Covid-19: partita in Toscana la consegna delle mascherine ai cittadini residenti

I volontari delle associazioni e i dipendenti comunali consegnano casa per casa. Fiom Cgil Firenze: “Le aziende metalmeccaniche ne consegnino altre ai loro lavoratori”. Il sindacato nazionale autonomo giornalai aderente a Confcommercio sta fornendo gratuitamente mascherine protettive e guanti a tutte le rivendite di quotidiani e periodici della provincia di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 aprile 2020 14:58
Covid-19: partita in Toscana la consegna delle mascherine ai cittadini residenti

In tutta la Toscana è iniziata la consegna delle mascherine FFp1 acquistate dalla Regione Toscana e testate come idonee dall’Università di Firenze. Ogni cittadino riceverà a domicilio un kit di due mascherine, che saranno consegnate dalle associazioni di volontariato del territorio e dal personale comunale. Le mascherine che arriveranno nelle case di tutti i residenti sono equivalenti a quelle chirurgiche, monouso e non lavabili, possono essere riutilizzate più volte (massimo tre) dopo un corretto processo di igienizzazione e sanificazione da fare con alcool denaturato..

Sono state consegnate questa mattina anche alle associazioni di volontariato e protezione civile di Lastra a Signa le 40.000 mascherine assegnate dalla Regione Toscana. Già a partire da questo pomeriggio, una volta che le singole associazioni si saranno organizzate, partirà la consegna direttamente a casa di due mascherine a testa per ogni cittadino residente. La busta chiusa con all’interno le mascherine sarà lasciata nella cassetta delle lettere dai volontari delle associazioni che si presenteranno in divisa, suonando prima il campanello. Le associazioni coinvolte nella consegna sono Humanitas Ginestra Fiorentina, Misericordia Lastra a Signa, Misericordia Malmantile, La Racchetta onlus e Associazione Nazionale Carabinieri. La consegna procederà capillarmente in tutto il territorio comunale per concludersi entro martedì 14 aprile.

"Però, visto che ogni giorno le imprese attraverso le loro associazioni datoriali, Confindustria in primis, chiedono in continuazione come un disco rotto di riaprire il prima possibile le attività, allora mi sembra naturale che se i cittadini dovranno muoversi con la mascherina non si possa pensare di non utilizzare la mascherina anche sui luoghi di lavoro -interviene Daniele Calosi, Segretario Generale Fiom Cgil Firenze- Un’eventuale ordinanza va a migliorare quanto previsto dal Protocollo del 14/03, e quindi sarà compito delle aziende procurarle per tutti i lavoratori che saranno chiamati a lavoro, in modo da poter lavorare tenendo la mascherina per tutto il turno.

Non basta più il distanziamento sociale. Tenendo conto che le mascherine saranno appunto, da quello che ho capito, monouso vi do dei numeri: in provincia di Firenze i metalmeccanici sono circa 30.000, per farli lavorare tutti servono 150.000 mascherine la settimana, 600.000 al mese. Aggiungeteci poi tutte le altre province toscane con gli altri lavoratori di tutti gli altri settori, esclusi ovviamente quelli sanitari che hanno altre protezioni, e capirete quante ne servono a regime. Ovviamente, da questi numeri sono esclusi quei lavoratori che lavorano in aziende dove le mascherine modello fp2 o fp3 erano già previste per il tipo di lavorazioni svolte, tipo quelle che producono polveri o vernici etc..., come disciplinato da Inail.

Quindi, che le imprese non pensino di chiedere la riapertura a tutti i costi e scaricarne poi i costi sulla collettività. I costi per la protezione dei lavoratori spettano al datore di lavoro da sempre. Se non ci sono le condizioni di sicurezza i lavoratori dovranno continuare a stare a casa mi sembra ovvio. La salute di tanti vale di più del profitto di pochi".

“Vorrei ringraziare le associazioni – ha spiegato il sindaco Bagni- che si sono rese subito disponibili per effettuare il servizio e i dipendenti comunali che hanno lavorato molto in queste ore per predisporre la consegna. Ricordo che, secondo l’ordinanza regionale, le mascherine vanno usate su mezzi pubblici, nei negozi, negli uffici e luoghi chiusi ma anche negli spazi all'aperto frequentati da più persone e dove è obbligatorio mantenere la distanza di sicurezza. L'ordinanza ha validità dalla data di completamento della distribuzione delle mascherine”.

A Empoli sono arrivate nel primissimo pomeriggio di lunedì 6 aprile 2020, in palazzo Comunale. Subito, da parte dell’amministrazione comunale, è iniziata l’organizzazione della complessa distribuzione che avverrà grazie all’indispensabile contributo delle associazioni di volontariato che erano già impegnate, in questi giorni, nella distribuzione dei dispositivi di protezione presso supermercati, farmacie e uffici postali. I volontari raggiungeranno tutti i nuclei familiari e tutta la popolazione. I volontari di Croce Rossa, Misericordia, Pubblica Assistenza con l’Ausilio della Scuola Italiana Cani Salvataggio, si divideranno il territorio zona per zona e nell’arco di qualche giorno distribuiranno tutte le mascherine.

