L’Unione Sindacale di Base ha proclamato per il 20 giugno una giornata di sciopero generale nazionale, per dire NO alla corsa al riarmo. A Firenze, l’appuntamento è dalle ore 9:30 con un presidio davanti alla sede di Leonardo S.p.A. in via Albert Einstein 35, Campi Bisenzio: un’azienda simbolo del complesso militare-industriale italiano, prima produttrice di armi in Europa, che continua a trarre profitti dai conflitti internazionali e a intrattenere rapporti economici con lo Stato israeliano e la NATO. Lo sciopero del 20 intende opporsi a quanto sarà deciso in occasione del vertice NATO del 24 e 25 giugno, un appuntamento in cui l’Italia, insieme agli altri paesi dell’Alleanza Atlantica, assumerà impegni vincolanti sul terreno della difesa militare e dell’industria bellica.
Luce su Gaza. Si chiama così la fiaccolata per la Pace organizzata e promossa dal Comune di Bagno a Ripoli, in programma domenica 22 giugno alle ore 21.30.
“L’iniziativa nasce per tenere i riflettori accesi su ciò che sta succedendo in Medio Oriente, per chiedere con una sola voce al governo di Nethanyau lo stop immediato dei bombardamenti, il rispetto del diritto internazionale e della vita umana. Non spegneremo la luce su Gaza finché ciò non accadrà”, dichiara il sindaco Francesco Pignotti.
La fiaccolata, organizzata in collaborazione con la Commissione comunale per la Pace e i diritti e la parrocchia di Santa Maria a Quarto, partirà da piazza della Vittoria, davanti al municipio, per poi proseguire, attraversando via Roma e pizza della Pace, fino a piazza San Francesco, in prossimità della chiesa della Pentecoste.
Il territorio livornese e la zona compresa tra Livorno e Pisa infatti, presentano una forte militarizzazione, dall’Accademia Navale, alla Folgore, alla base di Camp Darby, all’Aeroporto Militare, fino al progetto di un’ulteriore base militare per il Tuscania a San Piero a Grado.
“Ci avevano detto che le basi militari in Europa sarebbero state ridimensionate, che Trump voleva smantellarle. E invece assistiamo al contrario: il riarmo avanza, le guerre aumentano, e la Toscana viene trascinata in questa escalation, con infrastrutture civili sempre più al servizio della macchina bellica” Così Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale della Toscana, commenta la sospensione della linea ferroviaria Pisa–Livorno, ufficialmente dovuta a lavori nella zona di Tombolo, ma che – secondo comitati e realtà antimilitariste – servirebbe in realtà a rafforzare la logistica di Camp Darby, il più grande arsenale USA in Europa.
“La motivazione ufficiale parla di rinnovo di scambi e binari – prosegue Galletti – ma ciò che sta emergendo è un progetto ben più grave: consolidare un collegamento strategico tra il porto di Livorno, la linea ferroviaria e la base statunitense. È inaccettabile che il servizio ferroviario venga interrotto, penalizzando i pendolari, per agevolare il trasporto di armamenti, senza alcuna trasparenza o confronto pubblico. E ancor più grave è il silenzio delle istituzioni.”
Galletti annuncia quindi un’interrogazione urgente alla Giunta regionale: “Chiederemo chiarimenti sul ruolo della Regione in questo processo: chi ha autorizzato cosa, con quali basi normative e con quali tutele per i cittadini. Perché oggi, tra l’abbattimento di alberi nel Parco di San Rossore, la costruzione di ponti strategici, binari dedicati e l’uso militare dei canali, l’unica certezza è che la Toscana viene sistematicamente piegata a logiche che nulla hanno a che vedere con la pace o il benessere dei suoi abitanti.”
Il Movimento 5 Stelle, conclude Galletti, “ribadisce la propria netta contrarietà all’utilizzo di infrastrutture civili per fini militari” e invita la politica regionale ad avviare una riflessione concreta su un piano di demilitarizzazione del Parco di San Rossore e dell’intero territorio toscano. “Non possiamo continuare a sacrificare il nostro ambiente, la trasparenza istituzionale e la vocazione pacifista della Toscana sull’altare della guerra. È nostro dovere fare chiarezza e opporci a questa deriva. Perché la guerra si combatte anche così: smascherando e fermando chi la prepara nel silenzio.”
Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione del’Università di Firenze hanno approvato, all’unanimità, un appello pubblico contro tutte le guerre e le repressioni della libertà: "Non possiamo tacere – si legge nel testo – in un mondo attraversato da guerre, occupazioni militari e attacchi ai diritti fondamentali". L’Ateneo condanna ogni conflitto armato, esprime solidarietà attiva alle popolazioni colpite e si schiera al fianco di studenti e studiosi perseguitati.
Non solo parole. L’Università si impegna a rafforzare i luoghi di confronto sulla pace giusta, la libertà accademica e la cooperazione internazionale. Invita i Dipartimenti a promuovere incontri aperti, anche fuori dall’aula, su giustizia globale, libertà e dialogo tra i popoli. Tra le azioni concrete, il potenziamento delle borse di studio per rifugiati e accademici in fuga dai conflitti. La pace è una responsabilità pubblica. Spetta anche alle università esercitarla"
L’Ateneo fiorentino chiama a raccolta tutte le università italiane ed europee: "Facciamo rete. Condividiamo strumenti, progetti e visione. Costruiamo insieme un orizzonte di pace".
