Covid-19: fuori il virus dalle RSA

La situazione nelle Residenze sanitarie assistenziali sta sfuggendo di mano. Toccafondi (IV): “Subito tamponi e protezioni per tutto il personale”. Capezzoli (Italia dei Valori ): "Chiediamo assoluta attenzione sul lavoro dei dipendenti delle cooperative sociali". L’appello delle consigliere lista Nardella, Dardano e Monti: “Sostenere le iniziative normative presentate da Fondazioni e Associazioni professionali per tutelare medici e infermieri che stanno fronteggiando questa drammatica emergenza”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 marzo 2020 13:59
Covid-19: fuori il virus dalle RSA

Firenze, 31 marzo 2020- Partiranno già da oggi gli esami a tappeto per gli ospiti e gli operatori di Rsa, Residenze per disabili e strutture sociosanitarie. Preoccupato per i tanti casi di positività che si sono verificati in queste strutture, soprattutto in quelle delle Asl Toscana centro e nord ovest, il presidente Enrico Rossi ha deciso di far partire immediatamente lo screening di massa nelle residenze sanitarie, a cominciare dalle realtà maggiormente interessate. Oggi stesso il presidente firmerà una nuova ordinanza che regolerà l'uso degli esami a tappeto in tutte le Rsa, Rsd e strutture socio-sanitarie della Toscana.

E oggi stesso partiranno 5.000 test sierologici nelle aeree più colpite della Asl Toscana centro e 1.600 in quelle della nord ovest. Sempre oggi il presidente Rossi incontrerà i privati, ai quali chiederà di convenzionarsi con la Regione, per fare assieme screening diagnostici a tappeto anche nelle Rsa. Come disposto nell’ordinanze se gli esami diagnostici riveleranno la presenza del virus, ospiti e dipendenti delle strutture contagiati verranno separati dai negativi e posti in isolamento, se possibile all'interno della stessa struttura, altrimenti in altra residenza sanitaria idonea alla quarantena.

“In Toscana le Residenze Sanitarie Assistite sono 329 e contano quasi 10.000 ospiti. I numeri dei contagi e dei deceduti al loro interno che leggiamo in questi giorni sono impressionanti.” Così il deputato fiorentino di Italia Viva Gabriele Toccafondi “Serve una risposta forte e immediata. Bene l’ordinanza della Regione che impone tamponi alle strutture in cui è entrato il virus, ma dobbiamo lavorare perché in queste strutture il virus non riesca neanche ad entrare.

Come sappiamo infatti, gli anziani sono particolarmente vulnerabili e spesso in queste strutture hanno patologie pregresse” Prosegue il deputato “Dobbiamo riuscire a fare i controlli (tamponi o esami sierologici) a tutto il personale e a tutti gli ospiti prima che si rilevino casi all’interno delle strutture. Strutture che peraltro sono in sofferenza anche dal punto di vista del personale, dopo che tanti infermieri ed os le hanno dovute lasciare per le chiamate in servizio del SSN” Conclude Toccafondi.

"Da più parti-afferma Elisa Montemagni, Capogruppo in Consiglio regionale della Lega- arrivano chiari e preoccupanti segnali relativi alla sempre maggiore carenza di medici ed infermieri nelle Rsa." "Purtroppo, infatti-prosegue il Consigliere-diversi operatori sono stati contagiati dal Coronavirus ed ovviamente non possono più prestare la loro fondamentale opera assistenziale nelle varie strutture." "E' urgente, quindi-precisa l'esponente leghista-che venga incrementato il numero dei sanitari per consentire a queste residenze sanitarie di essere nuovamente operative in un momento particolarmente complesso e drammatico, stante, purtroppo, i tanti infettati e deceduti in diverse Rsa della Toscana." "Non bisogna sottovalutare minimamente la problematica -sottolinea la rappresentante del Carroccio- poichè se la criticità non verrà tempestivamente risolta, si rischia seriamente che gli anziani degenti non abbiano più le quotidiane cure necessarie." "Insomma -conclude Montemagni- è sicuramente fondamentale fare controlli a tappeto nelle Rsa, ma anche reintegrare il personale che è stato, ahimè, falcidiato dal Coronavirus."

