Consiglio regionale: approvato il piano faunistico venatorio

Voto contrario di Europa Verde-AVS. Approvati anche un ordine del giorno ed emendamenti del Pd

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 Luglio 2025 21:29
Consiglio regionale: approvato il piano faunistico venatorio

Via libera al nuovo piano faunistico venatorio da parte del consiglio regionale della Toscana. Il piano - che contiene al suo interno il principio proposto da Coldiretti Toscana secondo cui è incompatibile la presenza della fauna selvatica nella aree di coltivazione agricola professionale e non – è stato adottato in occasione della seduta odierna.

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza l’atto, illustrato in Aula dal presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Gianni Anselmi (Pd). Il Piano è stato approvato con 23 voti a favore (Pd, Italia viva), un voto contrario (Gruppo misto-Alleanza Verdi e Sinistra) e 11 voti di astensione (FdI, Lega, Gruppo misto-Merito e lealtà). Approvati sei emendamenti a firma Gianni Anselmi (Pd), respinto un emendamento di Fratelli d’Italia, a firma Alessandro Capecchi, per differire la pubblicazione del Piano al 25 agosto, “per motivi connessi alla coincidenza con il periodo estivo e con le ferie” (decaduti altri tre emendamenti a questo collegati).

Al momento della dichiarazione di voto finale sull’atto, Anselmi ha tuttavia dichiarato che “la pubblicazione del testo può essere differito anche al primo di settembre”.

Approvato invece un ordine del giorno del Partito democratico (primo firmatario Gianni Anselmi) in merito all'istituzione di un tavolo di concertazione permanente in materia faunistico-venatoria e alla previsione degli Stati generali della fauna e dell'agricoltura. L’ordine del giorno impegna la Giunta regionale “-ad attivarsi per la costituzione di un Tavolo permanente di concertazione in materia faunistico-venatoria, che consenta il confronto tra Regione, ATC, Polizie Provinciali ed esponenti, riconducibili alle rappresentanze nei medesimi ATC, del mondo venatorio, agricolo e ambientalista, con la finalità di condividere strategie, affrontare criticità e monitorare in modo partecipato l'attuazione del Piano” e a istituire “con cadenza periodica, gli ‘Stati generali della fauna e dell’agricoltura” come momento istituzionale pubblico finalizzato a presentare gli esiti delle politiche regionali in materia, raccogliere proposte operative da parte dei soggetti coinvolti e, se necessario, ridefinire in modo condiviso gli strumenti e gli indirizzi utili al raggiungimento degli obiettivi del Piano”.

Approfondimenti

Respinto un ordine del giorno di Fratelli d’Italia (a firma del capogruppo Vittorio Fantozzi) per la valorizzazione della figura del cacciatore.

Approvata all’unanimità, invece, una delle quattro proposte di risoluzione presentata dalla Lega, prima firmataria Elena Meini. L’atto impegna la Giunta “a prevedere un maggiore coinvolgimento, per il contrasto agli ungulati, con particolare riferimento ai cinghiali, delle squadre di cacciatori esperti nel settore, cioè le squadre del cinghiale del distretto”.

Il Piano, giunto all’adozione dopo varie sedute di consultazioni e di approfondimento in seduta congiunta con la commissione Territorio e ambiente, presieduta da Lucia De Robertis, è approdato in Aula e adesso si aprirà la finestra temporale in cui gli interessati potranno avanzare osservazioni. Solo dopo le controdeduzioni a queste e il secondo voto dell’aula il testo sarà approvato in via definitiva. Il Piano è lo strumento di pianificazione che stabilisce gli indirizzi e gli obiettivi delle politiche regionali in materia di gestione del territorio agricolo forestale destinato alla protezione della fauna e alla caccia programmata.

“E’ il primo autenticamente regionale - ha detto il presidente Anselmi. - Per la prima volta si affronta una pianificazione del territorio nella materia, per assicurare un’impostazione omogenea nel rispetto delle strategie, degli obiettivi e delle prerogative dei soggetti istituzionali e del mondo degli stakeholders in campo”. L’obiettivo generale del piano come ha ricordato il presidente è la “conservazione delle specie di faune selvatiche e la programmazione del prelievo venatorio compatibile con le esigenze di tutela basato su stime quantitative delle specie stanziali e sulla valutazione dello stato di conservazione delle specie migratrici”.

