Coronavirus nelle Rsa, Rossi annuncia la svolta. Le opposizioni: "Niente applausi, è arrivato tardi"

Alberti: "Le regole nelle strutture erano già tutte a carico del pubblico". E sui tamponi: "Di questo passo ci mettiamo due anni". Galletti: "Saccardi non ci ha ascoltato". Sarti: "Lezione serva per il futuro"

Marco
Marco Bazzichi
07 aprile 2020 18:52
Coronavirus nelle Rsa, Rossi annuncia la svolta. Le opposizioni:

Una rivoluzione nel mondo delle case di riposo, o residenze sanitarie assistite, arriva in Toscana, per intervento del presidente Enrico Rossi. Dopo i tanti, troppi casi, di contagi, in un gran numero di Rsa della Regione, Rossi annuncia che non appena ci sarà un caso positivo in una struttura per anziani, o per persone con disabilità, si provvederà allo screening dell'intera struttura per separare i positivi dai negativi. I positivi andranno in carico al servizio sanitario regionale.

"Caso per caso, se -sottolinea Rossi- il numero dei positivi è circoscritto, procediamo al trasferimento di questi alle cure intermedie o se necessario ospedaliere. In alternativa sposteremo gli ospiti con diagnosi negativa, trasformando la residenza in struttura interamente Covid, integrando il personale medico-sanitario e la strumentazione necessaria all’assistenza dei malati". "E' una responsabilità forte che ci assumiamo. Nelle Rsa -continua Rossi- i servizi sanitari regionali possono intervenire per fare la prova, il test sierologico.

Continueremo a seguire questa strada, ma faremo screening per tutte residenze, anche per disabili. Istituiremo Rsa che sono pari quanto a cure intermedie, presenza di infermieri, medici, possibilità di respirazione assistita. Appena un caso si manifesta, lo isoleremo, faremo uno screening a tutta la struttura, separando chi è positivo da chi è negativo, in un'altra struttura o nella stessa, ma evitando qualunque commistione”.

Ma non mancano le critiche, non tanto ai provvedimenti di per sé, ma sulla tempistica. In particolare Jacopo Alberti (Lega) portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale: “Si sta lavorando in emergenza continuamente. Ci siamo mossi tardi su tutto anche sulle Rsa. Siamo stati a guardare. Va tutto bene ora -osserva Alberti- ma tutto arriva tardi. Siamo arrivati tardi anche in fatto di regole all’interno delle strutture e queste erano a carico del pubblico. Poi è chiaro che c’è lo sforzo da parte di tuti per uscire da questa emergenza. E se Rossi si vuol sentir dire che è stato bravo, non ci siamo proprio".

"Aggiungo: se per puro caso -attacca Alberti- il focolaio di Codogno fosse partito, per primo, da qualche cittadina della Toscana, sarebbe stato un disastro come in Lombardia. Qui abbiamo avuto solo fortuna e non per merito per le prevenzioni della sanità toscana. Saremmo andati completamente in tilt. Avremmo avuto gli ospedali da campo, l’esercito. Certe misure potevano essere prese prima". Alberti ne ha anche per quanto riguarda i tamponi: "noi siamo in grado di fare al massimo 4 mila tamponi al giorno. Per coprire tutta la Toscana ci vogliono due anni. Serve una totale apertura ai privati. La Regione deve imporre un prezzo, avere la regia, ma il privato deve assolutamente, senza fare speculazioni, poter fare tamponi e test", conclude Alberti.

Sulle tempistiche la pensa così anche Irene Galletti, candidata alla presidenza della Regione per il Movimento Cinque Stelle: “si è agito piuttosto tardivamente. Avevamo anche suggerito delle misure all’assessore Saccardi per cercare di arginare questo fenomeni che già si era avuto in Lombardia. Ad esempio, si sarebbe dovuto ridurre il numero degli operatori sanitari che avessero cura degli ospiti. Probabilmente contenendo il numero delle persone, ad esempio condividendo uno stesso medico in base alle patologie, si sarebbero messi più in sicurezza sia gli ospiti che gli operatori che in questo momento hanno il 9% di probabilità di infezione dal virus”. E sulla necessità di aprire una riflessione di lungo periodo, non manca la voce del pediatra Paolo Sarti, consigliere regionale di Toscana a Sinistra: “si è fatto troppo tardi.

Le Rsa hanno fatto degli errori e trascuratezze. Non sono neanche stati ascoltati i primi avvertimenti del personale stesso. Veniamo da una stagione di affidamenti troppo faciloni a privati e cooperative varie. Speriamo che la lezione serva per il futuro”. 

In evidenza