Con l'ORT due tedeschi per Mozart, Stenz e Pfeffer in concerto

Il direttore Markus Stenz e il clarinettista Nicolai Pfeffer eseguono uno dei concerti più belli di Mozart

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2021 10:47
Con l'ORT due tedeschi per Mozart, Stenz e Pfeffer in concerto

Dopo l'incisione nel 2020, Stenz e Pfeffer tornano sul palco del Verdi, questa volta davanti al pubblico, per far ascoltare dal vivo il Concerto per clarinetto K.622 di Mozart. In programma anche musiche di Ferruccio Busoni e 'Il borghese gentiluomo' di Richard Strauss. I due connazionali tornano insieme per il terzo appuntamento della stagione sul palco del Teatro Verdi, venerdì 5 novembre ore 21.00.

Per la prima volta nel cartellone dell'ORT, Nicolai Pfeffer, esegue uno dei concerti più belli, quello per clarinetto K.622 di Mozart, che ha inciso all'interno dell'album Affinità elettive, registrato insieme allo stesso Stenz con l'ORT nell'agosto 2020 al Teatro Verdi per l'etichetta discografica NovAntiqua.

« [...] è stato uno dei primi brani di musica classica che ho ascoltato da bambino e fu un colpo di fulmine, decisi immediatamente che avrei voluto suonare il clarinetto. Potrei dire che questa composizione è stata la miccia per la mia carriera artistica. Non penso ci sia un brano che più di questo mi commuova e mi influenzi.» Così Pfeffer parla del Concerto per clarinetto K.622 di Mozart, brano che tocca vette di emozione metafisica pur essendo un brano allo stesso tempo gioioso, fresco e umanissimo.

Il compositore lo scrisse un paio di mesi prima della morte per l’amico, confratello massone, Anton Stadler, suo sostegno economico in quegli ultimi tempi trascorsi senza il 'becco' d’un quattrino. Il dedicatario lo suonò su uno strumento speciale, il clarinetto di bassetto, dall’estensione maggiore rispetto al normale clarinetto, che però, ben più diffuso, poi si appropriò di questo Concerto. Oggi comunque lo si esegue indifferentemente con l’uno o l’altro.

Nicolai Pfeffer è un sublime clarinettista tedesco di fama internazionale, classe 1985, insegnante, editore, arrangiatore, la vasta gamma emotiva che trasmette col suo strumento lo rende un grande interprete degno dei suoi maestri Bruce Edwards e Ralph Manno. Ha una predilezione per la musica da camera per cui realizza arrangiamenti originali ed entusiasmanti.

Viene guidato sul podio da Markus Stenz, caro amico dell'ORT, che si può definire “toscano di adozione”, avendo diretto per molti anni il Cantiere di Montepulciano, ed essendo spesso ospite nella stagione dell'ORT. Da poco concluso il suo impegno stabile con le orchestre di Baltimora, di Seoul e della Radio olandese, maneggia a occhi chiusi la musica dell’ultimo secolo, dopo aver fatto esperienza alla testa della London Sinfonietta ed esser stato scelto per battezzare partiture di Henze e Kurtág.

Per questo all'ORT porta una vera rarità di Ferruccio Busoni, la Lustspielouvertüre, pensata a fine Ottocento come pezzo introduttivo a una commedia ideale, e la suite delle musiche di scena di stampo settecentesco che, nel 1911, Richard Strauss iniziò a comporre a corredo di una messinscena del Borghese gentiluomo di Molière allestita dalla compagnia di prosa diretta dal grande regista Max Reinhardt.

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