In collegamento via web con Gaza ci sarà un operatore umanitario: racconterà, dal quel tremendo luogo di guerra, la situazione che sta vivendo la popolazione palestinese. Dall’Ucraina, invece, sarà il sindaco della città martire di Borodyanka a testimoniare della strage di circa 200 civili morti sotto le macerie dei palazzi bombardati dai russi. Mentre dal Sud Sudan, il vescovo di Bentiu, Christian Carlassare, racconterà di quella terra dove si fatica, anche dopo il processo di indipendenza e un accordo politico, a trovare la pace a causa di un conflitto interno che ha fatto numerose vittime civili. Nel Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema, alla Fabbrica dei Diritti, sabato 21 giugno, si svolgerà un summit fra diverse personalità e professionalità che potranno portare il loro contributo per parlare di pace e sensibilizzare le istituzioni sul tema più importante per trovare una convivenza fra i popoli nel mondo.
Ad aprire la Conferenza per la Pace, alle ore 16:00, sarà il sindaco di Stazzema e presidente del Parco nazionale della Pace di Sant’Anna Maurizio Verona. Dopo di lui prenderà parola il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
«Con queste persone - afferma il sindaco Maurizio Verona -, oggi protagoniste su più fronti mondiali nel portare aiuti umanitari, soccorso, informazioni nei paesi Occidentali, comprensione nelle università, e i superstiti della strage di Sant’Anna di Stazzema con l’Associazione Martiri che hanno vissuto sulla loro pelle disumanità come quelle a cui assistiamo oggi, svolgeremo più che una conferenza un incontro per cercare di sensibilizzare le istituzioni a prendere in mano una situazione che sembra inarrestabile».
A condurre la conferenza sarà Antonio Giannelli, presidente dell’Associazione “Colors for Peace”, che ha curato l’evento insieme al Parco nazionale della Pace di Sant’Anna. I relatori saranno dieci: Massimiliano Padula, sociologo della Pontificia Università Lateranense, Padre Charbel El Khoury, monaco e parroco in Libano, Angela Iantosca, giornalista e scrittrice, Enzo Cursio, attivista e giornalista, Federico Moro, segretario generale dell’Associazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia, Adriana Grispo, presidente della Commissione per la Pace del distretto Rotary 2102, Antonio Sanfrancesco, giornalista di Famiglia Cristiana, Vito Alfieri Fontana, scrittore e seminarista, Bernard Dika, portavoce del Presidente della Regione Toscana e Fabio Tonacci giornalista inviato all’estero di Repubblica.
Nasce da Barbiana, luogo simbolo dell'impegno educativo e civile di Don Lorenzo Milani, la Marcia Barbiana-Perugia-Assisi: un'iniziativa popolare che dal 30 settembre al 12 ottobre attraverserà 18 comuni tra Toscana e Umbria per un totale di 228 km suddivisi in 13 tappe. L'iniziativa è promossa a Vicchio da un gruppo di cittadini, associazioni, enti, scuole col sostegno dell'Amministrazione comunale e si concluderà ad Assisi unendosi alla storica Marcia Perugia-Assisi, che quest'anno si terrà il 12 ottobre, con un messaggio forte e chiaro: "No alla guerra, No ai conflitti armati, Sì alla pace, alla giustizia sociale e all'inclusione".
Sottolinea il Comitato organizzatore: "In un mondo attraversato da nuove e vecchie guerre, disuguaglianze crescenti e crisi ambientali, la Marcia vuole essere un cammino collettivo di consapevolezza e impegno civile. Un'iniziativa dal basso che unisce territori, scuole, cittadini, giovani e istituzioni intorno a valori fondamentali come l'uguaglianza, la nonviolenza, la cooperazione tra i popoli".
"Siamo per la pace. Non basta dire siamo contro la guerra": "Senza intervenire su quello che alimenta e alimenterà le innumerevoli guerre, presenti e future - sottolinea il Comitato organizzatore -, non ci sarà mai Pace, giustizia sociale, autodeterminazione e cooperazione tra i Popoli. Sentirsi ognuno 'unico responsabile di tutto' come scriveva don Milani nella 'Lettera ai giudici'".
Afferma il sindaco di Vicchio Francesco Tagliaferri: "Anche con il sostegno a questa iniziativa ribadiamo la posizione chiara e ferma per una società e un'umanità che abbracciano la Pace, l'eguaglianza e la giustizia sociale e che agiscono contro ogni forma di violenza, di discriminazione, di razzismo. Consapevoli e responsabili che ogni azione, ogni gesto, piccolo o grande, può contribuire a far cambiare le cose".
Oltre a Vicchio sono coinvolti i comuni di Dicomano, Rufina, Pelago, Pratovecchio Stia, Poppi, Bibbiena, Capolona, Subbiano, Arezzo, Castiglion Fiorentino, Cortona, Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul Trasimeno, Magione, Corciano, Perugia, Bastia Umbra, Assisi. La marcia Barbiana-Perugia-Assisi ha come obiettivi concreti quelli di "rafforzare le reti territoriali per la Pace, il Disarmo e la Cooperazione, coinvolgere attivamente le scuole, i giovani e le comunità locali nella riflessione e nell'azione, denunciare il modello economico capitalista basato sullo spreco, le disuguaglianze e la violenza, promuovendo l'apertura a visioni alternative sostenibili di convivenza umana".