - si opporrà in ogni sede e con tutti i mezzi contro questo pessimo decreto che mette in pericolo, non solo i confini e la sicurezza dell’Italia, ma che impedisce le espulsioni di migliaia di indesiderati che non hanno nessun diritto di arrivare e rimanere nel nostro Paese”.
“Lo scorso lockdown, commenta Nico Gronchi, Presidente Confesercenti Toscana, è costato circa 1,2 mld di € alle imprese toscane del commercio, della ristorazione e del ricettivo: tutti eravamo convinti che, dopo i danni e gli errori fatti, ad esempio l'aver portato in zona rossa una intera regione nel giro di 3 giorni su dati vecchi, con questo DPCM si sarebbero messe regole stringenti, controlli e misure di contenimento che permettessero a tutte le imprese di operare e tentare di sopravvivere.
Invece no, ha continuato Gronchi: questo Governo è ancora lì a creare regole discutibili, a fare giochi di forza con le Regioni, a limitare la libertà delle persone, distruggendo posti di lavoro, intere filiere economiche e l'economia reale e se nella prima ondata della malattia la paura e le incertezze guidavano chi doveva assumere decisioni, adesso non è accettabile che a rimanere sotto le macerie sia il mondo del Commercio e del Turismo”. Regole chiare, controlli e certezza di pagare per chi sbaglia erano la strada maestra, non questo balletto giocato sulla vita di persone, famiglie e imprese.
Tenere aperto negozi, ristoranti, bar, palestre, cinema, ecc. con regole ferree sugli accessi, sugli assembramenti, sulla sicurezza e controlli e sanzioni per chi sgarra, questa era la strada maestra. Se poi ci sono zone più complesse si chiudano le attività, ma sospendendo i costi, le tasse, gli affitti e dando risorse pubbliche per far sopravvivere l'azienda. Ma è troppo più semplice chiudere tutto e promettere, con la retorica di chi sa che non potrà essere cosi, che nessuno rimarrà indietro. “Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico, ha concluso Gronchi, e questa volta nessuno sarà in grado di stimare i danni reali.
L’economia di questo Paese ne uscirà pesantemente colpita ed i danni economici, sociali e di fiducia, saranno ferite difficilissime da rimarginare”
“Con la Toscana in zona rossa fino a domenica, perderemo l’intero primo weekend natalizio, quello del ponte dell’Immacolata e questo si tradurrà in un ulteriore grave danno per le attività economiche, che rispetto allo stesso periodo del 2019 avranno una flessione degli incassi superiore al 60%”. A dirlo è Luca Tonini, presidente di CNA Toscana, in merito al nuovo Dpcm che classifica i livelli di rischio delle regioni. “Poteva essere una buona occasione per aiutare le imprese, in questo momento di difficoltà, adottando regole ferree sugli accessi e sulla sicurezza - prosegue Tonini.
- Purtroppo non sarà così e anche le timide prenotazioni turistiche che stavamo iniziando a vedere in questi giorni, verranno cancellate. La sensazione è che si sia persa un’occasione per dare ossigeno a settori come turismo, commercio e artigianato, che sono stati tra i più colpiti da questa crisi. La priorità deve sempre essere la tutela della salute, ma con i dati sui contagi in forte miglioramento, rispetto alle scorse settimane, ci aspettavamo qualcosa in più”.
Anche la presidenza regionale Toscana di Fiepet Confesercenti auspica che i decisori pubblici ascoltino il grido di dolore lanciato dal comparto Horeca ed agiscano, rapidamente di conseguenza, prima del disastro: “Il settore è una polveriera con la miccia accesa, e sembra che la politica non se ne sia accorta col nostro massimo stupore -si legge in un documento della Presidenza Fiepet Toscana- La situazione sta scorrendo verso un epilogo drammatico per tutto il settore ristorativo con una confusione impressionante di chi si è preso la responsabilità di traghettare la nave fuori da questo guado fangoso che stiamo attraversando. La critica è fine a sé stessa per certi aspetti, ma va fatta, va fatta difronte alla incapacità palese di scelta e di ascolto della classe politica. Ad oggi abbiamo non solo visto da parte della Regione Toscana un fin troppo esiguo stanziamento di risorse economiche per il nostro settore, ma cosa ancor più grave uno stanziamento figlio di logiche più da campagna elettorale che di risposta alla vera emergenza che stiamo vivendo. Non è ad oggi possibile assistere a Bandi per finanziamenti che si esauriscono in 20 minuti, relegando gli operatori a sperare in un click del computer, non è possibile fare bandi con regole così complesse e contorte che alla fine agevolano solo le attività di media e grande struttura, ma soprattutto, bandi che finanziano nuove aperture, ed è proprio questa direzione che ci fa comprendere il folle navigare con le bende agli occhi della politica. Non è possibile dopo oltre sei mesi di difficolta economiche, di chiusure, di continui adattamenti tecnico burocratici, e di immani sacrifici per le attività che, stoicamente resistono, andare a finanziare in maniera scorretta, con i soldi delle tasse versate da loro stesse, attività che avvantaggiate riapriranno e daranno il colpo di grazia a chi si e comportato con responsabilità e coerenza. La politica con queste scelte generiche e confuse sta spingendo i Furbi e penalizzando gli Onesti. Ristoranti e bar chiusi e supermercati e grandi