Giovedì scorso, 11 aprile, in assemblea MPS, il maggiore azionista della banca, il Governo giallo–verde, nella persona del delegato del Ministero del Tesoro, ha votato no alla richiesta di azione di responsabilità nei confronti degli attuali e degli ex vertici. Il governo ha votato sorprendentemente no a un percorso di trasparenza a tutela degli investitori e dei risparmiatori. Eppure solo il 5 aprile scorso lo stesso Di Maio aveva dichiarato: "Nei prossimi giorni valuteremo anche a livello di Governo tutto quello che si dovrà fare all'assemblea.
E' chiaro ed evidente che per me è giusto che chi ha ridotto quella banca in quelle condizioni debba pagare". E come scordare anche tutti gli altri portavoce del Movimento, a partire dallo stesso Grillo, che dal 2012 sono passati spesso a Siena, non solo alle assemblee del MPS ma anche agli eventi del gruppo Siena 5 Stelle, brandendo l’immagine dell’apriscatole con cui avrebbero liberato la banca?
"Per questo non ci sorprendono le dure critiche di tanti politici locali e non solo (molti dei quali farebbero meglio a tacere per decenza, come hanno fatto negli ultimi 20 anni, ma questo è un altro discorso) -si legge in un documento di Siena 5 Stelle- c’è chi si domanda se sia ragionevole il sospetto che la mancata certificazione del Movimento 5 Stelle di Siena per le Elezioni Comunali del 2018 sia dovuta proprio al suo attivismo sul tema MPS, alla propria libertà di pensiero, all’indisponibilità a subire condizionamenti o diktat dall’alto.
In altre parole, per la fedeltà ai principi del Movimento in merito all’autonomia dei territori e alla democrazia dal basso. Oggi ci viene rinfacciata, anche in modo strumentale, l’incoerenza e il tradimento degli impegni dichiarati sul caso MPS, e non solo. Critiche difficili da smontare, perché purtroppo la dinamica dei fatti e le vicende del 2018 hanno lasciato stupiti e amareggiati soprattutto noi. L’unica residua speranza è che si tratti di un ultimo episodio infelice, dal quale possa finalmente scaturire una forte reazione per un ritorno ad un Movimento genuino e rispettoso dei suoi principi fondanti, quelli che segnarono la sua nascita quasi 15 anni fa".
L’Assemblea della Fondazione CR Firenze ha eletto, ieri pomeriggio, sette nuovi soci. Sono Simonetta Brandolini d’Adda, Gaddo della Gherardesca, Leonardo Ferragamo, Piero Paolo Guicciardini, Giovanni Manetti, Francesco Rossi Ferrini, Maria Oliva Scaramuzzi. I soci sono ora complessivamente 141 su un numero massimo consentito dallo Statuto di 160. L’assemblea ha anche votato la nomina di Luigi Malenchini come componente del Comitato di indirizzo in sostituzione di Bernardo Gondi che lascerà l’incarico a maggio al termine del secondo mandato quinquennale.
