Cia Toscana: pericoloso silenzio della Ue sulle etichette allarmiste

Via libera all'“health warning” dell'Irlanda. Busi (Consorzio Chianti): “L'alert provoca danno di immagine inestimabile”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2023 15:14
Cia Toscana: pericoloso silenzio della Ue sulle etichette allarmiste

FIRENZE, 12 gennaio 2023– Si levano gli scudi contro la concessione della Ue ad usare sull'etichetta del vino venduto in Irlanda indicazioni sui pericoli del consumo di alcool. Qualcosa, immaginiamo, come avviene sulle confezioni di tabacco.

“Se la norma dovesse essere adottata da altri Paesi sarebbe un danno inestimabile” Così Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, commenta il via libera dato dall'Unione Europea alla normativa irlandese che introduce la possibilità di mettere su vino e altri alcolici alert sanitari in etichetta come accade ora per le sigarette.

“Il vino è il prodotto dell'agroalimentare italiano più conosciuto e apprezzato al mondo, etichette simili sulle bottiglie provocherebbero un gravissimo danno di immagine al Paese ed economico a tutto il settore, senza peraltro basi scientifiche: che il vino di qualità bevuto in giuste quantità faccia male e provochi tumori e malattie non è affatto dimostrato. L'Irlanda non è uno dei più grandi importatori di vino, ma il rischio è che la Comunità Europea faccia sua una tesi del genere, prendendo una strada irragionevole e dannosa”.

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Il silenzio assenso della Commissione europea alla norma con cui l’Irlanda introduce avvertenze sanitarie in etichetta per gli alcolici, disincentivando, di fatto, il consumo di vino, rappresenta un pericoloso via libera ad allarmismi e disinformazione, nonché un precedente rischioso per l’Europa, andando contro la definizione dell’etichettatura comune.

Così Cia-Agricoltori Italiani della Toscana commenta preoccupata il mancato intervento di Bruxelles sull’adozione della legge per gli “health warningsu vino, birra e liquori, da parte delle autorità di Dublino, superato il periodo di moratoria a fine dicembre 2022.

“Per Cia è sconcertante lo scenario che si va ora delineando – sottolinea il presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana, Valentino Berni -, con una mossa che sdogana l’autonomia decisionale dei singoli Paesi Ue e compromette il lavoro fatto fino ad ora a livello comunitario nell’ambito del Cancer Plan, proprio a tutela della salute dei cittadini, ma senza demonizzare il consumo, moderato e responsabile, di vino, da distinguere nettamente dall’abuso”.

Dunque, Cia Toscana esprime il suo disappunto non solo rispetto alle avvertenze irlandesi “il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati", ma anche di fronte alla Commissione europea che sembra mostrare il fianco a facili associazioni vino-sigarette, lasciando inascoltati i pareri contrari di Italia, Francia, Spagna e altri sei Paesi Ue, e mettendo a repentaglio anche il principio di libera circolazione delle merci in Europa.

Al Governo italiano, da parte di Cia, la richiesta di tornare a sollecitare l’Europa sugli impegni già presi per promuovere uno stile di vita sano e una corretta informazione.

"Sulla scelta di dare il via libera all'Irlanda per le etichette allarmistiche sul vino, la Commissione deve assolutamente tornare indietro" così l'eurodeputato di Italia Viva e vicepresidente di Renew Europe Nicola Danti.

"Quello che sta succedendo va contro ogni principio di armonizzazione e uniformità del mercato. Servono regole chiare e uguali per tutti e che seguano quanto abbiamo indicato come Parlamento Europeo". E prosegue "esattamente un anno fa abbiamo infatti votato che sulle etichette fossero inserite informazioni sul consumo responsabile e consapevole di alcol e non frasi shock che rischiano solo di recare danno a un settore tanto importante. Bisogna informare, non terrorizzare".

"Il vino fa parte della nostra cultura. Come altre per il whisky, la vodka, il saké, la cannabis, la ayahuasca, la foglia di coca. Inoltre, pari merito, la cultura del tabacco è diffusa ovunque anche se spesso non ci sono produzioni locali da proteggere ma solo mercati -interviene anche Vincenzo Donvito Maxia dell'Associazione Diritti Utenti e Consumatori- Per il tabacco in tutto il mondo ci sono politiche di prevenzione e contenimento. Per l’alcool, a parte i Paesi che non lo contemplano per motivi religiosi, le misure di contenimento sono molto inferiori e, infatti, tra le prime cause di morte nel mondo c’è l’abuso di alcool.

E’ evidente che quanto viene fatto per altre sostanze alteranti non accade per l’alcool, soprattutto nella forma di vino. C’è qualcosa di alogico in questo comportamento e, infatti, per quanto riguarda la cannabis, per esempio, questa mancanza di logica è in via di superamento: sono tanti gli Stati che l’hanno legalizzata e altrettanti che sono lì lì per farlo.

Sembra che siamo sulla via del superamento dell’ipocrisia che fa parte delle diverse sostanze alteranti lo stato fisico e psichico, ma la strada è ancora lunga.

In questa strada si inserisce, a ragion veduta, la concessione Ue per l’Irlanda… in linea con altre sostanze proibite o molto attenzionate. Etichette irlandesi che farebbero piazza pulita di diverse ipocrisie mettendo alla luce del sole alcune questioni di tutte queste sostanze: quanto sono dannose perché illegali e/o quanto sono dannose perché, con la storia della civiltà e della cultura, si è scelto di non informare i consumatori sui loro effetti per uso e abuso".

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