Casa, Ceccarelli: "La Regione disposta a investire, ma servono strumenti nuovi"

Stamani alla Conferenza sulla condizione abitativa in Toscana. Il presidente della commissione sanità e politiche sociali Scaramelli (Pd): “Bisogna cambiare politiche. Servono risposte ai bisogni crescenti per garantire a tutti gli stessi diritti”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 febbraio 2016 23:56
Casa, Ceccarelli:

FIRENZE – Sul tema della casa la Regione è presente e vuole continuare ad esserlo, portando avanti le proprie politiche di sostegno, ma anche adeguando la normativa ed il sistema di governance dell'edilizia popolare. L'obiettivo è rendere più flessibili ed efficaci le politiche di sostegno alle famiglie in difficoltà e dotarsi di strumenti nuovi da definire in un percorso di confronto con i rappresentanti dei Comuni, ma anche quelli degli inquilini e delle società che gestiscono l'attuale patrimonio di edilizia popolare. Questo è quanto emerso nel corso della tavola rotonda che si è tenuta durante la II Conferenza regionale sulla condizione abitativa in Toscana, alla quale hanno partecipato l'assessore regionale alla casa Vincenzo Ceccarelli, il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, il presidente della terza commissione consiliare Sanità e politiche sociali Stefano Scaramelli, Simone Porzio segretario nazionale del sindacato degli inquilini Sunia e Luca Talluri presidente nazionale di Federcasa e Casa spa Firenze.

"Quella dell'edilizia popolare è una realtà complessa – ha detto Ceccarelli che vede la Toscana in una condizione migliore rispetto ad altre Regioni ma questo non ci consola. Siamo consapevoli dei problemi che dobbiamo affrontare e il rapporto sulla condizione abitativa che abbiamo presentato oggi ci mostra dati anche positivi, come la ripresa dopo anni delle compravendite immobiliari, ma evidenza anche dati drammatici come l'aumento del numero degli sfratti". "La Regione – ha spiegato l'assessore - nel 2015 ha destinato in tutto 73 milioni ad investimenti e politiche abitative di vario genere.

Abbiamo fatto la nostra parte e vogliamo continuare a farla, anzitutto tenendo fede agli impegni già presi e portando a termine i circa 1300 alloggi che oggi sono in fase di costruzione. Oltre a questo, per il fondo morosi incolpevoli e per l'emergenza sfratti nel 2015 sono stati resi disponibili 6,7 milioni". "Un'altra misura importante – ha proseguito Ceccarelli - è il contributo per l'affitto, a cui lo scorso anno sono stati destinati 8,3 milioni. Purtroppo, nella legge finanziaria per il 2016 il Governo non ha rifinanziato questo Fondo.

La Regione ha messo a bilancio 4.5 milioni e stiamo cercando di trovare altre risorse. Vorrei inoltre sottolineare che in questi anni, grazie al contributo affitto di Giovanisì, la Regione ha aiutato 5000 giovani a pagare l'affitto della proprio abitazione". "Parallelamente a questi interventi – ha aggiunto l'assessore - andremo a rivisitare la normativa regionale attuale, andando a modificare le tre leggi di riferimento, cercando di renderle meglio attuabili e più efficaci, costituendo una sorta di testo unico che sia un riferimento più snello e immediato per gli amministratori.

Inoltre sarà necessario aprire un confronto per Dobbiamo rendere più efficiente questo sistema perchè perchè casa e lavoro sono due temi sui quali si gioca la dignità sociale". Parlando della necessità di migliorare l'efficienza del sistema, l'assessore ha infine delineato la possibilità di ridisegnare il sistema di governace del patrimonio edilizio popolare attraverso un percorso condiviso con i rappresentanti dei comuni, degli inquilini, delle società di gestione e delle altre realtà coinvolte.

"Una revisione della governance appare necessaria – ha concluso – ma è un percorso che vogliamo fare insieme, attraverso un confronto serrato ma pacato e costruttivo".

Il sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni nel suo intervento ha sottolineato l'incidenza degli sfratti, in significativo aumento (+2,3% i provvedimenti; + 15,5% le esecuzioni). "L'emergenza sfratti è drammatica ed è uno dei problemi che più impegna i servizi sociali dei Comuni – ha sottolineato - In attesa della ripresa economica, noi dobbiamo strutturarci per non lasciare nessuno indietro. I Comuni toscani su questo fronte stanno facendo un ottimo lavoro ma la situazione è di grande pressione. Dobbiamo utilizzare bene quello che è costruito, ma anche far ripartire l'edilizia pubblica, aiutando così anche le imprese edili che a loro volta attraversano un momento di grande difficoltà".

