Centrale del Latte: nessuno avrà la maggioranza

Sceso a 38.720.000 di euro l'indebitamento bancario di Mukki nel 2015. A Firenze interessa la Maremma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2016 21:47
Centrale del Latte: nessuno avrà la maggioranza

(DIRE) Firenze, 19 feb. -  fusione tra la Centrale del latte di Torino e la Mukki "e'' un''operazione inclusiva", che guarda a soggetti che, in qualche modo, la stessa identita'' e la stessa filosofia produttiva. In questa logica se anche Latte Maremma fosse disponibile ad un ragionamento, la porta e'' aperta". Lo sottolinea Lorenzo Marchionni, presidente di Mukki, ascoltato in audizione dalle commissioni controllo e lavoro del Comune di Firenze, che aggiunge: "Guardando al domani, infatti, abbiamo l''ambizione di rappresentare tutta la Toscana". L''operazione, inoltre, "consente l''ingresso sul mercato anche, per esempio, a produttori e consumatori locali. Ovviamente- specifica- noi abbiamo individuato nei dipendenti dell''azienda e gli allevatori, i soggetti che potrebbero avere un interesse particolare a diventare soci".

Se il rapporto di concambio azionario tra la Centrale del latte di Torino e la Mukki e'' fissato in 1 a 6,19, quello economico e'' di "1,16". In pratica, "ragionando in euro, viene fuori che per ogni azione di Torino, ad oggi 2,06 euro, noi mettiamo un corrispettivo in azioni di 3,22 euro". A spiegarlo e'' Lorenzo Marchionni, presidente di Mukki, ascoltato in audizione dalle commissioni controllo e lavoro del Comune di Firenze. La precisazione arriva, continua, "a scanso di equivoci, perche'' qualcuno su questa storia ci ha ricamato sopra". Se infatti "il valore di un''azione di Torino e'' 2,06", per un capitale sociale di 20.600.000 (10 milioni di azioni), "e le nostre azioni valgono 0,52 l''una per un capitale sociale di 12.888.789,16 milioni (24,7 milioni di azioni, ndr), e'' evidente che scendendo nel dettaglio e traducendolo dal punto di vista monetario, emerge un concambio fissato a 1,16".

All''interno della Centrale del latte d''Italia, che prendera'' vita dalla fusione della Centrale di Torino e Mukki, "nessuno dei due gruppi soci, ne'' Firenze, ne'' Torino, avra'' la maggioranza assoluta, superiore cioe'' al 51%". A spiegarlo e'' Lorenzo Marchionni, presidente di Mukki, ascoltato in audizione dalle commissioni controllo e lavoro del Comune di Firenze. I torinesi, nel loro insieme, "arriveranno al 42% circa"; tutti gli attuali soci di Mukki "raggiungeranno il 30%, il resto, circa il 28% delle azioni, andra'' sul mercato flottante". Questo significa che, stando alle forze in campo "la governance dovra'' essere condivisa". Da qui Marchionni si lancia in una sorta di appello: "sarebbe auspicabile e opportuno, quindi, che oggi quanti piu'' soci di Mukki partecipassero al patto di sindacato", perche'' "e'' evidente che se gli attuali soci dovessero, per qualsiasi ragione, andare ognuno per conto proprio, l''eventualita'' si tradurrebbe in un vantaggio per Torino".

Nel 2015 Mukki e'' "scesa a 38.720.000 di euro di indebitamento bancario, che coincide, all''incirca, con l''indebitamento del 2004", quando si attestava a 38,2 milioni. Cosi'' Lorenzo Marchionni, presidente di Mukki, ascoltato in audizione dalle commissioni controllo e lavoro del Comune di Firenze. In quest''arco di tempo "il culmine- ricorda- e'' stato raggiunto con i circa 63 milioni del 2007", un anno che "ha coinciso con la realizzazione del nuovo stabilimento in via dell''Olmatello". Tuttavia, prosegue, "l''azienda, anche prima di questo investimento, aveva un indebitamento importante, ma senza che il mercato fosse cosi'' acceso, aspro e competitivo come quello attuale: fino agli anni 2.000, infatti, Mukki in Toscana ha recitato un ruolo che possiamo definire una sorta di monopolio". (Dig/ Dire)

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