Incendio in capannoni cinesi, c'è l'ombra del dolo

La ditta si trova all'Osmannoro in un capannone a più piani. le fiamme sprigionatesi alle tre della notte sono state oggetto di spegnimento durante tutta la mattinata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 febbraio 2014 13:11
Incendio in capannoni cinesi, c'è l'ombra del dolo

Osmannoro alle porte di Firenze, piena notte, fiamme e fumo dai capannoni industriali dell'hinterland fiorentino. Numerose le ditte di pelletteria, in quella coinvolta si produce valigeria. Le fiamme sprigionatesi verso le tre di notte hanno richiamato l'attenzione fin dalle prime luci dell'alba quando sono intervenuti i vigili del Fuoco impegnati tutto il giorno nello spegnimento. Non è esclusa l'ipotesi del dolo, sono in corso accertamenti in merito a materiale infiammabile che sarebbe stato rinvenuto nei pressi della struttura.

Nessun ferito, ma tanta paura ed il ricordo è subito corso alla tragedia di Prato dove un rogo in un capannone industriale cinese ha prodotto vittime e feriti. “L'incendio sviluppatosi questa notte in un capannone dell'Osmannoro fiorentino, sede di alcuni laboratori cinesi, deve indurci a una riflessione: questa situazione non è più tollerabile, chiediamo agli organi competenti, e alla giunta regionale, un intervento deciso a salvaguardia di quei lavoratori. Bisogna contrastare con ogni mezzo il proliferare di ditte abusive per scongiurare che ci si ritrovi di fronte a una nuova tragedia come quella accaduta a Prato”.

Questa la dichiarazione del presidente del gruppo Udc in Consiglio regionale, Giuseppe Del Carlo, in merito al grave episodio di cronaca verificatosi in nottata nella zona industriale di Firenze. “Rivolgo ai vigili del fuoco, impegnati dalle prime ore della mattina nello spegnimento dell'incendio, il mio personale ringraziamento per la loro instancabile opera di soccorso. E chiedo con forza – conclude il presidente Del Carlo – che le istituzioni facciano la loro parte e diano il via a una serie di controlli a tappeto per scovare sfruttatori ed evasori” "L'incendio di oggi a Firenze ha sollevato ancora una volta il problema delle aziende fantasma, sconosciute al fisco che non rispettano alcuna norma nè in materia sanitaria, né di sicurezza sul luogo di lavoro e con lavoratori completamente in nero, spesso gestite da cinesi e presenti in una vasta posta tra la periferia Nord di Firenze e Prato.

Da decenni tutti sanno che in questi capannoni c'è sfruttamento dei lavoratori e si producono merci falsando la concorrenza tra aziende" così Guglielmo Picchi, deputato di Forza Italia e candidato sindaco di Firenze, commenta l'incendio dei capannoni cinesi a Osmannoro. "Tuttti sapevano ma le istituzioni non hanno mai fatto niente per porre rimedio a tutto questo. Adesso arrivano gli incendi che aprono il vaso di Pandora e tutti si indignano. La magistratura non ha mai agito forse perché istituzioni locali erano conniventi.

Adesso però si deve cambiare registro e non tollerare più il sottobosco di illegalità che quotidianamente avviene in questa parte della Toscana." Sul luogo dell'incendio sono intervenute forze dell'ordine e vigili del fuoco. Presente anche il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli. "Dobbiamo solo ringraziare il cielo che gli occupanti dei capannoni di fianco a quello coinvolto nell'incendio siano riusciti a fuggire indenni prima di essere raggiunti dalle fiamme - spiega Donzelli - altrimenti saremmo a raccontare una tragedia.

Da queste parti si lavora in condizioni di precarietà assurda dal punto di vista della sicurezza, esattamente come in quei capannoni di Prato dove la tragedia, purtroppo, si è già consumata". "Dopo la tragedia di Prato - fa eco a Donzelli, Francesco Torselli, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Palazzo Vecchio - abbiamo effettuato una serie di sopralluoghi a capannoni cinesi a Firenze, denunciando anche in consiglio comunale le condizioni assurde nelle quali queste persone lavorano e vivono: fuochi accesi per cucinare in mezzo a stoffe e pellami, bambini che giocano in mezzo ai bidoni di solventi e di colle, mercati di generi alimentari improvvisati agli angoli delle strade o nei cassoni di furgoni arrigginiti".

Una situazione surreale". "Di fronte a quanto accaduto oggi - concludono Torselli e Donzelli - non possiamo non soffermarci su due aspetti: il primo riguarda la totale assenza da parte delle istituzioni: dov'erano il sindaco Renzi e la giunta questa mattina? Cosa avevano da fare di più importante che non catapultarsi in un luogo della città che amministrano dove è stata sfiorata una tragedia e dove l'illegalità è sotto gli occhi di tutti? L'incendio di oggi appare di carattere doloso, forse causato da motivi di racket e di mafia cinese.

Il secondo aspetto riguarda invece le nostre denunce, che riporteremo nuovamente nel prossimo consiglio comunale: perchè fino ad oggi nessuno le ha ascoltate e prese sul serio? Cosa aspetta l'amministrazione ad intervenire? Che si consumi una tragedia per poi versare lacrime in diretta su Sky?". "Solo per puro caso, nell'incendio di stanotte in un capannone dell'Osmannoro non si è ripetuta la tragedia di due mesi fa a Prato, quando in un rogo di un pronto moda gestito da cinesi al Macrolotto morirono sette persone.

Questa situazione è diventata intollerabile, e gli enti locali devono dare tutto il loro contributo per intensificare i controlli nelle numerose ditte cinesi dell'area fiorentina, spesso con situazioni di illegalità, e in cui non vengono rispettate le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro". Lo afferma, in una nota, il consigliere del Nuovo Centro Destra Emanuele Roselli. "L'onere dei controlli - aggiunge Roselli - non può ricadere tutto sulle spalle di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.

I Comuni e gli enti locali devono utilizzare la Polizia Municipale non solo per far multe, ma per istituire squadre interforze in grado di controllare a tappeto le ditte e i capannoni della Piana, per contrastare sia le situazioni di degrado, di illecito, di sfruttamento, sia l'evasione fiscale e contributiva che spesso caratterizza queste realtà. Il campanello d'allarme è suonato già da tempo".

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