Covid: il Dialogo itinerante di Dell'Olio davanti al Galileo

Lettera aperta al ministro Patuanelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2021 19:09
Covid: il Dialogo itinerante di Dell'Olio davanti al Galileo

Prosegue il Dialogo itinerante del professor Girolamo Dell'Olio a fianco dei lavoratori respinti dal luogo di lavoro o sospesi in relazione alle normative anti Covid: "insegnanti, medici, infermieri e operatori socio-sanitari, lavoratrici e lavoratori tutti, pubblici e privati, privi di “green pass” perdono lavoro, retribuzione e diritti per non rinunciare a libertà di scelta, dignità, libero esercizio del pensiero".

"Mi fa male saperlo, non posso restare indifferente", sottolinea Dell'Olio che ha preso questa iniziativa del Dialogo itinerante da tenersi via via "davanti alle sedi delle istituzioni, davanti alle scuole e agli ospedali, nelle strade e nelle piazze della città, con un cavalletto da campagna, carta da pacchi e pennarelli per farci domande, ascoltare risposte, confrontare dati e idee provare a uscirne civilmente insieme, un cittadino fiorentino propone messaggi". 

Inoltre in questa occasione c'è anche la ‘lettera aperta’ indirizzata al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli in vista della riunione del Consiglio dei Ministri che discuterà le richieste presentate a Trieste.

"I passanti leggono, discutono, parte il dialogo", sottolinea il professore.

La quinta comparsa mercoledì 27 ottobre (ore 12.00-14.00) dinanzi al Liceo Classico Statale “Galileo”, Via Martelli, Firenze.

Questa la Lettera aperta di Dell'Olio

Al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali

Stefano Patuanelli

Trieste chiama, Firenze risponde

Caro Stefano,

non ti chiamerò ministro, né senatore: una volta si diceva ‘cittadino’ fra i 5 Stelle, no?

Ti scrivo, oggi, perché abbiamo almeno una cosa in comune, noi: l’amore per Trieste.

Te, perché è la tua città.

Io, perché ho scoperto un mondo, quel giorno d’estate in campeggio sulla collina di Opicina (che sarebbe come dire Fiesole per Firenze), dove i triestini amano passare le vacanze: lì mi hanno raccontato vicende strane e drammatiche, come i “40 giorni del terrore” alla fine della guerra. E tu sai meglio di me cosa sono state quelle terribili settimane dopo la ‘liberazione’, guerra nella guerra, guerra dopo la guerra, fra partigiani di una stessa libertà appena riconquistata ma subito fatta a brandelli. Da voi ho portato allora i miei studenti a toccare con mano le complessità di quella storia tragica, dalla Risiera nazifascista di San Sabba alla foiba titina di Basovizza al Centro Raccolta Profughi istriani di Padriciano. Ferite profonde nel cuore della medesima martoriata città, glorioso centro multinazionale di una cultura che tanti punti di contatto ha trovato con la mia Firenze.

E quindi, capisci, anch’io amo Trieste, come fosse un po’ mia.

E l’amo ancora di più da quando ho conosciuto questa lotta di civiltà dei lavoratori portuali che hai incontrato sabato: lotta di resuscitata consapevolezza, fratellanza, dignità, che ha permesso a donne e uomini semplici ma veraci di raccogliere attorno a sé mezza Italia. Porti, fabbriche, servizi, scuole, università, associazionismo.

E allora ti invio questa ‘lettera aperta’ perché aiuti, mi auguro, a ricordarti che hai addosso gli occhi di mezza Italia, appunto.

Ho apprezzato in passato la tua concretezza, la tua serietà, la tua sobrietà.

Voglio sperare che tu decida di non farti soltanto ‘portatore’, in Consiglio dei ministri, della domanda di democrazia che ti ha consegnato - con un mandato obiettivamente assai più ampio di quello locale - la delegazione del Coordinamento 15 ottobre, accompagnata da rappresentanti interforze delle Forze dell’Ordine, sanitari, giornalisti, categorie diverse: non solo i portuali.

Voglio sperare che tu faccia tue le rivendicazioni di questo movimento oramai nazionale che reclama pacificamente, e responsabilmente, il diritto all’ascolto, al confronto, al dibattito, al dissenso.

Voglio sperare che tu rappresenti la prima eccezione alla regola, la prima crepa nel fronte di un governo solidalmente e stolidamente sordo alle istanze di un’importante e rispettabile minoranza della popolazione italiana (ma sarà poi davvero una minoranza? le ultime amministrative non ci danno forse la misura di una sfiducia ampia e trasversale? e non meritano in ogni caso, le minoranze, democratica attenzione?).

Spero tu sia memore, Stefano, del programma di riforma radicale della politica col quale, prima che cadessero una ad una tutte le sue stelle, ha chiesto il consenso al Paese il Movimento sotto la cui bandiera sei stato eletto.

Con fiducia e istintiva simpatia,

Girolamo Dell’Olio

servizio di insegnamento di Italiano e Storia fino all’agosto 2018

presso l’IIS “Leonardo da Vinci”, Via del Terzolle 91, Firenze

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