“C’era una volta…il manicomio”, Venerdì 7 marzo alle ore 21 e 15

Ogni sera diversa dalla precedente, e molti spettatori ritornano a distanza di anni, la Passeggiata raccoglie e rimanda anche l’attualità politica come a mettere in relazione la tragica storia del manicomio con quella dei nostri giorni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 marzo 2014 21:51
“C’era una volta…il manicomio”, Venerdì 7 marzo alle ore 21 e 15

Venerdì 7 marzo alle ore 21 e 15 ritorna a San Salvi l'ormai mitica Passeggiata “C’era una volta…il manicomio” di e con Claudio Ascoli. Ingresso 5 euro, posti limitatissimi e prenotazione obbligatoria. Intanto i Chille segnalano che è ancora possibile visitare sino a venerdì 21 marzo la splendida mostra di disegni e dipinti di Francesco Romiti “ESSER UMANO”: per gli orari si rimanda al sito www.chille.it "C'era una volta..." è uno spettacolo-affabulazione-denuncia sulla storia del manicomio fiorentino e non solo, giunto ormai alla sua replica n.

532. In quindici anni ha divertito ed emozionato oltre trentacinquemila spettatori, in piccoli gruppi di 50 persone per volta. Ogni sera diversa dalla precedente, e molti spettatori ritornano a distanza di anni, la Passeggiata raccoglie e rimanda anche l’attualità politica come a mettere in relazione la tragica storia del manicomio con quella dei nostri giorni. Ascoli allarga il suo sguardo sulle tante realtà ex-manicomiali (alcune trasformate in resort turistici, altre ristrutturate cancellandone la memoria); ma innanzi tutto non dimentica San Salvi: il suo passato, il decennio 68-78 culminato nella legge Basaglia, l’oggi e soprattutto il suo futuro prossimo, proprio mentre si susseguono strane voci di riconversione dell’area e chissà… Ha scritto Claudia Vitale in un recente saggio sulla Passeggiata: “La passeggiata a San Salvi è un vero e proprio viaggio che vive di vuoti, di silenzi, di assenze e di cose invisibili.

È un percorso umano che non si conclude alla fine delle due ore ma che ha inizio proprio in quel momento, quando ciascuno torna a casa, nel buio. Pieni sono i vuoti dei corridoi e delle stanze, nero il bianco delle pareti che ha cancellato i graffiti e i disegni dei matti, assordante il silenzio nella stanza a quattro volte che impediva la comunicazione e in cui venivano rinchiuse le ragazze-madri e i loro figli, colmo di cose il lungo spezzone in bianco alla fine del video su cui si immaginano proiettati i desideri, le gioie e le fantasie di quel volto di donna che ci sorride e ci fa cenno con la mano; felice per un istante di essere amata.

Il viaggio, tutto introspettivo, si nutre di stranezze, di paradossi che capovolgono la logica e l’ordine, quei due concetti-chiave con cui gli psichiatri e gli architetti hanno costruito San Salvi. In nome dell’ordine, della logica, della normalità sono stati rinchiusi – arbitrariamente- dissidenti politici, omosessuali, ipocondriaci, depressi, poeti, nevrastenici, donne, uomini, bambini. In nome di quella stessa sana normalità e – così l’amara ironia di Ascoli - nel rispetto di quella legge liberale che vuole appunto liberarsi del diverso – la suddivisione dei malati non veniva fatta in base al disagio mentale bensì secondo il loro luogo di provenienza, in base a quella stessa sana normalità ai matti ricchi e alle loro famiglie veniva offerta una spaziosa camera con bagno, con una bella vista sul camino/forno crematorio e persino un rimborso per i giorni non goduti.

A San Salvi tutto è capovolto: chi è sano viene rinchiuso, chi ha qualcosa da raccontare viene messo a tacere, ciò che conta viene cancellato, ciò che dovrebbe restare viene demolito. Ogni viaggio a San Salvi è dunque sempre un’esperienza aperta e in divenire alla - dolorosa - scoperta della complessità dell’essere umano, della sua capacità di violenza e della sua solitudine. Claudio Ascoli ha un compito arduo e coraggioso, è guida umana e poeta, stoico custode di memorie, umile voce di storie mai dette, di uomini e donne prigioniere”. Informazioni e prenotazioni: 055 6236195, info@chille.it, www.chille.it.

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