Firenze: critiche sulla scelta del nuovo logo cittadino

Iacopo Ghelli: “Firenze senza giglio? Come il Chianti senza gallo nero”. Sabatini (Lista Galli): “Freddo, squadrato, anonimo e "nominato"”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 marzo 2014 16:12
Firenze: critiche sulla scelta del nuovo logo cittadino

“Ho l'impressione che Diego Della Valle debba stare in campana: di questo passo toglieranno il giglio anche dalle maglie della Fiorentina”. Scherza così Iacopo Ghelli, candidato a sindaco nelle prossime primarie Pd del 23 marzo. La battuta riguarda il nuovo brand della città di Firenze scelto a seguito di un concorso internazionale, a scegliere il brand una giuria composta da specialisti del settore, docenti universitari e giornalisti. “Leggo che il nuovo brand non intende sostituire il nostro storico simbolo – dichiara Ghelli – perché verrà utilizzato a fini di marketing commerciale e culturale.

Sarà. Sta di fatto che con un colpo di spugna abbiamo cancellato le radici e la storia della nostra città, simbolicamente rappresentata da sempre dal giglio fiorentino, citato anche nel Paradiso dantesco”. “Personalmente ho un'idea diversa della promozione culturale della nostra città. Sono convinto che una città come Firenze, famosa in tutto il mondo per la sua storia e la sua cultura, sia rappresentata anche dai simboli che l'hanno accompagnata per secoli fino ad oggi. Non dimentichiamo che i simboli sono da sempre parte integrante dell'identità di un popolo" - conclude Ghelli. Questo il commento del vice capogruppo di Lista Gali Cittadini per Firenze Massimo Sabatini: “Il brand è uno strumento grafico-comunicativo che con l'immediatezza di un'immagine richiama mille emozioni e senso di appartenenza.

Per raggiungere questo obiettivo con efficacia, i grafici hanno a disposizione l'utilizzo di colori, forme, stili e tratti. Quello "nominato" (in epoca di riforme, andrebbero riformati anche i concorsi) vincitore a Firenze rischia di essere un flop micidiale. E' infatti freddo, squadrato e anonimo. L'esatto contrario del ruolo di un brand. Nessuno vi riconosce emozioni o appartenenza; né la sbandierata modularità d'uso. Non lo dico io: lo dicono i fiorentini in massa. Che, come sulle preferenze, avrebbero scelto ben altro...”. Questo l’intervento del capogruppo di Forza Italia Marco Stella: “Firenze ha bisogno di un sindaco, non ha bisogno di trovare un nuovo brand che promuova la città nel mondo.

Degrado, sicurezza, infrastrutture, mobilità e Parco delle Cascine, ecco alcune criticità ancora irrisolte. Sono cinque anni che Renzi e Nardella governano Firenze, cosa aspettano a risolvere i problemi della città? Il degrado in centro storico è in continuo aumento, il traffico dopo le pedonalizzazioni è andato in tilt e il Comune non ha ancora il piano generale del traffico urbano, le infrastrutture sono ferme, per non parlare della promessa del sindaco di recuperare le Cascine entro il mandato rimasta un sogno.

Le imprese chiudono e le tasse a Firenze sono aumentate. Dopo questi anni di delirio mediatico Firenze ha bisogno un sindaco che si dedichi alla città. Firenze ha bisogno di un sindaco che risolva i problemi e che sia presente. Togliere il giglio dal logo è togliere l’anima a Firenze, un vero sfregio per la città inaccettabile per i fiorentini. Firenze ha già un suo brand ed un suo logo che sono il nome e il giglio rosso in campo bianco, ecco il brand Firenze: gli unici che sembrano non averlo ancora capito purtroppo sono proprio Renzi e Nardella.

A maggio Firenze avrà un Sindaco di centrodestra che renderà l’anima a Firenze, partendo proprio da abolire questo nuovo sciagurato loro e ripristinando il vecchio e caro giglio rosso in campo bianco”. “Niente di peggio per rappresentare la città più bella del mondo che il brand più brutto del mondo”. Questo quanto dichiarato dal consigliere del NCD Emanuele Roselli. “L'arte contemporanea ha quasi ucciso il senso oggettivo della bellezza, ma il nuovo brand scelto per rappresentare la città di Firenze davvero non piace.

E' un incrocio tra la realtà di Matrix, il cognome di Renzi e il logo di Praga: davvero non mi stupisco dei commenti negativi della maggior parte dei fiorentini. Gli unici ad apprezzare questo progetto sono Nardella e gli appassionati del La Settimana Enigmistica. Non ha niente di rappresentativo della città: nemmeno il nome che è poco immediato e confuso” ha aggiunto il consigliere. “Sui loghi questa amministrazione sta continuando a raccogliere brutte figure: prima quello tarocco per l'anniversario di Firenze Capitale, adesso questa specie di cruciverba.

Nardella, come Renzi, continua a preferire le operazioni di facciata all'affrontare i problemi concreti, ma almeno il fumo il suo predecessore lo sapeva vendere bene: il problema è che con questa operazione adesso è Firenze che rischia di perdere la faccia” ha concluso Roselli. Per le Primarie è campagna aperta e non si placano le polemiche. Cristina Scaletti ex assessore alla Cultura della Regione Toscana finita sotto ai riflettori per una campagna pubblicitaria ha invece commentato la partecipazione " Le primarie appena svoltesi hanno rappresentato una straordinaria manifestazione di democrazia e partecipazione.

Un amico, tanto per fare un esempio, mi ha fatto notare che in provincia di Siena si sono presentati ai seggi più di ventimila elettori, quando per eleggere il Segretario della Lega Nord Matteo Salvini hanno votato in tutto circa diciassettemila attivisti. Per non parlare delle primarie online di Grillo, che a livello nazionale non vanno mai oltre i trentamila contatti. E' evidente che si tratta di un strumento che piace al popolo di centrosinistra. Una sfida aperta, vera, che ha riservato anche alcune sorprese, come a Pontassieve, Fiesole e a Scandicci, ma anche nei comuni dove hanno vinto i candidati di Sel (Magliano, Monteroni d'Arbia e Calci).

Ovunque, in ogni caso, si sono volute primarie di coalizione, e così sarà anche domenica prossima a Livorno. Unica eccezione Firenze, dove le primarie del prossimo 23 marzo, per quanto partecipate, saranno sempre e soltanto una finzione. Avete in mente quegli spettacoli di wrestling in tv, quando si resta tutti stupiti da quelle tremende botte che si danno i combattenti sul ring? Ci vuole sempre un po' di tempo per accorgersi che è una gigantesca messa in scena, che c'è sempre un vincitore "nominato" e ci sono uno o più sconfitti annunciati.

Lo stesso accadrà a Firenze. Parafrasando Humphrey Bogart in Casablanca, potremmo dire: "È la paura, bellezza!".

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