Il Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai aderente a Confcommercio, per migliorare le condizioni di lavoro di tutti gli edicolanti sta fornendo gratuitamente mascherine protettive e guanti a tutte le rivendite di quotidiani e periodici della provincia di Firenze.

Il presidente provinciale SNAG di Firenze Cesare Magnani dichiara: “stiamo distribuendo in queste ore 6.000 mascherine, alle quali se ne sommano altre 5.000 offerte dalla Protezione Civile. Questo è un primo invio. Il nostro impegno sarà rivolto a tutti i rivenditori della Toscana e – se possibile - vogliamo estendere l’iniziativa anche ad altre Regioni” e aggiunge “Riteniamo che gli edicolanti in questi giorni stiano facendo uno sforzo eccezionale per garantire il diritto all’informazione dei cittadini, esponendosi a rischi potenziali notevoli, e meritino almeno di operare con un minimo di protezione individuale. Davanti all’inerzia di tutti gli altri operatori della filiera, abbiamo cercato di dare una mano, un segno concreto e tangibile per gli edicolanti che sono “in prima linea” per garantire un servizio essenziale ai cittadini.

Partita invece ieri mattina dal quartiere Cep la distribuzione delle 70 mila mascherine acquistate da Comune di Pisa e Pisamo, e imbustate grazie al contributo del negozio Ikea e della Lavanderia Industriale Atefi. Il personale della Protezione Civile del Comune, insieme a volontari di Croce Rossa Italiana, Pubblica Assistenza e Misericordia di Pisa sono al lavoro da venerdì per completare la preparazione di circa 45 mila sacchetti, che già da oggi sono partiti per essere distribuiti a tutti i residenti a Pisa. Le operazioni di consegna, che avvengono senza alcun contatto con i destinatari, utilizzando la cassetta delle lettere, si sono svolte stamani nel quartiere Cep, dove sono state già recapitate circa un migliaio di confezioni, e proseguiranno in tutti i quartieri.

Non essendo ancora terminata l’operazione di confezionamento, le mascherine vengono consegnate man a mano che sono pronte, quindi senza seguire un calendario di distribuzione prestabilito. La Protezione Civile, che coordina le operazioni, raccomanda ai cittadini pisani di pazientare e attendere la consegna delle mascherine che arriverà a coprire i residenti di tutto il territorio comunale nei prossimi giorni.

“Prima che la Regione Toscana disponesse la distribuzione delle mascherine a tutti i Comuni – spiega il sindaco Michele Conti - l’Amministrazione Comunale di Pisa si era già attivata nei giorni scorsi per acquistare e mettere in moto un servizio capillare e professionale di distribuzione della mascherine direttamente al domicilio dei cittadini pisani. Il servizio è partito dal quartiere Cep, dove i residenti già stamani hanno trovato le mascherine nelle cassette della posta, e proseguirà nei prossimi giorni arrivando a coprire tutto il territorio comunale.

Abbiamo ritenuto fondamentale fin dall’inizio investire risorse nell’acquisto e nella distribuzione delle mascherine, ritenute ormai un presidio di protezione individuale fondamentale per il contenimento del contagio. Nel primo pomeriggio è arrivata a Pisa la fornitura di mascherine inviata dalla Regione Toscana. Sono 202 mila mascherine di tipo chirurgico che provvederemo a integrare per essere confezionate e distribuite a tutti, sempre seguendo la modalità della consegna domiciliare, che permette ai cittadini di rimanere a casa in tutta sicurezza.

Ringrazio ancora un volta il personale della Protezione Civile e delle associazioni di volontariato per l’impegno e lo sforzo eccezionale che stanno imponendo alla loro macchina organizzativa, per portare a compimento un’operazione di consegna così capillare che pochi Comuni delle nostre dimensioni hanno finora affrontato.”

Circa 45 mila mascherine, tre per ogni cittadino di Altopascio, in consegna nella cittadina del Tau. Sono quelle messe a disposizione dalla Regione per i cittadini toscani, che verranno distribuite a partire dai prossimi giorni anche agli altopascesi. Ad Altopascio i dispositivi di sicurezza della Regione vanno a sommarsi a quelli messi a disposizione dall’amministrazione comunale, che sono già in consegna da circa una settimana grazie all’impegno delle associazioni di volontariato del paese.

“Abbiamo deciso di proseguire con la macchina organizzativa che ad Altopascio è già all’opera da più di una settimana - commenta il sindaco, Sara D’Ambrosio -. Il Comune, infatti, ha deciso di distribuire gratuitamente alla popolazione due mascherine a famiglie, donate all’amministrazione dall’azienda dell’alta moda Peuterey (che ne garantisce al Comune 400 al giorno). A queste, ora, andranno a sommarsi quelle della Regione arrivate oggi: a portarle casa per casa saranno sempre i volontari del nostro paese, ai quali affiancheremo anche i dipendenti comunali, soprattutto per le operazioni di imbustamento, e altri volontari che già avevano dato la propria disponibilità. Le braccia non mancano, a dimostrazione di quanto Altopascio sappia rispondere alle emergenze comportandosi come una vera comunità, che si muove unita e compatta verso il medesimo obiettivo”.

