Casa, Firenze resa abitabile pensa solo alla Tassa di Soggiorno

Abbiamo bisogno che qualcuno ci spieghi le regole: come se avessimo sei anni

Antonio
Antonio Lenoci
10 marzo 2015 13:04
Casa, Firenze resa abitabile pensa solo alla Tassa di Soggiorno

Torniamo a parlare della compravendita di immobili a Firenze, una città in piena Emergenza Abitativa dove si arriva ad incatenarsi in piazza della Signoria per chiedere un posto dove vivere. Ma Firenze è anche una città che vive di turismo, dove ogni alloggio è potenzialmente una fonte di reddito e dove ultimamente, complice la crisi, l'affitto è diventato sempre più breve, temporaneo, turistico appunto.Qualche giorno fa relativamente alla Tassa di Soggiorno è riesploso il caso dell'aumento della tariffa che ha fatto arrabbiare gli albergatori.

Una tariffa che pagano anche coloro che vengono alloggiati in locali non espressamente accatastati quali civili abitazioni. Ma questo aspetto non ha suscitato arrabbiature. In fin dei conti il turista sistemato in un garage arredato è importante che paghi il soggiorno, non che sia accolto bene.Sempre qualche giorno fa, mentre la terra tremava, qualcuno in Toscana e a Firenze si è ricordato che esistono le norme edilizie e che sarebbe utile seguirle per evitare danni alla popolazione.

Chissà perché si è parlato di abusivismo nella costruzione, ma non nella gestione degli immobili. La Toscana, infine, davanti al vergognoso fenomeno dei lavoratori sfruttati e costretti ad abitare all'interno di depositi e capannoni alveare ha puntato il dito sugli imprenditori ed avviato una Task Force di controllo nelle fabbriche. Chissà perché, anche in questo caso, non si è pensato a chi abita in depositi "resi abitabili".  Ogni tanto ce ne occupiamo, della compravendita, quella economica del buon affare, non il Social Housing, per tenere alta l'attenzione e ricordare agli addetti ai lavori che siamo ancora in attesa di risposte alle solite domande, la prima e forse la più importante è: ma chi controlla?Prendiamo una rivista di settore, non che il web sia privo di esempi e riferimenti, e ci imbattiamo nelle interessanti proposte di investimento in città: troviamo locali accatastati C2 o C3 ubicati "a pochi passi dal centro storico", accompagnati da descrizioni quali "ammobiliato" oppure "reso abitabile" ed ancora "adibito ad abitazione", "ristrutturato a abitazione".

Tutti "ottimi investimenti" con la possibilità di essere messi "a reddito". Poi digitiamo sul web "Accatastamento C2 affitto" ed entriamo in alcuni Forum, tipo questo in cui leggiamo "Non puoi affittare "regolarmente" un immobile di categoria C2 (magazzini e locali di deposito)". Oppure questo dove troviamo "Ma si può essere così ingenui ad acquistare un immobile accatastato a magazzino e pagarlo (forse) per unità immobiliare abitativa. Il notaio quando ha fatto la pratica, aveva messo gli occhiali?".

Ed allora ci sorgono dei dubbi. E' interesse degli stessi operatori del mercato che vi sia chiarezza sul da farsi.

Se controlliamo le indicazioni del Catasto di Firenze scopriamo che "La categoria catastale suddivide al catasto in tipologie le unità immobiliari urbane a secondo l’utilizzo e della destinazione d'uso. Esse sono: A abitazioniB edifici collettivi - C magazzini, negozi, autorimesse". Per abitazione, nel linguaggio tecnico del catasto, si intende "Una unità immobiliare urbana, censita al catasto fabbricati nella categoria catastale A, ad esclusione delle categorie A/9 e A/10. L'abitazione per essere giudicata tale deve possedere una prerogativa, deve avere un vano destinato a cucina, che nelle planimetrie catastali e contrassegnato con la lettera K. Le abitazioni, in catasto, vengono classificate a seconda della superficie che sviluppano, alle rifiniture ed agli accessori diretti ed indiretti, individuate nelle categorie catastali in abitazioni di tipo signorile, civile, economico, popolari, ultrapopolari, rurali, villini, ville ed abitazioni tipici dei luoghi". Torniamo a domandarci dunque cosa significhi rendere abitabile un magazzino, negozio od autorimessa a 4 anni da una nostra precedente inchiesta.Nel 2011 chiedemmo chiarimenti alla Polizia Municipale, reparto competente per l'edilizia, che così rispose: "Il cittadino/compratore non è uno sprovveduto - questa la premessa - comunque allo stato attuale non si tratta di una abitazione.

E' possibile però richiedere il cambio di destinazione d'uso. Bisogna vedere se sussistono i requisiti per l'abitabilità tipo le altezze interne dei locali, la luce diretta dall'esterno ecc.". 

Alla domanda "Ma è corretto immettere sul mercato un magazzino presentandolo comprensivo di cucina e servizio igienico?" Il responsabile non ha risposto. Alla successiva domanda: "Chi acquista un simile immobile, con l'intento di abitarci, potrebbe avere un domani guai con il vostro Ufficio?" La risposta è stata: "E' probabile".Nove Da Firenze contattò il presidente provinciale di F.I.M.A.A. (Federazione degli Agenti di affari in mediazione immobiliare) Arrigo Brandini che si disse dispiaciuto per la segnalazione: "Certe cose non dovrebbero accadere, esiste un accordo che gli Agenti sottoscrivono e nel quale vengono esplicati dei parametri anche deontologici.

Simili tipologie di locali sono da inserire in uno spazio loro dedicato, onde evitare equivoci nel possibile acquirente che, ed aggiungo a ragione, non è tenuto ad essere esperto del settore. Non sono appartamenti, non possono avere la cucina, il soggiorno o la camera da letto.. ed anzi vi dirò sono investimenti per modo di dire.. non possono infatti neppure essere affittati, fortunatamente, come appartamenti perché da pochi anni nel contratto di affitto deve risultare la classe degli immobili e solo la "A" contraddistingue le abitazioni.

Un 'C2' è un deposito affittabile con il regime commerciale del sei anni più sei e sottostante alla normativa prevista per la gestione di un locale commerciale, adempimenti fiscali compresi. Far passare un simile oggetto per un appartamento può verosimilmente creare una turbativa del mercato". Dopo un simile intervento ci aspettavamo una replica da parte dell'Amministrazione o dei controllori. Mai giunto niente.Elisabetta Meucci, allora assessore all'Urbanistica per la Giunta Renzi ed oggi ancora titolare della stessa delega con la Giunta Nardella disse: "Non sono abitazioni, ma edifici commerciali se ubicati sul piano stradale con sporto o vetrina, oppure depositi se nascosti o inaccessibili dalla pubblica via.

Il problema dell'abitabilità si pone al momento in cui viene inoltrata la domanda sul cambio di destinazione d'uso". Far abitare degli operai in un deposito/magazzino è uno scandalo, un reato contro l'umanità. Accogliere cittadini e turisti in un deposito/magazzino, in zona Unesco magari, è invece un ottimo investimento. Punti di vista, per carità.Dal 2011 al 2015 non è cambiato niente? Chi controlla le regole del mercato, chi si accerta che fiorentini e turisti occupino locali sicuri e destinati all'uso abitativo? Firenze ha a cuore solo la Tassa di Soggiorno?

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