Livorno, 10 aprile 2020- Il 10 aprile di 29 anni fa si consumava la più grande tragedia della marina mercantile italiana del dopoguerra. Cerimonia in forma ridotta per il 29° anniversario della tragedia del Moby Prince, a causa delle restrizioni per il coronavirus. Ma non è mancato lo striscione issato sulla facciata di Palazzo Comunale, così come la lettura dei nomi delle vittime di quel terribile 10 aprile 1991, e il lancio delle rose all'Andana degli Anelli. E soprattutto non è mancata la commozione con la quale il sindaco di Livorno Luca Salvetti è intervenuto nella Sala Consiliare vuota, al suo fianco solo Loris Rispoli, presidente della Associazione #iosono141, per ricordare il 29° anniversario della tragedia del Moby Prince.
“La presidenza del Consiglio regionale non ha mai mancato di essere a Livorno nel momento, solenne e commovente, in cui vengono letti i nomi delle 140 vittime della Moby Prince e poi viene gettato in mare un fiore per ciascuno di loro. Oggi invece un mazzo di crisantemi in loro ricordo io lo lascio davanti all’Armadio della memoria, nella Biblioteca della Regione Toscana Pietro Leopoldo: un archivio dove sono custoditi e consultabili i documenti che riguardano la strage della Moby Prince, ma anche quelli della Costa Concordia e della strage di Viareggio, anche perché sono molti i punti che rimangono oscuri su quella vicenda”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, che questa mattina, in occasione del 29° anniversario della strage del traghetto, alle 11, si è recato alla biblioteca regionale in piazza dell’Unità 1, a Firenze, dove ha deposto un mazzo di fiori in ricordo delle vittime della Moby Prince.
L'associazione Codici si unisce al ricordo triste e doloroso della strage della Moby Prince. “I soccorsi mai arrivati – dichiara l'avvocato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – hanno causato la morte di 140 persone. Passeggeri e membri dell'equipaggio sono deceduti dopo ore di atroci sofferenze. In questa giornata della memoria, ancora più straziante per la solitudine a cui siamo costretti a causa dell'emergenza Coronavirus che impedisce per la prima volta la commemorazione pubblica, ci uniamo alla richiesta dei parenti delle vittime: sia fatta giustizia. Lo Stato Italiano, sempre così solerte nelle sue richieste, deve far emergere la verità su quanto successo. Lo deve a chi ha perso la vita in quella strage, lo deve a chi oggi continua a soffrire per quell'immane tragedia”.