"Carceri meno sovraffollate", sì alla mozione di Toscana a Sinistra

Coronavirus, la Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale ha approvato il documento di Fattori e Sarti. “E’ il momento di adottare misure razionali e di buon senso, come l’estensione dei domiciliari ai detenuti in semilibertà"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 aprile 2020 12:55

La Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale ha approvato la mozione sulle carceri nell’emergenza Covid-19 presentata dal gruppo Toscana a Sinistra. L’atto di indirizzo impegna la Giunta a intervenire presso il governo per adottare misure urgenti volte a ridurre il sovraffollamento carcerario e a proteggere i detenuti più vulnerabili, ma anche ad attivare l’uso di strumenti tecnologici per i colloqui tra detenuti e familiari, nonché a predisporre piani straordinari di incremento del personale carcerario, mettendolo in condizioni di lavorare in sicurezza. 

“Le nostre carceri soffrono da tempo una gravissima situazione di sovraffollamento – hanno spiegato i consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti – “e la riduzione del numero di detenuti negli istituti penitenziari viene chiesta a gran voce dalle più autorevoli associazioni nazionali impegnate sul tema delle condizioni delle carceri e dei diritti dei detenuti, a partire da Antigone, Gruppo Abele e Arci. Come ha ricordato l’ex Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana, Franco Corleone, non possiamo chiedere il distanziamento sociale a tutti i cittadini per ridurre il rischio di contagio e allo stesso tempo ammassare corpi concentrandoli in uno spazio di pochi metri quadri”. 

“E’ il momento - hanno aggiunto i consiglieri di Toscana a sinistra - di adottare misure razionali e di buon senso, come l’estensione dell’affidamento in prova anche a persone che hanno problemi sanitari che rischiano di aggravarsi a causa del Covid-19, l’estensione dei domiciliari ai detenuti in semilibertà, l’estensione della liberazione anticipata fino a 75 giorni a semestre attraverso norme applicabili retroattivamente e l’esecuzione della pena detentiva presso il domicilio quando il residuo di pena è inferiore ai due anni, ampliando quanto già previsto dalla Legge 199/10”.

“Ciò consentirebbe alle persone di poter ritornare presso le proprie famiglie e farebbe scendere l’Italia sotto le soglie del sovraffollamento. Allo stesso modo si potrebbero concedere benefici, come misura straordinaria, quali i permessi premio per i detenuti e le licenze per i semiliberi a chi già ne fruisce, in modo da poter trascorrere presso il proprio domicilio il periodo di protezione e sorveglianza”.

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