store aperti, con assembramenti e senza nessun controllo, social network invasi da foto e prove tangibili di violazioni delle regole e nessuno che fa nulla ma il problema è il settore ristorativo che se gestito con i regolamenti da tutti noi creati è oggettivamente sicuro. Senza controlli non è possibile gestire le aperture, questo è evidente ma è altrettanto evidente che senza rimborsi non sia possibile gestire le chiusure. Tra 10 giorni comincerà il periodo delle tredicesime e come pensiamo che il settore Horeca possa erogarle? Come possiamo pensare che togliendo un mese di fondamentali ricavi per il settore esso possa sopravvivere senza un adeguato supporto economico? Il ristoro è calcolato sul mese di aprile che per tanti attività non è neanche il 50% del fatturato di dicembre. Non è possibile considerare il settore Horeca in maniera così generica e non è possibile immaginare che il fatturato della attività sia lineare, questi sono errori grossolani ammessi soltanto nel primo periodo di emergenza, dove oggettivamente per tempi la risposta era necessaria e rapida. Ad oggi dobbiamo obbligatoriamente ragionare in maniera più dettagliata e la politica deve mettere da parte le sue convenienze elettorali e accettare un contributo tecnico da chi il settore lo conosce, lo vive, lo crea. Ci vogliono scelte forti e precise e noi non ci tiriamo indietro da indicarle perché il nostro mestiere non è quello di segnalare ma di risolvere i problemi. Rimodulazione immediata delle tasse regionali e comunali in primis la TARI che non può essere pagata nella totalità della cifra richiesta per il 2020 e che come tale non potrà essere chiesta per il 2021. Tassa sul suolo pubblico abolita per tutto il 2021. Bandi regionali più mirati e distribuiti che si basino sul rinnovo e le ristrutturazioni delle attività e sul reintegro dei capitali persi. Ma soprattutto non prevedere finanziamenti a fondo perduto per le nuove aperture onde evitare invasione di concorrenza sleale e soprattutto non professionalizza sul mercato. Bisogna tutelare e ristabilire l’integrità della base non destabilizzarla ulteriormente con l’ingresso di capitali che causerebbero solo un nuovo gioco al massacro e un’ulteriore de - professionalizzazione dell’intero comparto. Ci sono delle scelte da fare e devono essere fatte, o ci troveremo davanti ad una ecatombe di attività e ad un vero e proprio disastro sociale, perché è bene ricordare che c’è ancora molto da percorrere prima di uscire da questa crisi e senza un ascolto serio da parte della politica il nostro settore non arriverà al traguardo della fine del Covid”.
“Abbiamo approvato, dopo una ampia e proficua discussione in Commissione Sviluppo Economico, una risoluzione per il sostegno alla filiera toscana, ai nostri negozi di prossimità, così duramente colpiti dagli effetti della pandemia. Siamo particolarmente lieti – sottolinea il presidente della Commissione sviluppo economico Enrico Conti e la consigliera del Partito Democratico Barbara Felleca – che l’invito al Sindaco a predisporre iniziative utili a favorire il sostegno al commercio al dettaglio tradizionale e dei prodotti e servizi della filiera corta, anche in vista dei prossimi acquisti natalizi, sia stato immediatamente raccolto con la campagna Compra Fiorentino. Ci sembra adesso opportuno sollecitare Governo ed Unione Europea a mettere in campo le misure utili a favorire la digitalizzazione delle PMI, da finanziarsi anche attraverso una tassazione più equa delle grandi piattaforme di e-commerce, garantendo il principio che i proventi della tassazione degli utili ricadano sugli Stati nei quali si realizzano i ricavi delle vendite dei beni e servizi. La digitalizzazione e l’e-commerce rappresentano, infatti, una occasione di sviluppo e valorizzazione dei nostri artigiani e commercianti che non possiamo non cogliere.
Per questo – concludono Enrico Conti e Barbara Felleca – abbiamo chiesto al Governo di varare provvedimenti finalizzati alla de-fiscalizzazione degli investimenti per la digitalizzazione delle Piccole Imprese, ed a valutare la possibilità di introdurre, rispetto alle grandi piattaforme e-commerce, una “web tax” da dedicare anche a questo fine”.
La zona del Nugolaio a Navacchio è un insediamento commerciale di assoluto rilievo e per tale motivo abbiamo sollecitato la Prefettura di Pisa per capire fino in fondo le possibilità di spostamento verso quest'area. E' Confcommercio Provincia di Pisa ad accendere i riflettori sul Nugolaio, come spiegano il presidente di Confcommercio di Cascina Marcello Mosca e il responsabile di zona di Luca Favilli: “Il Nugolaio è un polo d'attrazione commerciale che va molto oltre i confini comunali, per la tipologia di strutture commerciali insediate, e pertanto abbiamo chiesto al prefetto Castaldo delucidazioni in merito.
La risposta della prefettura, che ricalca come ovvio quanto sancito dall'ultimo Dpcm e dalla stessa ordinanza del presidente della Regione Toscana, conferma che qualora il proprio comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito. Ringraziamo il prefetto per la sollecita risposta – concludono i rappresentanti di Confcommercio - “e considerando anche che il livello dei contagi è da zona gialla, auspichiamo il progressivo ritorno ad una situazione di normalità”.