Casa del popolo di Castello: bagarre politica al Quartiere 5

SPC: "L'ignoranza della Storia non giustifica gli attacchi”. La replica: "Nulla è infinito. Tranne l’ignoranza”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 maggio 2021 14:12
Casa del popolo di Castello: bagarre politica al Quartiere 5

“Negli ultimi giorni alcune forze politiche, che forse hanno nostalgia di vecchi regimi – dichiara Pietro Poggi, Segretario di Sinistra Italiana Firenze – cercano scuse per accanirsi contro le associazioni popolari che svolgono attività sociale e culturale sul territorio e si fondano, per statuto, sui principi democratici ed antifascisti. A una settimana dal 25 aprile ci tocca assistere alle accuse becere dei consiglieri del Quartiere 5 di Lega e FdI che se la prendono ancora una volta con il Circolo Ricreativo di Castello accusandolo di presunti privilegi per non aver ancora corrisposto il canone di affitto di parte dei locali che il Comune aveva acquisito dal Demanio nel 2016”.

“Se i colleghi avessero studiato un po’ e conoscessero il loro Quartiere – aggiunge Vincenzo Pizzolo, consigliere del quartiere 5 di Sinistra Progetto Comune – saprebbero che il circolo fu espropriato dallo stato fascista nel 1935 e restituito solo in parte dallo stato Repubblicano. Ad oggi il circolo sta redigendo un regolare contratto per definire il rapporto (mai risolto per i successivi passaggi di proprietà) e il dovuto che le amministrazioni proprietarie dovevano in termini di manutenzione, mai svolta fino a poco tempo fa. All'interno di tale contratto è già prevista la rateizzazione del dovuto”.

“Nessun privilegio quindi, ma solo un altro episodio di una storia che va avanti dal 1935 e che finirà con il circolo che pagherà per utilizzare spazi che gli furono tolti con la forza e mai resi – continuano Poggi e Pizzolo – ci aspettiamo da parte di Chelli e Sirello, che da due anni si ergono a paladini della sicurezza, che da una parte facciano cessare gli attacchi strumentali e privi di fondamento verso un presidio di sana aggregazione e di cultura e , al contempo, si impegnino con la stessa protervia nei confronti di quelle realtà che, a differenza della Casa del Popolo di Castello, non solo non praticano attività di rilevanza ed utilità sociale ma praticano apertamente e pubblicamente apologia di Fascismo”.

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, consigliere e consigliera comunali di Sinistra Progetto Comune: “Sorprende la volontà di fare polemica di due esponenti della destra al quartiere 5. Ignorano che all'unanimità il Consiglio comunale ha chiesto di attivarsi a sostegno dei circoli associativi e culturali (non solo ARCI). Trattare queste esperienze come privati che cercano di fare profitto sulle spalle della comunità vuol dire disconoscere la funzione che svolgono le case del popolo e le altre realtà simili sul nostro territorio. Vogliono una città vuota, senza vita, priva di partecipazione, senza vincoli di solidarietà? Davvero credono che in piena crisi pandemica vada montata questa polemica? Si qualificano con le loro azioni e dichiarazioni. Sappiamo che Firenze ha una storia diversa da rivendicare e di cui non deve vergognarsi, fatta di mutualismo e antifascismo”. 

LA REPLICA - Questo l'intervento del capogruppo di Lega Salvini Firenze Federico Bussolin insieme ai consiglieri al Q5 Matteo Chelli (Lega) e Angela Sirello (Fratelli d'Italia)

"Nessun accanimento contro le associazioni socio-culturali che svolgono attività sul territorio. Anzi, proprio in virtù del fatto che ne esistono diverse nella nostra Città e molte di queste pagano anche affitti importanti, non comprendiamo per quale motivo il Circolo Ricreativo di Castello debba avere un trattamento diverso, anche nei confronti delle altre Case del Popolo che occupano legittimamente spazi pubblici e privati con tutti i costi che ne derivano.A differenza del Consigliere Pizzolo, che con noi è stato anche co-proponente di alcuni atti e conosce bene, a prescindere dalle distinzioni politiche, la scrupolosità e l’approfondimento che mettiamo nel nostro impegno politico, abbiamo studiato eccome la vicenda, prima tramite una richiesta di accesso agli atti, e successivamente mediante una interrogazione formale rivolta all’Amministrazione comunale.Alla luce delle risposte che ci sono state fornite, abbiamo appurato che l’immobile attualmente condotto dalla Casa del Popolo di Castello è stato acquisito a titolo gratuito dal Comune di Firenze nel 2016, che fin da subito ha chiesto all’occupante senza titolo di pagare l’indennità di occupazione quantificata dall’Agenzia del Demanio in 8128 euro annui (670 euro al mese), in attesa di poter procedere con gli adempimenti contrattuali e di effettuare una valutazione sull’opportunità di concedere i benefici fiscali richiesti dal Circolo stesso, previsti per le attività del terzo settore dal Regolamento comunale per i beni immobili.

Nel 2019 l’Amministrazione ha ricevuto il nulla osta necessario alla concessione immobiliare dalla Soprintendenza e l’anno scorso ha anche accolto favorevolmente la richiesta di erogazione di contributi per l’abbattimento del canone.Peccato che, nonostante il Circolo abbia lavorato regolarmente, almeno fino ad inizio 2020, quando è scoppiata la pandemia da Covid-19, non abbia mai ritenuto di dover pagare l’importo che gli era stato richiesto. Per di più, l’Amministrazione non ha mai avviato alcun contenzioso.

Non si tratta quindi di una polemica che riguarda i tempi odierni, sicuramente difficili per tutti, a maggior ragione per i circoli, che hanno sofferto fortemente i mancati introiti dovuti alle restrizioni.Ad oggi, la sottoscrizione della concessione con la Casa del Popolo, come confermato dal Comune, “risulta subordinata al pagamento dei canoni pregressi, ovvero all’impegno da parte della stessa ad un loro pagamento rateizzato”. Bene che finalmente, dopo cinque anni, l’occupante abbia manifestato l’impegno a saldare quanto dovuto.

Ci domandiamo perché lo abbia fatto soltanto di recente e cosa sarebbe successo se tutto questo fosse avvenuto in un fondo privato.Cari colleghi consiglieri del gruppo Sinistra Progetto Comune, alla luce di tutto questo, potete gentilmente spiegarci per quale motivo garantire e chiedere equità di trattamento significherebbe essere nostalgici del regime Fascista? Alle volte, forse, sarebbe più opportuno spendere una parola di meno, anche se questo vuol dire mettere da parte le proprie

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