"Una Toscana che ‪‎cambia non può non vincere la sfida di una politica che garantisca a tutti il diritto all’abitazione. Il settore pubblico deve ricoprire ruoli innovativi sulla condizione abitativa, trovare nuove soluzioni per dare risposte ai bisogni crescenti". A dirlo è Stefano Scaramelli (Pd), presidente III Commissione politiche sociali in Consiglio regionale "Nella nostra Regione dobbiamo cambiare innovando il ruolo del pubblico" - continua Scaramelli - "attraverso una nuova politica, capace di favorire l'incontro tra i tanti soggetti che intervengono nel contrasto al disagio abitativo.

I dati evidenziano in modo preoccupante l’aumento del disagio in Toscana. Nonostante le risorse pubbliche impiegate per la riduzione dell’emergenza casa, il report dell’Osservatorio sociale indica che c’è ancora molto da fare. Stiamo investendo in un settore che non tiene: servirebbero 750 milioni di euro per dare risposte a tutti i toscani. Una cifra impossibile da trovare in questo contesto. Le risorse non sono illimitate e, allora, dobbiamo cambiare le norme di accesso alla casa. Qui entra in gioco la politica.

È evidente che serve un nuovo patto sociale. La Regione Toscana può essere cardine di un network di soggetti per il recupero del potere d’acquisto per chi non ce la fa". "Un esempio potrebbe nascere nei prossimi mesi a Monteriggioni. Le abitazioni poste sotto sequestro nella frazione Uopini potrebbero diventare un modello" - prosegue Scaramelli (Pd) - "Nella partita per il recupero di quegli immobili e nella consegna a quanti ne hanno bisogno, la Regione Toscana può giocare un ruolo importante e mettere in campo un modello virtuoso per altre realtà.

Penso anche ai tanti singoli proprietari che hanno case sfitte, anche in questo caso la Regione può essere un intermediario valido per far incontrare la loro offerta con la domanda di quanti scontano una situazione di disagio abitativo. Altre misure dovranno prendere in considerazione la difficoltà di molti ad accedere al credito che, nonostante i prezzi delle abitazioni siano diminuiti negli ultimi anni, rende ancora ardua la possibilità di acquistare un immobile di proprietà. Una difficoltà oggettiva per i giovani e non solo". "Il ruolo della politica dovrà essere forte anche sul campo del leasing immobiliare: una misura che può segnare la differenza ed essere un cambiamento reale per il settore, per gli acquirenti e per il pubblico.

Uno strumento che si pone come alternativa vera e propria al mutuo e consente a chi è in affitto di acquistare casa senza contrarre debito con una banca. Sempre sul piano sociale serve un cambiamento sulla velocità di dare risposte ai cittadini. I tempi di risposta del pubblico sono troppo lenti, occorre semplificare e abbreviare la capacità di dare abitazioni a quanti soffrono un disagio economico. La perdita del lavoro, la cassa integrazione, la nascita di un figlio, l’aggravarsi delle condizioni di salute di un familiare non aspettano.

La politica deve incidere sulla velocità delle istituzioni nel dare risposte certe e veloci a chi ne ha bisogno” - conclude il presidente della III commissione del Consiglio regionale toscano.

"Occorre rilanciare fortemente il settore dell'edilizia pubblica per far fronte ai crescenti disagi dei cittadini – ha detto Porzio del Sunia– Servono investimenti e serve attenzione anche alla coesione sociale, per evitare che le case popolari diventino i contenitori di ogni tipo di disagio. E' giusto anche rivedere la normativa regionale, per correggere quegli aspetti che si sono rivelati critici nell'applicazione pratica".

L'invito a costruire nuove case popolari è arrivato anche da Talluri di Federcasa e Casa spa. "Negli anni '90, in Italia, c'erano circa 670mila nuclei familiari che vivevano una situazione di disagio abitativo – ha detto - adesso il numero è cresciuto e, complice la crisi, siamo arrivati ad 1 milione e 600mila nuclei. Oggi il 18% degli italiani abita in una casa in affitto. Di questi, il 35% vive in una casa popolare. Occorre trovare risposte concrete ed io sono favorevole anche ad introdurre una tassa di scopo, se necessario, ma c'è comunque bisogno di aumentare il numero delle case popolari. Non basta fare manutenzioni dell'esistente e vendere un po' di alloggi".

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