Si è ribadito che occorre tener “conto degli interessi delle varie categorie non solo del mondo venatorio ma anche considerando il rapporto tra produzione agricola e presenza delle faune selvatiche che produce danni sia all’attività di produzione che alla vita delle persone come la sicurezza degli spostamenti, agli escursionisti e al mondo ambientalista”.

E ancora, tra gli obiettivi del piano, come spiegato da Anselmi si attua la pianificazione faunistico venatoria, tenendo conto delle realtà ambientali e del contesto socioeconomico del territorio, per perseguire gli obiettivi di tutela intelligente e conservazione della fauna selvatica; tutela dell’equilibrio ambientale e degli habitat presenti; regolamentazione del prelievo venatorio anche attraverso interventi di riqualificazione attiva e di disciplina dell’attività venatoria. Tali azioni si realizzano mediante l’articolazione del territorio in comprensori omogenei, l’individuazione della localizzazione ed estensione degli istituti faunistici, la disciplina degli appostamenti fissi di caccia, i criteri per la prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica, quelli per la tutela e il ripristino degli habitat naturali e di incremento della fauna selvatica.

All’interno di ognuno dei comprensori esistenti in Toscana, il Piano individua le zone di protezione lungo le rotte di migrazione dell’avifauna e le oasi di protezione; le zone di ripopolamento e cattura e le zone di rispetto venatori; i centri pubblici di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale; i centri privati di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale; le aziende faunistico venatorie; le aziende agrituristico venatorie; le aree di addestramento e allenamento cani; le zone in cui sono collocabili appostamenti fissi; le aree vocate e non vocate per ciascuna specie di ungulato; i parchi nazionali e le aree protette; tutte le ripartizioni del territorio necessarie per l’organizzazione del prelievo venatorio.

A corredo del Piano faunistico venatorio, una nuova cartografia interattiva, che sarà consultabile sul sito della Regione e l’inserimento di elementi di dinamicità nello strumento del governo dei perimetri delle aree vocate e no, introducendo delle revisioni periodiche e condivise.

Da evidenziare, poi, la valorizzazione del volontariato che sta nel territorio e gli investimenti sui servizi informatici e sulla formazione, in particolare al piano sulla sicurezza.

“Il piano include, rafforza e rinnova gli strumenti di intervento, introducendo e scrivendo per la prima volta – conclude Anselmi - il principio secondo cui, laddove c’è attività agricola praticata e operativa e produzione sul territorio, tendenzialmente quelle porzioni del territorio regionale devono intendersi come aree non vocate alla presenza di animali non compatibili all’attività agricola”. Infine, Anselmi ha ribadito la necessità della conservazione della fauna protetta e l’equilibrio tra l’attività di prevenzione e di ristoro con la fiducia che il ristoro sia residuale e di emergenza.

"Oggi in aula, la maggioranza e la Giunta non hanno accolto la nostra richiesta di rimandare alla prossima legislatura il piano faunistico venatorio e gli altri provvedimenti in materia di foreste e cave. Vista l’incidenza del PFV su temi per noi imprescindibili come la caccia, vista la nuova coalizione progressista che si sta formando in Toscana, sarebbe stato opportuno rimandare l’approvazione e la discussione di questo provvedimento a dopo le elezioni regionali invece di approvarlo con una forzatura nell’ultima seduta di legislatura.

Nel prossimo consiglio regionale Alleanza Verdi e Sinistra non ha intenzione di essere un semplice spettatore; è questo il messaggio che oggi inviamo con decisione al Partito Democratico con questo voto contrario" dichiara Silvia Noferi, Consigliera di Europa Verde-AVS alla Regione Toscana.

“E’ un momento importante che segna un cambio di approccio nel percorso di riequilibrio della presenza della fauna selvatica sul territorio. Il piano contiene al suo interno il principio che abbiamo proposto e sostenuto in questi anni: laddove sono presenti coltivazioni agricole professionali e non, sulla base della banca di Artea, non possono essere presenti contestualmente ungulati. Questo significa, nel concreto, che dovranno essere messe in campo tutte le azioni necessarie per impedire che cinghiali, daini, caprioli possano danneggiare ancora le coltivazioni che sono la primaria fonte di reddito agricolo” Coldiretti Toscana ringrazia Giani e la vice presidente Stefania Saccardi, tutta la giunta, il consiglio regionale ed i presidenti della commissioni 2° (Sviluppo rurale, agricoltura, caccia e pesca) e 4° (politiche dell’ambiente, della cooperazione internazionale e del terzo settore) presiedute rispettivamente da Gianni Anselmi e Lucia De Robertis.

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