Firenze, 23 aprile 2025– La riorganizzazione del Dipartimento di Stato americano porterà alla chiusura del consolato a Firenze. La decisione di chiudere numerose ambasciate in Europa è stata annunciata dal segretario di Stato USA Marc Rubio. Tra questi c'è anche il Consolato generale di Firenze.
“Perdere un presidio così importante significa indebolire una preziosa rete di relazioni” commenta Laura Masi, presidente di Fondazione Destination Florence “La nostra città è da sempre caposaldo e crocevia culturale - ha aggiunto Masi. - La relazione che come Fondazione Destination Florence abbiamo intessuto con il consolato americano è cresciuta negli anni e si è consolidata in un confronto e supporto costante. La nostra collaborazione ha rappresentato un ponte attivo e pro-attivo per il sistema dell’accoglienza del popolo americano, in particolare per le università e per i tantissimi studenti che ogni anno scelgono la nostra città per vivere un’esperienza di studio, di formazione e crescita culturale. È anche grazie a progetti come Be.Long che abbiamo potuto costruire un modello di ospitalità e integrazione riconosciuto a livello internazionale”.
«La decisione degli Stati Uniti di chiudere il Consolato a Firenze, insieme ad altre sedi consolari in Italia, è un fatto gravissimo, che penalizza cittadini, imprese e istituzioni del nostro territorio. Sono centinaia le aziende americane attive in Toscana, molte delle quali con sede a Firenze: è fondamentale imporre la massima attenzione per evitare che decidano di spostarsi altrove, magari in città dove la presenza consolare statunitense sarà mantenuta» dichiarano Francesco Casini e Francesco Grazzini, consiglieri comunali di Italia Viva.
«Oltre al danno economico – proseguono – si somma la perdita di un presidio fondamentale anche per i tanti cittadini e studenti americani che vivono, studiano e lavorano nella nostra città e nella nostra regione. Il Consolato rappresenta un punto di riferimento strategico per le relazioni culturali, istituzionali e imprenditoriali tra Firenze e gli Stati Uniti.»
«Ancora più preoccupante – aggiungono – è l’ennesimo fallimento del Governo italiano: la Premier Meloni si è recata in visita ufficiale dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ma non è riuscita né a ottenere risultati concreti su temi fondamentali come i dazi, né tanto-meno a impedire la chiusura di presidi consolari vitali per i rapporti bilaterali.»
«Quella della Meloni non è diplomazia, ma semplice propaganda. È inaccettabile che un governo che si definisce atlantista non sia in grado di difendere neppure la presenza consolare americana in città simbolo come Firenze, cuore della cultura, della ricerca e dell’economia italiana. Un altro segnale dell’isolamento internazionale in cui sta trascinando l’Italia.»
Casini e Grazzini chiedono infine alla Sindaca e a tutte le istituzioni locali di farsi sentire con forza: «Il Comune di Firenze e Palazzo Vecchio devono attivarsi immediatamente per tenere alta l’attenzione su questo tema. Noi saremo al fianco dei cittadini americani che, anche nei giorni scorsi, hanno manifestato contro questa chiusura. È in gioco il prestigio internazionale della nostra città e la tenuta del suo tessuto economico e sociale» – concludono.
“Risibile. Coinvolgere la Presidente del Consiglio in una questione che riguarda l’organizzazione interna degli Stati Uniti è qualcosa che supera il patetico attacco politico: siamo in piena auto-satira involontaria.
Non ci stupisce, del resto, l’ennesimo attacco sul nulla cosmico, proveniente da chi – con voce sempre più flebile – tenta disperatamente di esistere nello scenario politico. È l’ennesima dimostrazione di chi guarda il dito e non la luna… anzi, in certi casi nemmeno il dito.
Dispiace per la scelta del Governo americano, e faremo la nostra parte per tutelare la presenza del consolato a Firenze, sempre nel rispetto delle decisioni sovrane degli Stati Uniti.
A Italia Viva rispondiamo con un sorriso: preoccupatevi meno dei consoli e un po’ di più dei consensi” dichiarano i consiglieri di Fratelli d’Italia Angela Sirello (capogruppo), Matteo Chelli, Alessandro Draghi e Giovanni Gandolfo.
“E' un fatto gravissimo che genera sconcerto. Il Consolato di Firenze ha sempre rappresentato un punto di riferimento per la comunità statunitense, non solo in Toscana, ma in tutto il centro Italia e il Paese. È un vero e proprio ponte che per decenni ha agevolato e generato relazioni culturali, sociali ed economiche. Tanto è vero che la presenza di aziende americane in questa parte del Paese è molto forte, e non possiamo tralasciare le relazioni culturali fortissime tra Firenze e gli Stati Uniti.
La presenza del Consolato è motivata anche dalla storica attenzione che il mondo americano ha riservato alla nostra città, che ha una concentrazione di università americane unica a livello internazionale. Credo che la comunità fiorentina e la comunità americana debbano attivarsi con tutti i mezzi possibili per scongiurare che questa decisione venga definitivamente attuata. Chiudere il consolato generale degli Stati Uniti a Firenze sarebbe come distruggere un ponte storico che unisce i nostri due Paesi.
Su un tema del genere dovrebbe intervenire prima di tutto il governo italiano. Stupisce infatti il silenzio sia della presidente del Consiglio Meloni che è stata recentemente negli Stati Uniti a incontrare proprio il presidente Trump, che degli altri membri di governo. Come è possibile vantarsi di forti relazioni tra Italia e Stati Uniti e poi assistere inermi e silenti alla chiusura di un'istituzione diplomatica così rilevante e prestigiosa e nonché fondamentale per le relazioni tra Italia e Stati Uniti?” così in una nota l’europarlamentare Pd Dario Nardella.
“L’annuncio è sconcertante. In particolare, la chiusura del Consolato generale USA a Firenze rappresenterebbe una perdita significativa per la città e per l'intera regione Toscana, per i servizi consolari per i cittadini americani e per le relazioni culturali ed economiche tra Italia e Stati Uniti. La domanda che poniamo è la seguente: il governo italiano e’ informato delle decisioni del governo americano? Si impegna a scongiurare questo rischio? Per questo presentiamo un’interrogazione parlamentare al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: il governo deve intervenire in maniera incisiva prima che sia troppo tardi” così in una nota congiunta il deputato Pd Federico Gianassi ed il senatore Pd Dario Parrini.