Caporalato in Toscana: agghiacciante Made in Tuscany

In Parlamento due interrogazioni urgenti alla luce dell'inchiesta comparsa sul Corriere Fiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2015 16:23
Caporalato in Toscana: agghiacciante Made in Tuscany

"L'inchiesta comparsa oggi sulle pagine del Corriere Fiorentino lascia esterrefatti. La Toscana si scopre non immune al fenomeno del caporalato e ad una illegalità diffusa che prospera grazie alla mancanza di controlli: chiediamo al Governo di intervenire, a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e delle produzioni di qualità del nostro territorio" lo affermano la senatrice toscana di Sinistra Ecologia e Libertà, Alessia Petraglia, e la deputata Marisa Nicchi, annunciando la presentazione di due interrogazioni urgenti nei rispettivi rami del Parlamento.

"E' impensabile che ogni notte, per settimane e mesi, centinaia di uomini e donne si siano potuti ritrovare in una stazione di servizio regolarmente aperta senza che le forze dell'ordine se ne accorgessero - proseguono - Dov'è lo Stato? Com'è possibile che i movimenti dei caporali, di decine e decine di pullmini siano passati inosservati? Che cosa è stato fatto per contrastare e prevenire questo fenomeno che, erroneamente, crediamo circoscritto al sud? In agosto, dopo le tragedie nei campi pugliesi, il ministro Martina aveva annunciato un impegno straordinario nella lotta al caporalato.

Che cosa è stato fatto e che cosa intende fare il Governo? E' agghiacciante pensare che nei nostri campi ogni giorno ci siano migliaia di lavoratori senza diritti, senza tutele, senza un nome che, per pochi spiccioli, mettono a rischio la propria incolumità"."E' inaccettabile - dicono ancora Nicchi e Petraglia - che a ricorrere ai caporali siano aziende che producono vini di altissima qualità e che esportano in tutto il mondo. Che prezzo siamo disposti a pagare per il nostro Made in Tuscany? Lo domandiamo anche alla Regione Toscana: certamente non possiamo essere disposti a pagare il prezzo dello sfruttamento e dalla violazione della dignità del lavoro, estranei alla nostra tradizione e alla gran parte della nostra produzione regionale.

Chiediamo al Governo un impegno straordinario, con misure immediate e urgenti, volte non solo a tutelare i lavoratori, ma anche le produzioni di qualità del nostro territorio, che sono tali solo se tutta la filiera e tutti i suoi attori sono di qualità, contraddistinti da etica e legalità".“Il lavoro sommerso ed il caporalato sono un problema non solo per lo Stato e per i lavoratori dipendenti, ma anche per le imprese agricole in regola, che adempiono regolarmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro" dichiara Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana.

“Quanto emerso oggi – prosegue Miari Fulcis – evidenzia comunque una forte necessità che ha il mondo agricolo di rivedere in toto la contrattualistica che deve essere misurata non a livello nazionale bensì basandosi sulle esigenze e le peculiarità di coltivazione che differiscono fortemente da zona a zona nel nostro Paese. Rivedere la contrattualistica potrebbe essere sicuramente una delle soluzioni per opporsi a questo fenomeno deprecabile”

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