Centrali 118, il Consiglio regionale richiama la giunta a rispetto delle regole

Mozione bipartisan dopo l’iniziativa di Benedetti e Magnolfi (Ncd)L’ atto unifica i testi presentati da Ncd (con adesione di Fi) e Pd. Sottoscrizione anche da Fdi, Udc e Fed-Verdi, poi l’approvazione all’unanimità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2014 19:26
Centrali 118, il Consiglio regionale richiama la giunta a rispetto delle regole

Sulla riorganizzazione delle centrali del 118 nell’area vasta centro – quella che comprende Firenze, Prato e Pistoia – di una cosa ormai sono sicuri anche in casa Pd per il quale «appare evidente come questo modo di procedere stia avvenendo non solo al di fuori ma anche in palese contrasto con quanto previsto dalla delibera 1117 sia nel metodo che nel merito». E’ scritto così nella mozione bipartisan approvata all’unanimità e generata dall’unificazione dei testi presentati uno già la scorsa settimana da Roberto Benedetti e Alberto Magnolfi del Nuovo Centrodestra e sottoscritto anche dal consigliere regionale di Fi Nicola Nascosti, l’altro oggi da Gianfranco Venturi e da molti altri consiglieri regionali del Pd. Che le cose stessero procedendo in modo differente da quanto normativamente previsto – con la giunta indaffarata ad accentrare la gran parte del servizio di emergenza-urgenza territoriale su Firenze accorpandovi Prato e l’area empolese – dal Ncd Benedetti (di Pistoia) e Magnolfi (di Prato).

L’atto aveva riscosso fin da subito l’adesione di Nascosti (di Empoli) e così è arrivato oggi in seduta di Consiglio regionale. Dal canto suo il Pd ne aveva però preparato un altro, quasi del tutto sovrapponibile a quello del Nuovo Centrodestra e con dispositivo assolutamente affine. E allora: perché non comporre un atto unico? Fatto! La nuova mozione – che oltre ai firmatari originari ha raccolto il consenso anche di Fed-Verdi, Udc e Fdi – chiede del resto sempre la stessa cosa: che la giunta mantenga gli impegni che essa stessa, attraverso le proprie delibere, si è assunta.

Innanzitutto quello di garantire omogeneità demografica e territoriale tra le sei centrali 118 protagoniste della fase di transizione che costituisce il primo step della riduzione a tre, una per area vasta. Si tratta di creare alle sei strutture superstiti le condizioni per ripartire a pari livello, sia quanto a bacini di utenza che per ciò che concerne l’estensione territoriale. Non solo: la cornice deliberativa intagliata dalla giunta prevede l’elaborazione entro primavera di un piano di riordino; ciò nonostante le manovre per accorpare Prato a Firenze avrebbero dovuto avviarsi già a partire dal 20 gennaio, tra una settimana e del tutto ‘a braccio’, suscitando un autentica rivoluzione da parte di tutti gli operatori coinvolti.

Il Consiglio ha dato loro ragione. «Fin da subito – commentano con soddisfazione Benedetti e Magnolfi – abbiamo cercato convergenze sulla nostra iniziativa. Il bene della collettività dovrebbe essere la stella polare per ogni decisione, in politica, soprattutto in un settore tanto delicato come quello sanitario. Ed è dimostrato che, quando si lavora insieme, normalmente si riescono a fare gli interessi dei cittadini. E’ ciò che vogliamo». «Siamo ben consci che il tema delle liste d’attesa è un tema cogente anche a livello nazionale».

Lo ha affermato oggi in Consiglio regionale l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni rispondendo al question time del Nuovo Centrodestra sul legame tra liste d’attesa enormi e convenzioni col privato contratte. Bene. Lo sa. Evviva. Ma non basta. E, replicando, il Presidente del gruppo Ncd Alberto Magnolfi glielo ha detto chiaro: «Apprendiamo – ha esordito – che di risposte non ce ne sono, e procedere nelle convenzioni col privato a singhiozzo e con così breve respiro di certo non aiuta.

Intendevamo porre una questione di metodo, ma a quanto pare al di là della buona volontà una risposta non c’è». Questo, in estrema sintesi, il botta e risposta andato in scena oggi pomeriggio nell’aula del consiglio regionale durante la finestra del question time. Il Nuovo Centrodestra aveva all’ordine del giorno una sua interrogazione che metteva in evidenza la contraddizione tra la proclamata volontà della giunta di comprimere le liste d’attesa in sanità e il taglio delle convenzioni con il privato accreditato.

Insomma: all’aumentare della domanda, l’offerta di fatto diminuisce. Un paradosso su cui avevano posto la loro lente d’ingrandimento i consiglieri della formazione alfaniana (oltre a Magnolfi l’atto era firmato anche dal Vicecapogruppo Marco Taradash e dai consiglieri Andrea Agresti e Roberto Benedetti) ma che ha trovato in risposta la presa d’atto di una situazione ormai fuori controllo non certo solo in Toscana. «Noi chiedevamo come si intendeva risolvere la situazione – ha incalzato Magnolfi – non la conferma che fosse reale.

Di questa risposta non possiamo ritenerci soddisfatti»

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