Coronavirus: da Corri la vita 200mila euro all'ospedale di Careggi

Bona Frescobaldi: "Siamo nati per aiutare le donne nella loro lotta al tumore al seno ma in un momento ccosì ci è sembrato giusto e inevitabile dare un nostro contributo per fronteggiare questa terribile emergenza"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2020 17:11
Coronavirus: da Corri la vita 200mila euro all'ospedale di Careggi

Duecentomila euro da impiegare entro quindici giorni per acquistare quanto occorre a sostenere la lotta contro il Coronavirus. CORRI LA VITA si mobilita e dona la somma all’Azienda Ospedaliera di Careggi.

La decisione è stata annunciata ieri, giovedì 12 marzo, da Bona Frescobaldi, presidente della Onlus, a Rocco Damone, direttore generale di Careggi.

“Siamo nati per aiutare le donne nella loro lotta al tumore al seno – spiega Bona Frescobaldi – ma in un momento come questo ci è sembrato giusto e inevitabile dare un nostro contributo per fronteggiare questa terribile emergenza. Abbiamo optato per la soluzione più rapida e diretta per far arrivare il denaro subito, a disposizione di chi ne ha bisogno. La cifra che abbiamo stanziato è significativa, ci auguriamo tuttavia che anche questo esempio possa incoraggiare tutti quanti a fare qualcosa per contribuire a questa lotta. Anche un piccolo gesto: la nostra storia racconta come la solidarietà nei momenti di sofferenza sia fondamentale”.

“La Direzione di Careggi – dichiara Rocco Damone direttore generare dell’Azienda ospedaliero universitaria fiorentina – ringrazia Corri La Vita per l’importante donazione che consentirà in tempi rapidi di dotare le strutture impegnate nell’assistenza dei pazienti affetti dal virus Covid-19 di 3 apparecchi radiologici portatili. Questi avanzati strumenti diagnostici – prosegue Damone – permettono una notevole mobilità consentendo di fare esami direttamente al letto del paziente. Questa modalità di esecuzione della prestazione radiodiagnostica è particolarmente utile nei casi positivi al Covid-19.

I pazienti non devono essere trasferiti dal luogo di ricovero all’area operativa di radiodiagnostica, superando le difficoltà relative alle misure di protezione necessarie ad impedire la trasmissione del virus. Grazie a questa donazione – conclude Damone – pazienti e operatori sono più sicuri e l’efficienza assistenziale migliora sensibilmente con una preziosa riduzione dei tempi delle procedure diagnostiche”.

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