Le mascherine, tre per ogni cittadino, saranno imbustate e consegnate casa per casa: i volontari suoneranno al campanello e lasceranno la busta nella cassetta delle lettere di ogni famiglia.

“Nessun volontario entrerà in casa - aggiunge il sindaco -. Ci tengo a dirlo per rassicurare i cittadini. Inoltre è bene ricordare come le mascherine non rappresentino in alcun modo un incentivo a uscire di casa. Le uscite, infatti, sono limitate alle necessità urgenti: questo significa che nella maggior parte dei casi le persone devono stare in casa. Quando si esce per andare a fare la spesa si indossano mascherina e guanti e si rispetta sempre la distanza di sicurezza interpersonale: avere la mascherina, infatti, non significa essere immuni e protetti dal virus e quindi potersi permettere di stare a contatto stretto con gli altri.

La distanza di almeno un metro resta l’elemento essenziale di protezione”. Infine, una riflessione sul futuro. “È certo che la distanza di sicurezza e la mascherina diventeranno elementi quotidiani nella nostra nuova vita - conclude -. Quando cioè torneremo a lavoro o potremo uscire con più libertà rispetto a ora, dovremo comunque osservare la distanza sociale, in ufficio così come per la strada, al bar o al supermercato o nei negozi, e sarà obbligatorio indossare la mascherina, che entrerà a far parte della nostra normalità in modo del tutto nuovo.

Per questo motivo diventa quindi fondamentale che i dispositivi di protezione personale siano facilmente e diffusamente trovabili, a prezzi accessibili e calmierati, senza speculazioni e ricarichi eccessivi e inaccettabili”.

“Ringrazio i dipendenti comunali che si sono messi a disposizione per la consegna delle mascherine – dichiara il sindaco di Chiusi Juri Bettollini – abbiamo scelto di gestire la distribuzione direttamente con le nostre forze per evitare che qualche malintenzionato approfitti della situazione per truffare i cittadini più fragili. I nostri dipendenti sono riconoscibili e non chiederanno mai di entrare in casa, se qualcuno lo fa non è un nostro dipendente e quindi denunciatelo.

Un ringraziamento anche alla Regione e al Presidente Enrico Rossi per aver investito risorse importanti al fine di dotare tutti i cittadini toscani di uno strumento di protezione con il quale tutti dovremo imparare a convivere. L’arrivo della mascherina non significa che possiamo uscire e tornare a fare la vita di prima. I divieti e le sanzioni sono rimaste invariate e, quindi, l’appello è sempre quello di restare a casa e a uscire solo per comprovate emergenze o urgenze. Anche ieri il virus ha spento la vita di oltre 600 persone, un prezzo troppo elevato per abbassare la guardia.

A breve comunicheremo, inoltre, l’inizio della consegna anche delle mascherine Made in Chiusi, che rappresentano un’azione di straordinaria generosità da parte di tanti imprenditori e privati cittadini. Anche questo kit sarà composto da due mascherine a persona. Nel giro di poco tempo contiamo, dunque, di consegnare oltre 36 mila mascherine a tutti i nostri cittadini.”

“Ringraziamo la Regione Toscana – dichiara il sindaco di Murlo Davide Ricci – per la fornitura di mascherine che possono essere definite equivalenti a quelle chirurgiche e che per questo rappresentano un buon strumento di prevenzione. Un particolare ringraziamento anche a tutti i volontari delle associazioni e ai nostri dipendenti comunali per essersi resi disponibili alla consegna del kit dimostrando un elevato senso civico. L’arrivo a casa della mascherina non significa che possiamo tornare a fare la vita di prima.

Tutti i divieti e le sanzioni sono ancora attive ed è, quindi, vietato uscire di casa senza una comprovata motivazione di emergenza o urgenza. Invito tutti i cittadini di Murlo a continuare nel rispetto delle regole facendo appello a tutto il senso di responsabilità di cui siamo capaci perché siamo ancora in una situazione dove l’isolamento sociale rappresenta, purtroppo, il mezzo più efficace per limitare la probabilità di contagio. Nella nostra realtà territoriale possiamo dire che la situazione sia sotto controllo, ma proprio per questo non possiamo rischiare di far partire nuovi focolai che potrebbero mettere in serio pericolo soprattutto i nostri cari più anziani.

Anche ieri l’Italia ha dovuto contare oltre 600 morti un numero troppo elevato per mollare adesso o abbassare la guardia. Per rispetto anche di tutte le vittime dobbiamo continuare a resistere e a rispettare le regole in modo scrupoloso.”

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