“Siamo tutti d’accordo nel considerare medici e infermieri eroico punto di riferimento nella battaglia contro il Coronavirus, è necessario però che questo plauso diventi un sostegno concreto: per questo vogliamo rilanciare, attraverso una risoluzione, l’appello già presentato da Fondazioni, Associazioni professionali e società scientifiche perché siano rimodulati i livelli di responsabilità civile e penale di coloro che fronteggiano questa drammatica emergenza”. Così Mimma Dardano, capogruppo lista Nardella e Maria Grazia Monti, consigliera comunale lista Nardella e presidente commissione Politiche sociali e della salute a Palazzo Vecchio. “La pandemia ha inevitabilmente messo in difficoltà la struttura organizzativa del sistema sanitario e costretto gli operatori a sforzi enormi.

– proseguono Dardano e Monti– I numeri del personale sanitario contagiato inoltre sono allarmanti, un fatto che rappresenta anche un rischio reale di indebolimento dell’impegno nella cura e assistenza delle persone colpite dalle gravi complicanze del virus. Il supporto a medici e infermieri si è manifestato sotto tante forme in questo periodo e a buon diritto, dato il grande impegno, l’abnegazione e il sacrificio da loro dimostrato. Riteniamo quindi necessario concretizzare questo supporto, sostenendo, anche con un atto sul tema da portare all’attenzione del Consiglio comunale, iniziative normative che prevedano non solo l’innalzamento degli standard di sicurezza ma anche una forma di tutela giuridica, a nostro avviso necessaria e urgente alla luce di questa situazione emergenziale”.

“Quanto si sta evidenziando tramite l’inesorabilità dei numeri dei contagi nelle RSA della nostra area metropolitana dimostra, purtroppo, come non siano state prese le giuste precauzioni in questi ambiti e che tutte le rassicurazioni di circostanza da parte della autorità sanitarie locali e regionali non erano confortate dai fatti. E’ urgente adottare nuovi e più stringenti protocolli”: così si esprime Paolo Gandola, Consigliere metropolitano a Firenze per Forza Italia-Centrodestra per il Cambiamento.

“Non possiamo accettare che chi lavora in queste strutture non abbiano a disposizione dei sistemi di protezione individuale adeguati. Ed evidentemente i numeri così terrificanti, dopo i casi esplosi anche a Dicomano e San Godenzo, dimostrerebbero proprio questo. Inoltre, anche l’uso estremamente limitato dei tamponi per tempo potrebbe aver causato il proliferare di questi contagi, uniti forse all’impossibilità di isolare i pazienti Covid una volta accertati. Insomma, una situazione che è sintomo di una profonda sottovalutazione dei problemi o, peggio, di una palese carenza dei protocolli.

Su questo dobbiamo chiedere chiarezza ai responsabili dell’Asl locali e regionali”. "E’ evidente, continua il consigliere metropolitano, che ora non è il momento delle polemiche, e non le faremo, ma è altrettanto evidente che passata l’emergenza andremo a fondo di questa situazione, in quanto i numeri delle RSA di Dicomano, di San Godenzo e chissà di quali altri in futuro testimoniano drammaticamente come non si sia stati davvero pronti ed attrezzati a gestire nel modo adeguato la situazione.

E che ciò avvenga in strutture protette come dovrebbero essere le RSA è inaudito in un Paese civile”.

“A causa del Covid-19 -scrive Domenico Capezzoli membro dell’esecutivo nazionale IdV e referente del partito nella provincia di Lucca in Toscana- siamo in emergenza sanitaria negli ospedali ma sopratutto nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, un mondo che rischia di pagare il prezzo più alto di una situazione che peggiora di giorno in giorno. Queste strutture continua Capezzoli, vengono gestite dalle cooperative sociali, fondazioni, Aziende pubbliche di servizi alla persona e società private.

Il Ministero della Salute in accordo con le regioni dia una linea chiara di protocollo operativo che eviti il diffondersi del virus, che sta causando molte vittime e dia a gli operatori sanitari che sono in prima linea più sicurezza. Premesso che esistono delle normative in materia di dispositivi individuale di protezione, sappiamo che molte realtà ne sono sprovvisti pur essendo realtà obbligate ad averle. Si faccia Il test dei tamponi a gli operatori e ai pazienti, altrimenti la situazione si complicherà sempre di più".

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