Carceri toscane: ecco gli interventi da fare

Ascoltati in commissione sanità Garanti regionale e territoriale dei detenuti, il sindaco, il direttore e il comandante delle guardie carcerarie della struttura, i rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria, la Asl competente. Dal confronto è emersa una lista di richieste su cui lavorare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 ottobre 2019 22:27
Carceri toscane: ecco gli interventi da fare

L’organico previsto in Toscana è di 3244 unità, ad oggi sono presenti 2629 mancano 615 unità di Polizia Penitenziaria e nella sede di S. Gimignano ne mancano 47. Stamani in Consiglio Regionale della Toscana sono state ascoltate dalla III^ Commissione Consiliare Sanità e Politiche Sociale le organizzazioni rappresentative della Polizia Penitenziaria sia sui gravi episodi della Casa Circondariale di S. Gimignano ma più in generale sullo stato generale fatiscente dei 16 penitenziari presenti nella Toscana.

Un confronto a 360 gradi sui problemi del carcere di San Gimignano (Siena) durato oltre tre ore. È quello che si è svolto in commissione Sanità presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), in cui stamattina si sono tenute le audizioni di tutti gli addetti ai lavori. Un confronto lungo e fruttuoso, come ha commentato Scaramelli, che ha portato a una sintesi operativa. “Ne è scaturita una serie di punti e richieste – ha detto il presidente – su cui la commissione lavorerà con impegno nei prossimi mesi. Io stesso mi farò portatore delle esigenze espresse presso il Ministero”.

"Più delle volte l’errore della politica è quello di non ascoltare le rappresentanze sindacali, specialmente quelle che rappresentano le forze di Polizia, ma oggi possiamo dire che in regione quell’attenzione c’è stata perché quanto si parla di detenuti appartenenti alla criminalità organizzata e terrorismo e bene non abbassare il livello d’attenzione e che schernire il personale di Polizia Penitenziaria, ultimo avamposto istituzionale, non aiuta la società -spiega il Segretario Generale Regionale della UIL-PA Polizia Penitenziaria Eleuterio Grieco- abbiamo consegnato un documento che si allega alla commissione, composto da 14 punti delle cose che concretamente la Regione Toscana può fare, affinché si affermi la dignità degli individui negli istituti penitenziari secondo varie forme nel rispetto degli standard europei -conclude Grieco- il dialogo con le rappresentanze sindacali certamente potrebbe favorire l’individuazione di soluzioni coerenti con i valori costituzionali, dei quali va ribadita l’attualità e la centralità, ma questa delle aggressioni al personale è una vera emergenza per cui abbiamo chiesto alla regione di farsi portavoce di una proposta di legge di un aggravante per coloro che commettono reati in fase di detenzione".

Innanzitutto, come ribadito da tutti gli intervenuti, si chiede che si arrivi ad avere un direttore della struttura e un comandante della polizia penitenziaria della casa di reclusioni stabili, con i quali potersi interfacciare proficuamente. Ancora, che si rispetti il limite corretto di capienza nel caso in cui, come è in progetto, il carcere di San Gimignano sia trasformato in struttura ad alta sicurezza; che si facciano investimenti per rendere l’acqua della struttura potabile, per garantire un servizio di trasporto, un punto di rifornimento e ristoro anche ambulante, per garantire il cablaggio e il funzionamento delle linee telefoniche, per potenziare gli organici, per migliorare il servizio sanitario, per prevedere alloggi nel territorio comunale per chi lavora all’interno del carcere.

Sono poi emerse, ha detto ancora Scaramelli, anche alcune questioni più di carattere generale e che non riguardano solo San Gimignano, su cui la Commissione dovrà lavorare: portare a compimento la realizzazione delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, pensare a un nuovo piano carceri in Toscana, prevedere che negli ospedali ci siano spazi di cura riservati a chi è in stato di detenzione, far sì che chi in carcere soffre di disagio mentale o è tossicodipendente sia adeguatamente curato, pensare a come formare il personale che deve gestire i detenuti con problemi psichiatrici.

“I problemi della casa di reclusione di San Gimignano sono molti – ha detto Scaramelli –; dobbiamo cogliere l’occasione e lavorare tutti insieme affinché da struttura critica si trasformi in un modello da seguire”.

Le richieste sono state avanzate durante gli interventi che si sono susseguiti durante il corso dell’intera mattinata. Il confronto su San Gimignano, è stato ricordato, era stato programmato da tempo e non ha riguardato i fatti intercorsi recentemente, su cui sta indagando la magistratura, anche se da parte della commissione è stata espressa solidarietà per chi è stato vittima di tutti gli episodi di aggressione accaduti negli ultimi mesi. Come ha ribadito il Garante regionale dei detenuti Franco Corleone, “il carcere è un luogo difficile, ma è anche un luogo di potere dove si esercita la forza su e tra i detenuti; in nessun caso questa forza deve trasformarsi in violenza”.

Oltre al Garante regionale, sono intervenuti il sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci, il Garante dei detenuti di San Gimignano Sofia Ciuffoletti, il direttore della struttura Giuseppe Renna, il responsabile salute in carcere dell’Azienda Usl Toscana Sud Est Matteo Ameglio, il comandante delle guardie e il responsabile del presidio sanitario della casa circondariale Antonio Giardino e Fabio Antichi, la direttrice dell’Ufficio affari generali, personale e formazione del provveditorato regionale per la Toscana e l’Umbria – dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – Rosa Alba Casella, i rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria.

Ognuno di loro ha delineato il quadro di un carcere che ha enormi carenze strutturali, da quando dal centro cittadino è stato spostato in aperta campagna: fra le tante, non c’è ancora l’acqua potabile e manca un servizio di trasporto. Il valzer, e nell’ultimo periodo la mancanza, dei direttori e dei comandanti della polizia penitenziaria hanno fatto venire meno la possibilità di interloquire e aumentato la frustrazione di chi, personale e detenuti, si è sentito abbandonato a se stesso.

E il tutto in uno stato di sovraffollamento: San Gimignano, a fronte di 235 posti previsti, ospita attualmente 350 detenuti, il 70 per cento dei quali stranieri.

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